Visti da vicino

A cura di: Carlo Galliani

di Carlo Galliani

Sono sempre stato interessato alla natura in tutte le sue forme e in campo fotografico non ho mai fatto differenza tra fotografare un paesaggio, l'involo di un grosso rapace o un semplice insetto su un fiore. Mi ha sempre affascinato il microcosmo, con i particolari delle piante, la vita degli insetti e quando ho scoperto la macrofotografia mi si è aperta l'opportunità di poter immortalare questo piccolo mondo.
Spesso sono rimasto affascinato nel vedere i risultati delle foto (quando venivano bene) scoprendo particolari che sfuggivano ai miei occhi.

La macrofotografia mi ha da sempre appassionato fin dalle prime macchine fotografiche che ho avuto. Con il tempo ho cercato di migliorare la mia attrezzatura e con l'avvento del digitale ho potuto sfruttare i vantaggi di questa nuova tecnologia: principalmente la possibilità di aumentare notevolmente il numero di scatti cambiando le impostazioni sui diaframmi, e potere visualizzarne subito i risultati. Attualmente fotografo con questa attrezzatura: D300, 70/180nikon macro1:1,3 , tubi di prolunga kenko da 12, 20, 36mm, flash sb800, mono piede Manfrotto, e due tre piedi Manfrotto.
Non amo molto portarmi dietro un attrezzatura pesante e visto che con il tele sono abituato a fare caccia fotografica a mano, aiutandomi con il mono piede, ho cominciato a fare macro usando gli stessi accorgimenti e trucchi fotografici. Uso principalmente il mono piede, anche se per determinate foto il tre piede diventa indispensabile.
Anche il flash è uno strumento che uso esclusivamente per riempimento in fill-in o quando è impossibile farne a meno.
A dir la verità uso una tattica differente a seconda delle situazioni dettatami dalle mie due passioni: l'interesse scientifico verso le specie che ricerco e la voglia di fotografarle; se la specie che osservo non la conosco, utilizzo il flash con diaframmi molto chiusi dal 16/20 in poi, in modo che le foto risultanti mostrino tutti i dettagli possibili per poi eventualmente determinare la specie anche se ha discapito della bellezza fotografica. Se, invece, l'insetto rimane immobile oppure è una specie conosciuta o, ancora, possiedo già altre foto del soggetto, allora tolgo il flash apro molto il diaframma fino anche a 8 e cerco di raggiungere il massimo parallelismo con l'insetto (per ottenere la massima pdc anche con diaframma aperto) e cerco di inquadrare ricercando sfondi piacevoli. Tutte le mie foto sono fatte in natura, solamente su insetti vivi e senza mai usare cartoncini come sfondo. Non concepisco uccidere gli insetti solamente per ricavarne una foto e preferisco, piuttosto, esaurirmi nel cercare di avvicinarli.

La prima foto che vi mostro non è un insetto ma un acaro: Trombidium sp.; inizio con questa foto considerato che le dimensioni di questo acaro ci portano nel campo della microfotografia.
Questo artropode vive sul legno o sui muretti nelle cittadine ed è facile individuarlo per la sua colorazione rossa (penso che tutti conoscano la specie e le dimensioni di questo piccolo ragnetto rosso, come viene volgarmente chiamato, comunque siamo intorno ai 2/4 mm). Non è un soggetto difficile da trovare e tanto meno da fotografare perché spesso resta fermo per diversi secondi, l'unica difficoltà è data dalle piccole dimensioni ed è necessario applicare alla macchina i tubi di prolunga: questi i dati di scatto 1/60s f/20.0 a 180mm iso200 oltre al 180 ci sono tubi da 12 e 20mm e la foto è stata poi croppata di un 25/100.

Carlo Galliani

Salgo un attimo come dimensioni con una cicadella viridis (5-8mm).
La cicadella viridis è la specie più comune nei prati in estate. Sono cicadellidae tutti quei piccoli insetti che saltano a centinaia da tutte le parti quando si cammina nei prati fioriti.
Con questi piccolissimi insetti la tecnica migliore per fotografarli non è quella di inseguirli, poiché il nostro avvicinamento li spaventerebbe facendoli saltare lontano. Il metodo migliore è sedersi nel prato con l'attrezzatura fotografica pronta e dopo qualche minuto muovere l'erba con un bastone (io uso il mono piede allungato) a due tre metri di distanza. Le cicadelle spaventate saltano ovunque e prima o poi qualcuna salta nelle nostre vicinanze. A questo punto inizia una titanica lotta con l'insetto che, essendosi avvicinatosi spontaneamente, spesso rimane immobile senza scappare. Il problema maggiore è che quando siamo vicinissimi e in buona posizione per fotografare, tendono sempre a girarsi dall'altra parte dello stelo o del filo d'erba sul quale sono posate, e ti spiano con il viso e il corpo nascosti dalla stelo. A questo punto bisogna riprendere a muoversi piano piano per aggirarle ma è sempre una dura lotta, ogni tanto vincono loro ogni tanto si riesce a fotografarle bene.
Questi i dati di scatto di questa foto: 1/60s f/18.0 at 180.0mm iso200 sempre tubi da 12 e 20mm , la foto è croppata di un 10/100.

Carlo Galliani

Alcune volte è impossibile fare grossi ingrandimenti ad alcuni insetti a causa del loro modo di vivere. Molte specie sono irrequiete e non stanno ferme nemmeno un attimo continuando a muoversi velocemente da un fiore all'altro, lasciando a noi macrofotografi poche possibilità di avvicinarli. In questi casi è meglio ambientare la foto ed è obbligatorio usare tempi velocissimi per riuscire a congelarne il movimento. In questa foto è rappresentata uno degli insetti in miniatura più belli e più irrequieti. Una chrysis, una piccola vespina dai colori metallici molto forti 1/1250s f/8.0 a 180mm iso200.

Carlo Galliani

Le foto ambientate sono l'ideale anche per gli emitteri e i coleotteri. Avvicinare questi insetti per fargli forti ingrandimenti è molto facile e raramente scappano ma a causa delle particolari strutture del loro esoscheletro riflettono in modo vistoso ogni tipo di luce causando spiacevoli riflessi che diventano molto fastidiosi con una ripresa molto ravvicinata. L'uso del flash sia con emitteri sia con i coleotteri è sconsigliato.
In questa foto uno stadio giovanile di Nezara viridula 1/320s f/9.0 a 122mm iso200.

Carlo Galliani

I grandi ingrandimenti sono quelli che danno le maggiori soddisfazioni perché portano visibile al nostro occhio particolari che normalmente sfuggono. In questo tipo di scatti risulta quasi obbligatorio l'uso del tre piede, quando la situazione permette di usarlo, altrimenti ci si può aiutare con qualche supporto artigianale o improvvisato. Questa foto mostra un primo piano di una delle più comuni piccole libellule, sembra quasi sorrida: Ischnura pumilio.
Le difficoltà più grosse con le libellule e le farfalle è indurle a stare ferme con l'obiettivo vicinissimo a loro. I momenti migliori sono al primo mattino quando il freddo intorpidisce i loro movimenti oppure dopo cambi improvvisi di temperatura come dopo un forte temporale estivo.
Lo scatto seguente è stato eseguito proprio dopo un forte temporale, ecco i dati: 1/60s f/8.0 a 170mm iso400 + tubi da 12mm e 20mm.

Carlo Galliani

Ancora a forti ingrandimenti questi due scatti fatti all'ameles spallanzania.
Queste piccole mantidi fanno del mimetismo e della assoluta immobilità  le loro armi strategiche di difesa e offesa e si può sfruttare a proprio favore questa loro tendenza. Con loro si ha tutto il tempo necessario per posizionarsi e cercare di fare la foto nei migliori dei modi: fototessera di un maschio di Ameles spallanzania 1/80s f/16.0 a 180mm iso200 con i tubi da 12 e 20mm e fototessera della femmina sempre della stessa specie, dove si possono vedere bene in primo piano le potentissime zampe raptatorie 18.

Carlo GallianiCarlo Galliani

Molto interessanti sono le foto che riprendono i momenti quotidiani o quelli del ciclo biologico degli insetti. Qui un classico momento quotidiano di alimentazione.
Una Anthophora plumipes mentre cerca di cibarsi volando come un colibrì in questo caso ho usato un piccolo colpo di flash per bloccare il movimento.

Carlo Galliani

Le foto che documentano il ciclo biologico sono tra le più belle che si possano realizzare.
In questi momenti la mia esperienza personale mi ha fatto osservare che gli insetti abbassano un attimo le barriere di sospetto e diffidenza e risulta perciò più facile avvicinarli. Naturalmente queste cognizioni naturalistiche si possono apprendere solo sul campo e sono grato alla macro perché mi ha fatto scoprire aspetti del comportamento degli insetti che forse mi sarebbero rimasti oscuri.
Esistono molti ordini di insetti distinti tra loro per le diverse strutture anatomiche e per i diversi comportamenti che adottano di conseguenza. Anche negli accoppiamenti le strutture anatomiche influiscono sui metodi di unione tra maschi e femmine. Ogni ordine adotta infatti delle posizioni caratteristiche diverse da ordine a ordine.
Qui di seguito metto un accoppiamento tra Ditteri (mosche-mosconi etc) con una posizione molto adottata che si può ritrovare anche in altri ordini.
Accoppiamento di Sarcophara carnaria il normale moscone della carne.

Carlo Galliani

Uno degli accoppiamenti più particolari in tutto il mondo degli esseri viventi si ritrova nell'ordine degli Odonati (Libellule).
Le libellule sono tra i pochissimi organismi viventi ad avere gli organi sessuali sfalsati tra maschi e femmine. Le femmine portano gli organi sessuali alla fine dell'addome mentre i maschi li hanno posizionati sul secondo segmento addominale, in pratica sotto l'addome subito dopo le ali. Per riuscire a fare combaciare le strutture anatomiche questi insetti sono costretti ad assumere una particolare posizione che ricorda un cuore. L'accoppiamento è complesso: prima il maschio deve riuscire a catturare in volo una femmina. La femmina viene catturata per mezzo di due tenaglie che i maschi hanno alla fine dell'addome e che si chiudono intorno al collo della femmina. Finita questa operazione il tandem vola per un tempo variabile da specie a specie e da soggetto a soggetto, alla fine la coppia si posa su qualche sostegno con il maschio che tiene la femmina sospesa nel vuoto per la testa, aggrappandosi fortemente al sostegno.
La femmina contrae allora l'addome in modo da portare le parti anatomiche a combaciare.
Nella foto seguente un accoppiamento di Sympetrum fonscolombei.

Carlo Galliani

Altre situazioni interessanti sono l'ovodeposizione e gli stadi giovanili degli insetti.
Qui di seguito vediamo un ovodeposizione sempre negli odonati ed esattamente nel Platycpennis pennipes una delle specie più comuni. Si può facilmente notare come il maschio ,in questa specie, non abbia ancora rilasciato la femmina e anzi la scorta direttamente a deporre le uova sostenendola muovendo le ali mentre la femmina depone le uova nelle alghe sotto l'acqua.

Carlo Galliani

Una neanide di pochi giorni di anacridium aegyptum non più grande di 1 cm. Questa cavalletta diventerà poi una tra le più grosse cavallette raggiungendo i 7-8 cm di lunghezza

Carlo Galliani

Per finire qualche scatto al volo degli insetti. Per le foto al volo non esiste una tecnica fotografica particolare se non adottare tempi velocissimi in relazione alla luce del momento ed usare naturalmente una raffica.
Più che tecnica fotografica in questo campo entra in gioco l'esperienza entomologica.
Bisogna conoscere le specie e cercare di fotografare quelle che hanno dei tempi morti nel loro volo, che abbiano dei voli lineari oppure con voli molto metodici.
Poi per ogni specie ci si adatta, esistono quelle relativamente facili e quelle praticamente impossibili da fotografare, se non usando delle trappole elettroniche.
Per esempio l'aeshna canea (un'altra libellula) è un forte volatore ma è molto metodica nei suoi voli di controllo del territorio. Dopo averla osservata per un po' e aver capito il suo giro di perlustrazione ci si può posizionare nel posto con la miglior luce possibile, mettere a fuoco preventivamente su qualcosa che è alla stessa distanza di dove si presume passerà l'insetto e aspettare. Quando l'insetto entra nel campo visivo dell'oculare lo scarto di messa a fuoco dovrebbe essere minimo, garantendo buone possibilità che l'autofocus agganci la libellula (scattare ovviamente con una raffica).

Carlo Galliani

Alcuni soggetti come i sirfidi (ordine dei ditteri, spesso confuse per piccole api o vespe) sono forse gli insetti più facili da fotografare in volo visto il loro tipico volo in standby. Si tratta di quelle piccole api o vespine (come vengono erroneamente considerate, in realtà sono moschine) che si posano a 10 cm dal nostro naso e stanno ferme in volo facendo un rumore assordante. Quello che poi non si capisce è perché appena vedono la macchina fotografica scappano. In questa foto è ripresa uno delle specie più comuni Episyrphus balteatus ed è evidente l'uso del flash per congelarne l'attimo.

Carlo Galliani

Finisco con l'ape, insetto comunissimo che può essere ripreso in volo con opportuni accorgimenti. Per l'ape quando in primavera i campi si riempiono di tarassaco basta sedersi in mezzo ai fiori sdraiati ad altezza del fiore più vicino, mettere a fuoco a una distanza che si ritiene idonea per un buon scatto e aspettare che una delle tantissime api venga a visitare quel fiore dove più o meno abbiamo messo a fuoco e sparare una lunga raffica. In genere c'è pochissimo da aspettare più che altro non è così semplice come scriverlo.

Carlo Galliani

Queste le mie gallerie di macro:
www.pbase.com/carlogalliani/new_macro - www.pbase.com/carlogalliani/macrofotografia

e quelle dedicate alle Libellule e alle Farfalle:
www.pbase.com/carlogalliani/dragonflies - www.pbase.com/carlogalliani/butterflies

 

Carlo Galliani
Carlo Galliani
Carlo Galliani
Carlo Galliani
Carlo Galliani
Carlo Galliani
Carlo Galliani
Carlo Galliani
Carlo Galliani
Carlo Galliani
Carlo Galliani
Carlo Galliani
Carlo Galliani
Carlo Galliani
Carlo Galliani
Carlo Galliani
Carlo Galliani
Carlo Galliani
Carlo Galliani
Carlo Galliani
Carlo Galliani
Carlo Galliani
 
 
 

Metodi di pagamento: