di Silvia Paolillo | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Mille metri scavati nella roccia e sospesi tra l'azzurro profondo del mare ligure e il verde intenso e cangiante della macchia mediterranea... questa è la Via dell'Amore. I primi due tratti dell'odierno percorso vennero infatti costruiti tra gli anni Venti e Trenta quando, nel corso dei lavori per il raddoppio della linea ferroviaria La Spezia-Genova, i minatori tracciarono nuovi sentieri, lontani dai centri abitati di Riomaggiore e Manarola, per realizzare in località Vaolungo prima e presso i dirupi della “Banca” poi, sicuri depositi per le polveri esplosive. Dimesse le polveriere e conclusi i lavori ferroviari, gli abitanti dei due borghi marinari con mesi e mesi di estenuante lavoro scavarono la ripida parete di roccia a strapiombo sul mare per congiungere i primi due tratti e così creare una più rapida e agevole via di collegamento tra Riomaggiore e Manarola, sino ad allora affidata a impervi sentieri a mezza costa. Il nuovo percorso, che collegava i due borghi in soli venti minuti, fu battezzato Strada Nuova, ma ben presto cambiò nome. Un giovane innamorato, certamente ignaro di contribuire alla fama internazionale della romantica passeggiata, infatti incise su un sasso “Via dell'Amore”. La scritta venne a breve notata dal giornalista Paolo Monelli in vacanza nella riviera spezzina che cominciò ad utilizzare quel nome nei suoi articoli adoperandosi affinché venisse ufficialmente riconosciuto. Nel 1990 un imponente movimento franoso - innescato dall'abbandono dei terrazzamenti e delle colture che dagli anni Sessanta ha interessato le fragili coste delle Cinque Terre - rese necessaria la chiusura della Via dell'Amore e l'avvio di radicali lavori di contenimento delle frane e messa in sicurezza del percorso: tra gli interventi più importanti la costruzione di una galleria nella zona più franosa e degradata della costa. Nel tempo questo tunnel è divenuto “diario” per centinaia di migliaia di brevi messaggi d'amore, graffiti e date incisi, dipinti e scritti in tutte le lingue del mondo dai numerosissimi turisti e dal 2007 ospita l'istallazione artistica permanente dello scultore veneziano Marco Nereo Rotelli: sedici panchine, ognuna un'opera unica realizzata in ferro e legno di rovere su cui è stato pirografato un breve verso poetico di autori italiani e stranieri di grande rilevanza. Con la mia Nikon D60 catturo ogni scorcio di questo suggestivo percorso e mi concentro particolarmente sulle immagini di questa emozionante installazione che ha trasformato la celebre passeggiata in un ponte che unisce non più solamente due borghi (Riomaggiore e Menarola), ma tutte le civiltà in un unico messaggio di pace, che parla attraverso la potenza e l'universalità dell'arte e della poesia. L'indispensabile ma anche attento restyling a cui la Via dell'Amore è stata sottoposta, non ha minimamente scalfito il fascino originario di questa passeggiata strappata con fatica alla verticalità della roccia che in perfetto equilibrio tra mare e montagna, è divenuta il simbolo per eccellenza delle Cinque Terre. Lo testimoniano gli oltre due milioni di visitatori che ogni anno la percorrono.
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