Parte della mia attività professionale è finalizzata alla produzione di immagini per gli archivi di alcune agenzie specializzate in fotografia di viaggio. Insieme a queste, pianifico con cura e con il dovuto anticipo i miei reportage. Scelto il luogo, studio l’itinerario e cerco di capire quali sono le peculiarità della zona, i soggetti turisticamente più interessanti e, se possibile, il momento migliore della giornata per fotografarli. Internet e Google Earth sono strumenti indispensabili per questo lavoro. Utilissimi sono anche alcuni software che permettono di pre-visualizzare la direzione della luce e la posizione del sole, per un dato luogo, nei vari momenti del giorno. A questo proposito consiglio The Photographer's Ephemeris (http://photoephemeris.com/) compatibile con Google Earth e semplice da usare. È quindi importante scegliere l’attrezzatura sulla base del lavoro programmato, ma portarne con sé in eccesso, può diventare complicato, soprattutto se dobbiamo trasportarla nello zaino per tutta la giornata.
Il mio corredo base è generalmente è composto da:
• corpo macchina
• schede di memoria e batterie
• 3 o 4 ottiche
• cavalletto
• flash (non sempre)
• filtri
Per ogni evenienza lascio in albergo o dove alloggio (se sono luoghi sicuri):
• secondo corpo macchina
• ottica di riserva
• PC portatile
• hard disk
• caricabatterie
• accessori vari
Normalmente il mio zaino non pesa più di 8/10 kg, meno nei casi in cui ho in programma lunghe escursioni a piedi.
Il viaggio, concordato con l’agenzia fotografica Schapowalow di Amburgo (www.schapowalow.de), ha avuto per destinazione l’Harz, la più settentrionale delle catene montuose tedesche.
L’Harz è anche sede dell'omonimo Parco Nazionale, istituito nel 2006 dopo la fusione di due parchi, uno situato nella Repubblica Federale Tedesca, l’altro nell’ex Repubblica Democratica Tedesca. Gran parte del parco è rimasto inalterato per decenni, proprio per il fatto di essere attraversato dalla “Cortina di Ferro” che divideva un tempo le due Germanie. Si tratta di una zona ricca di siti dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco (Goslar, Werningerode, Quedliburg, Upper Harz Water Management System, etc...) e di una delle mete turistiche più importanti della Germania.
È il mio primo viaggio con la nuova Nikon D800E da 36 megapixel. Dopo aver fatto alcuni test, ho scelto le ottiche più adatte e ho quindi deciso di portare con me:
• l'AF-S NIKKOR 16-35mm f/4G ED VR
• l'AF-S NIKKOR 50mm f/1.4
• il 105mm f/2.8G AF-S VR Micro-Nikkor
• il 24mm f/3.5D ED PC-E NIKKOR
• il cavalletto 059 in carbonio della Manfrotto
• il flash Nikon SB-800
• il corpo Nikon D700 (di riserva)
• filtri degradanti e portafiltri LEE
• un filtro polarizzatore Nikon
• filtri ND B+W
È stata una settimana di lavoro intenso, con belle situazioni malgrado il clima non fosse dei migliori. Nella fotografia di viaggio bisogna essere operativi prima dell’alba e finire dopo il tramonto, con i notturni. Le giornate quindi diventano piuttosto lunghe, ma solo così si riescono a portare a casa immagini buone e interessanti.
La scelta della luce è fondamentale. Dopo aver trovato il punto di ripresa più adatto, si aspetta il momento giusto per scattare, cogliendo le sfumature che precedono l’alba o i primi raggi di sole.
Si attende pazientemente che una nuvola passi e che tutto diventi più brillante. Capita che ne arrivi subito un’altra a coprire il sole costringendo ad aspettare ancora.
Dopo il tramonto si resta in attesa della cosiddetta “ora blu” (quando il cielo diventa di un blu intenso, ma non troppo scuro) che di solito dura dai 15 ai 20 minuti.
Bisogna “cogliere l’attimo” in cui tutto coincide (luce, punto di ripresa, inquadratura, ecc.): per questo sono fondamentali la pianificazione e lo studio.
Un professionista deve sempre operare al meglio. Spesso sono tornato negli stessi luoghi più volte oppure ho atteso diverse ore per fotografarli nelle condizioni di luce ottimali. Quando sono certo di aver “catturato” una buona situazione, lo spazio e il tempo vengono meno e la fatica e i disagi patiti lasciano il posto all’euforia.
Le migliori agenzie fotografiche richiedono un’alta qualità, non solo determinata dalla passione e dedizione del fotografo, ma anche dai necessari strumenti tecnici. Il formato minimo dei file richiesti è infatti l'A3 a 300 dpi (la doppia pagina di una rivista per intenderci), formato ottenibile, con una piccola interpolazione, anche con le fotocamere da 12 megapixel (come le Nikon D2x, D300 e D700). Tecniche come lo stitching o l’HDR, illustrate nei miei precedenti eXperience (www.nital.it/experience/photo-stitching.php e
www.nital.it/experience/jumbo-gm.php) permettono di incrementarne la risoluzione.
La Nikon D800E invece, con i suoi 36 megapixel, produce immagini di dimensioni già grandi (62,31cm x 41,59cm a 300dpi) dalle quali, se occorre, è possibile isolare una porzione (tecnica del cropping).
Ma non è solo questione di pixel. Il file della Nikon D800E ha infatti una gamma tonale ricca di informazioni che consente di ottenere tutto quello che serve, limitando la tecnica dell’HDR (www.nital.it/experience/hdr-efex-pro.php) solo ai casi estremi. L’ergonomia e le numerose migliorie apportate (come l’orizzonte virtuale, il timelapse, l’HDR on-camera, etc...) semplificano il lavoro del fotografo. La brillantezza e la qualità delle immagini richiedono pochi interventi in post-produzione essendo già buone nello scatto originale. Le foto della mia gallery sono state convertite dal Raw utilizzando il programma Nikon CaptureNX 2.3 quindi passate in Photoshop solo per eventuali correzioni “creative” sfruttando speciali filtri come Color EfexPro 4 di Nik Software.
Si deve però considerare che la Nikon D800E è una fotocamera a elevata risoluzione. Un file da 36 megapixel mette in evidenza ogni imperfezione. Per evitare che ciò accada, la macchina richiede ottiche di qualità e maggiore attenzione nella ripresa (il cavalletto diventa un accessorio indispensabile). Inoltre la post-produzione di immagini con queste dimensioni richiede computer più potenti e archivi più capienti. Fatta questa premessa, posso affermare che la Nikon D800E ha la qualità di un dorso digitale di medio formato, ma il peso e la maneggevolezza di una 35mm.
P.S. Con la Nikon D800E mi sono imbattuto in soli tre casi di moiré (risolti facilmente via software) dopo oltre 10.000 scatti e quasi due mesi di utilizzo.
Arcangelo Piai
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