Lo Yemen è rimasto isolato nel suo misticismo di terra colma di leggende e storie affascinanti. Però, al di là dell’aspetto romantico, in epoca attuale, viaggiare nello Yemen comporta una serie di pericoli che non possono essere tralasciati. Qualche anno fa ho effettuato un viaggio in questa terra. Era il periodo precedente agli ultimi disordini socio–politici che hanno investito il Paese e pertanto ne ripropongo i ricordi fotografici, a testimonianza di un mondo che potrebbe essere stato stravolto dagli stessi eventi sociali. Per amor di verità dobbiamo rilevare che gli organi di informazione hanno parlato di queste dimostrazioni popolari in modo vago e generico, lasciando lo Yemen isolato e ignorando i fatti che hanno investito la società.
La capitale Sana’a è da molti considerata la città più antica del mondo e visitarla è un’esperienza davvero unica. Il suo aspetto architettonico ricco e articolato ne costituisce uno dei centri urbani più belli al mondo. Ma non solo, i suoi numerosi scenari urbani, i suoi colori e le sue caratteristiche costruttive uniche la rendono la città islamica più romantica e, nello stesso tempo, la più vissuta che sia possibile visitare.
La parte vecchia di Sana’a è stata dichiarata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità e si resta come attoniti nel visitarla, perdendosi nei meandri e nei vicoli del centro urbano storico per assaporarne l’atmosfera autentica. Il centro di tutto è il così detto Souq al-Milh, letteralmente mercato del sale. E considerato che oggi si commercia pochissimo in sale, si ritrovano articoli di più recente utilizzo come cellulari, indumenti e altre mercanzie varie. Però per ogni viaggiatore consapevole i ricordi maggiori saranno quelli legati ai meravigliosi edifici e alle moschee da sogno.
Passeggiare per le strade della vecchia Sana’a è un’esperienza indimenticabile, come quando al tramonto risuona sui tetti la chiamata alla preghiera serale, segno indelebile della giornata che finisce. Un’altra esperienza di indubbio valore è quella di salire in cima a una casa a torre per ammirare la città sottostante e vedere dall’alto i vicoli e i vicoletti che la costituiscono.
Indimenticabile, di quel magnifico viaggio, fu la visita ad alcuni villaggi di montagna, tutti accomunati da un’unica esperienza: camminamenti che si snodavano ai margini di dirupi a picco sulle vallate circostanti. Pur considerando i molteplici disagi del vivere in simili luoghi, tutti questi villaggi si caratterizzavano per la perfetta sintonia con l’ambiente circostante. Tutte le abitazioni hanno armoniose facciate con telai di intonaco bianco che inquadrano porte e finestre. Ma non solo, capita spesso di incontrare piccoli centri abitati costruiti in posizioni spettacolari, sulle alte pendici di speroni rocciosi attorno ai quali non è inconsueto ritrovare nebbia o nuvole che ne impediscano la visuale. E poi ci sono i bambini, che con la loro innocenza accompagnata da stupore, ci guardavano come se fossimo venuti da un altro pianeta. E restavano in posa lasciandosi fotografare, mentre altri ci regalavano un istante di felicità con un candido sorriso.
La macchina fotografica utilizzata per queste foto è la Nikon D40, fotocamera che ai tempi del viaggio costituì la transizione dalla mia vecchia Nikon F-801 all’attuale Nikon D610.
Gli obiettivi utilizzati sono stati quelli già in uso con la F-801 e cioè: un AF Nikkor 35-70 mm e un AF Nikkor 70-210 mm.