Una volta conosciuto il volo, camminerete sulla terra guardando il cielo, perché là siete stati e là desiderate tornare” LEONARDO DA VINCI
La compagna costante nella mia vita è la fotografia che mi ha sempre regalato grandi emozioni e soddisfazioni.
Il carburante da cui attingo energie necessarie per scoprire nuovi orizzonti e mantenere vivi quelli già conquistati è la passione: passione per l'estremo, che dopo vari anni ho realizzato nel praticare la caduta libera, massima espressione del volo.
Il paracadutismo, come diceva un grande atleta quale era Patrick De Gayardon, è sì un'attività estrema ma richiede ragionevolezza, studio, calcolo, programmazione e una pianificazione delle proprie forze, nonché la capacità di valutare il risultato che si vuole conseguire.
Portare in volo la Nikon D80 è come possedere un amplificatore di sensazioni ed un registratore d'immagini ineguagliabili.
Sin dai primi lanci ho sentito il desiderio di fissare in uno scatto gli stupendi scenari che da oltre 4000 metri di altitudine mi si presentavano davanti agli occhi. Fotografare in volo è possibile solo dopo un lungo periodo di attività paracadutistica attraverso la quale si diventa padroni di tutte le componenti che il volo comporta e richiede.
Unire queste due passioni è stato naturale come un semplice click! Occorre dotarsi di un casco di protezione speciale che viene prodotto in Brasile e che consente l'alloggio della macchina fotografica in modo tale da non compromettere la sicurezza del volo in caduta libera e successivamente del volo a paracadute aperto.
Il passo successivo è stato più difficile, ossia quello di trovare uno scatto remoto da adattare alla mia Nikon. Questo scatto, reperibile presso un'azienda americana, consente, con la sola pressione della lingua, di scattare in caduta libera a velocità anche superiori a 200 km/h permettendo quindi di avere mani e braccia libere che in volo funzionano proprio come un paio d'ali.
Sugli occhiali è necessario applicare un piccolo mirino che facilita l'inquadratura. La scelta degli obbiettivi varia da 11/24 mm oppure 50/35mm, il tutto dipende dalla necessità delle diverse inquadrature.
La sensibilità che utilizzo è quasi sempre pari a 600 o 800 ISO, per avere tempi di posa veloci utilizzando diaframmi favorevoli anche nelle giornate di pieno sole che in quota splende davvero tanto!
L'impostazione in priorità di diaframmi, messa a fuoco manuale con obiettivo fissato con elastico su infinito.
Aereo, paracadute e Nikon sono gli ingredienti ideali per ottenere immagini mozzafiato.
Gli aerei che portano in quota sono:
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il Cessna ha una portata di 6 persone ed una quota di lancio di 3200 metri;
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lo Skyvan, lungo circa 12 metri e con due turbine, ha una portata di 24 persone ed una quota di lancio 4.500 metri;
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il Pilatus, ultimo ma non certo per importanza, il più amato dai paracadutisti. Aereo a turbina di fabbricazione svizzera, ha una portata di 10 persone ed una quota di lancio 4.500 metri.
Prima del decollo inizia un rigoroso protocollo di controlli per la sicurezza, un checkup capillare della vela, dell'altimetro, del casco ecc. A questo punto inizia il viaggio in compagnia della mia inseparabile D80! Pronto al decollo m'imbarco e durante il volo, la cui durata varia da 30 a 45 minuti, rielaboro tutte le fasi più importanti e, ovviamente, quella di accendere la Nikon D80!
Il pilota mi avvisa quando al lancio manca un minuto, il mio altimetro segna quota 4500 metri!
E' ora di aprire il portellone. In quota la temperatura dell'aria è scesa di circa 27 gradi e i primi respiri mi fanno prendere coscienza dell'altitudine a cui mi trovo.
Appena fuori dall'aereo inizia la mia caduta libera con la Nikon.
Inizio a scattare in una posizione che mi consente di guardare l'aereo allontanarsi, la mia preferita, schiena alla terra. L'aereo si allontana in fretta ed in fretta stanno trascorrendo i secondi, settanta circa prima che io apra il paracadute alla quota di 1.500 metri.
Prosegue la caduta libera e con manovre precise cambio la mia posizione e mi metto in posizione box, la classica posizione del paracadutista in volo. Dalla posizione box effettuare cambi d'inquadratura è facilissimo devo solo evitare di alzare troppo la testa, altrimenti aumento ulteriormente la mia velocità di caduta libera e quindi ne riduco il tempo.
Alla quota di 1.500 metri tiro quello strumento che si chiama pilotino e che permette al paracadute di aprirsi.
Con la Nikon in testa lo shock d'apertura è leggermente più violento del normale ma è solo questione di abitudine e poi non ci si fa più caso.
A paracadute aperto cambiano lo scenario e la velocità.
Mi è anche possibile, con un precedente briefing al lancio, scattare fotografie a compagni paracadutisti che condividono il salto con me.
Le discipline in volo sono molte, due delle più conosciute sono il freefly ed il volo relativo. Spesso mi capita anche di veleggiare vicino ad altri paracadute aperti ed anche qui gli scatti sono davvero emozionanti. Durante l'avvicinamento alla zona di atterraggio la voglia di scattare fotografie diminuisce. A circa 500 metri da terra tolgo lo scatto remoto dalla bocca per concentrarmi sull'atterraggio mio e degli altri paracadutisti. Non dimentico che sto affrontando una delle fasi più delicate del volo. Eseguo il mio circuito di atterraggio senza farmi distrarre da nulla, aziono i comandi della vela e mi preparo all'impatto, reso più facile se agevolo la frenata da una leggera corsa. Una volta raccolto il paracadute e poi tolta l'imbragaturaè immediata la voglia di guardare il risultato del reportage fotografico creato durante il volo da me e dalla mia Nikon.
Ancora l'adrenalina scorre dentro ma mi emoziono ancor di più ad ammirare quello che la D80 ha conservato per me, 100/150 scatti aerei.
Condividere poi le emozioni è ancora più bello, poter far ammirare gli scatti a chi sta con i piedi per terra è un altro piacere grande.
Ora ripiego il mio paracadute, pulisco l'obiettivo e riparto per un altro lancio.
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Il backstage a terra e nell'aereo è stato eseguito con Nikon D80; quasi tutte le immagini sono state scattate con l'obiettivo 10.5mm f/2.8G ED DX Fisheye-Nikkor senza alcuna postproduzione in NX. Foto di backstage di Gerardo Bonomo.