Vietnam: vivere un sogno

A cura di: Vincenzo Tessarin

di Vincenzo Tessarin
 

La parola Vietnam produce nella mia mente ricordi legati alla mia adolescenza: la prima guerra che ho sentito sentito raccontare per radio e vista a tratti in televisione, poi ce ne sono state purtroppo, molte altre!
I bollettini di guerra, i bombardamenti dei B-52, il napalm, i morti americani e Vietkong, le contestazioni e le canzoni... c'era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones!
E poi tanti altri nomi di città e luoghi che erano nel mio immaginario così esotici, lontani, pieni di terrore e soprattutto in bianco e nero; sono diventati più reali, più vicini, pieni di vita e ricchi di colori ai miei occhi che li vedevano per la prima volta in questo viaggio.
Saigon, Hanoi, il delta del Mekong, il golfo del Tonchino, il Fiume dei Profumi: mi sembrava di vivere un sogno!

Le montagne rigogliose del nord, fredde d'inverno e piacevoli d'estate dove i coloni francesi andavano a cercare un po' di clima alpino durante i caldi afosi. Ci vivono diversi gruppi etnici, con costumi e tradizioni diversi, ed i mercati settimanali diventano un tripudio di colori e di volti caratteristici: Flowers H'Mong e Blak H'Mong, Red Dzay, Tay.

Soprattutto, durante questo viaggio sono entrato nelle scuole dei vari villaggi che ho visitato, scoprendo la genuina semplicità di questi bambini, composti nei loro banchi, a leggere sul sussidiario o a ripetere ad alta voce, seguendo la maestra, quello che lei aveva scritto sulla lavagna.

Passeggiando nelle stradine della cittadina coloniale di Hoi An, nel Vietnam centrale, scopri cortili pieni di bouganville, negozi di coloratissime lanterna di seta, muri scrostati dai colori vivaci.

La Pagoda della Dama Celeste, che si incontra navigando lungo il Fiume dei Profumi nei pressi di Hue, rivela all'interno del suo cortile una scuola di giovani novizi con un, a dir poco, originale taglio di capelli.

Anche se adesso si chiama Ho Chi Minh city, a me piace ancora ricordarla col nome di uno dei suoi quartieri più tipici: Saigon. Città piena di contrasti, di caos, di forti odori inebrianti e piccanti e... di motorini. Bisogna imparare ad attraversare la strada, visto che questi scorrazzano in modo disordinato per le vie. Fortunatamente la velocità è abbastanza bassa, per cui bisogna attraversare lentamente, saranno loro ad evitarti!

Il Delta del Mekong è un dedalo di canali dove i guerriglieri Vietkong tendevano imboscate ai soldati americani. E' suggestivo scivolare con una piccola imbarcazione tra mangrovie e palafitte, ma la cosa più interessante per me sono stati i mercati galleggianti e quelli che si svolgevano nei villaggi sulla terra ferma.

Durante i miei viaggi fotografici, ho sempre dato la precedenza alle immagini che ritraevano la popolazione locale, cercando di entrare in relazione il più possibile con il soggetto ritratto. E' stato molto gratificante conoscere questo popolo che ha subito grandi periodi di colonizzazione ed invasione (i cinesi ci sono rimasti per quasi mille anni, i francesi per cento e gli americani per trenta), e scoprire che nella loro cultura non c'è posto per il rancore, quello che è passato... è passato dicono, i nemici di ieri possono essere gli amici di domani.

Oggi li Vietnam è un paese che guarda all'economia di mercato e cerca di farsi largo tra la Tigre Indiana e il Dragone Cinese, ma rimane per chi lo visita con occhi indagatori, un affascinante luogo ricco di cultura e con una splendida popolazione, che mi auguro di essere riuscito a trasferire nelle mie immagini, le quali sono state realizzate per la maggior parte con le nuove ottiche Nikon 14-24 e 24-70 montate sulle D200 e D2X. Altre immagini di questo viaggio e di altri reportage realizzati in passato, le potrete vedere sul mio sito: www.vincenzotessarin.it

Vincenzo Tessarin
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