Il file RAW/NEF è il reale massimo contenitore di informazioni ed il suo impiego costituisce uno strumento molto potente, soprattutto abbinato alla possibilità di scelta dello spazio colore in fase di sviluppo. La configurazione di Nikon Capture NX e il suo motore di gestione del colore sono in grado di fornire ottimi risultati, al pari se non meglio dei programmi professionali per l'elaborazione delle immagini.

 

NEF e gestione del colore Flusso di gestione del colore
La scelta in pratica Alla scoperta delle perdite di conversione
La perdita è variabile Uniformiamo la catena

 

Flusso di gestione del colore

I numeri prodotti dai sensori d'immagine CCD o CMOS, rappresentano i colori del soggetto solo se vengono interpretati e collocati nello spazio colore più adatto al soggetto, cioè se il software che gestisce l'immagine sa da dove vengono e dove vanno. È un po' come un ufficio cambiavalute a cui vengono consegnate 1000 monete per averne altre di tipo diverso; se l'impiegato non riconosce che le 1000 monete sono da 1 Euro come può calcolare ad esempio a quanti Dollari corrispondono? Inoltre deve conoscere il cambio attuale per fare la conversione.
Al pari: non sapendo a cosa corrispondono i numeri specifici di un file in formato RAW prodotto da tale sensore e tale combinata ottico/illuminante, dove devono essere rappresentati e come convertirli?

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Lo spazio colore può essere rappresentato come un solido a colori simulati, su un sistema di assi cartesiani dove l'asse verticale rappresenta la luminosità dal bianco al nero e gli altri due assi rispettivamente i colori dal verde al rosso
e dal blu al giallo. Questa rappresentazione è stata introdotta dalla CIE "Commission International de l'Eclairage" nel 1976.
È tuttora utilizzata e lo spazio L*a*b permette di rappresentare tutti i colori teorici. All'interno di questo solido sono
contenuti tutti gli altri spazi colore di lavoro, come pure quello della visione umana e i singoli profili delle apparecchiature
di input e output.

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Ecco la rappresentazione dello spazio colore Adobe RGB (in colore) confrontato con lo spazio LAB (in trasparenza).
Come si può vedere Adobe RGB può riprodurre realmente solo una parte dei colori teorici.

Quindi attenzione al menu della DSLR, specialmente dove si può scegliere fra sRGB e Adobe RGB. Questi sono definiti "spazi colore virtuali" e rappresentano due insiemi diversi di colori ben definiti, entrambi inferiori per estensione all'insieme dei colori percepibili dall'uomo.
In particolare sRGB è inferiore per estensione ad Adobe RGB 1998.

Quindi la scelta dello spazio colore in sede di ripresa determinerà l'aspetto finale dei colori del soggetto nel file JPEG, elaborato direttamente nella DSLR, ma anche il modo come Capture NX proporrà il file NEF durante la fase di costruzione RGB fatta all'apertura.

Di fatto Capture NX conosce lo spazio colore teorico della fotocamera, determinato dalle caratteristiche strutturali del sensore d'immagine, come pure le regolazioni automatiche o manuali effettuate al momento dello scatto, non ultimo il bilanciamento del bianco che corrisponde all'illuminante. Utilizza quindi queste informazioni, assieme agli algoritmi matematici, per costruire un insieme di valori numerici, abbinati a ogni singolo pixel, che abbiano senso all'interno dello spazio colore di lavoro.
Converte le mille monete del nostro esempio sapendo che sono Euro e che vogliamo Dollari, conoscendo il tasso di cambio.

Non a caso gli spazi colore sRGB e Adobe RGB vengono anche definiti "spazi virtuali di visualizzazione", essendo concepiti per fornire uno standard di lavoro in postproduzione che esuli dal profilo di ogni singolo monitor. Il profilo monitor deve in ogni caso essere presente nel sistema operativo e collegato al monitor via ColorSync o alla gestione del colore di Windows.

Sull'argomento monitor e calibrazione, rimandiamo ad un precedente eXperience

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Ecco la comparazione fra lo spazio colore Adobe RGB (in trasparenza) e sRGB
(in colore). Come si può vedere il primo permette la visualizzazione di una maggiore quantità di colori rispetto al secondo.
In particolare nello spazio sRGB, più limitato, vengono progressivamente a mancare i colori più saturi.

Quando poi si deciderà di stampare il file, Capture NX compirà una nuova trasformazione, convertendo i valori dei colori dei pixel nei numeri adatti alla stampante.
È come decidere che vogliamo in un secondo momento convertire i nostri Dollari in Yen.
Il programma deve nuovamente eseguire dei calcoli per passare i valori dallo spazio colore di lavoro a quello della stampante. In tutto questo convertire qualcosa va perso, a causa delle approssimazioni matematiche degli algoritmi di conversione.
È così e nulla ci si può fare se non ridurre al minimo i passaggi eliminando quelli "inutili".
La prima regola nella gestione del colore è quella di eseguire meno conversioni possibili, proprio per minimizzare le perdite di qualità nel colore.
È un po' come continuare a cambiare valuta ai propri soldi, ci si perde in commissioni bancarie e approssimazioni di calcolo.

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Ecco un paragone fra lo spazio colore Adobe RGB (in trasparenza) e lo spazio di stampa della Epson Stylus Photo
3800 su carta fotografica (in colore). Nonostante questo spazio di stampa sia molto ampio, come si può vedere i due spazi non coincidono. Al momento della stampa il software di gestione del colore dovrà compiere una conversione. Inevitabilmente andranno modificati gli eventuali colori del soggetto presenti nella zona di Adobe RGB che non coincide con lo spazio di stampa.

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Come si può vedere le cose migliorano partendo dallo spazio colore Nikon AdobeWide RGB (in trasparenza)
che è più ampio e riesce a riprodurre una maggiore zona dei blu più saturi, che sono riproducibili dal gamut della
stampante Epson Stylus Photo 3800 su carta fotografica (in colore).

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