Tra palco, quinte e camerini, inseguendo Danny Boodmann T.D. Lemon” Novecento”.

Amo il teatro, ho fatto anche dei corsi di recitazione per comprenderlo meglio, da vicino, per sentire l’ansia del palco e nel 1994 vidi per la prima volta questo spettacolo, ne rimasi infatuato, chiesi ad Eugenio, mio amico e in quel momento anche maestro di Commedia dell’Arte, di poter tornare a fotografare quell’alchimia che in poco meno di due ore mi ha inondato occhi e cuore.

Iniziai così a seguire momenti della tournée. Ad un certo punto non mi bastò più raccontare la scena visibile al pubblico e col permesso di Eugenio entrai nel backstage per fotografare anche l’allestimento nei teatri delle città, per oltre 20 anni, ogni tanto, quando il lavoro me lo permetteva, trovavo il modo di staccarmi dai miei impegni professionali e mi aggregavo alla carovana.

Che sia un teatro a Roma o a Montecarlo, che sia la ricorrenza dei vent’anni al piccolo di Milano, l’ennesima volta al Carignano o in presenza di un accoratissima standing ovation al “Print Room at the Coronet Theatre” di Londra, diventai unico testimone di questa storia e della strana solitudine dell’attore mentre aspetta il buio della scena per vestire i panni di Novecento.

Questo libro fotografico è il frutto di infiniti e meravigliosi viaggi al fianco di Eugenio Allegri, nel baccano delle prove luci intralciando e incrociando il meticoloso lavoro dei tecnici, infilandomi nei bagni del camerino, restando lento osservatore della liturgia precisa dell’attore che si prepara, si fa la barba, si concentra, poi cazzeggia, cuce il costume e stira il cappello, rilassa le gambe, attende il microfono, fa esercizi vocali e smorfie bizzarre, fino al silenzio d’ombra dei minuti prima del buio in sala.
L’amicizia e la fiducia tra fotografo e attore si fa così unica e forte che Eugenio mi porta anche in scena per fotografare il pubblico davanti a lui, e poi ancora dietro le quinte, sulle passerelle, tra graticce e ballatoi. Negli ultimi anni abbiamo parlato molto di quando sarebbe stato il momento giusto per far uscire il racconto fotografico, abbiamo pensato che poteva essere una buona idea per i 30 anni, manca poco, il 2024 è vicino, si stava pensando anche al titolo e poi si era già deciso che ci dovevano essere i testi di Baricco, di Vacis, di Tarasco e anche di una amica come Lella Costa.

Poi accade quel che non doveva accadere.
Eugenio Allegri muore improvvisamente la sera del 6 maggio 2022.

Il progetto fotografico poteva fermarsi lì, ma parlando con i familiari, con i tecnici e gli amici, abbiamo sentito ancor di più l’urgenza di non smettere di crederci e di fare di tutto per ricordare la magia che per anni ha riempito le sale di molti teatri e il cuore dei tantissimi affezionati che ancora piangono l’assenza. Eugenio, forse come Novecento, è ancora lì, su quella nave, ed è ancora qui in questo libro che volteggia sulla musica più bella del mondo, quella delle fotografie che provano a renderlo infinito, come infinita era la musica di Novecento, come magnifico era vedere Eugenio ballare, correre, saltare, recitare su quel palco.

Paolo Ranzani
www.paoloranzani.com

Tutte le immagini del libro sono state realizzate con attrezzatura Nikon (F4 – D800 – Z7)