È un borgo incantato Toiano: un pugno di case nella campagna collinare fra Palaia e Volterra, sullo sfondo di calanchi e balze volterrane. Provenendo da Palaia, la strada è larga non più di tre metri, tanto che due auto difficilmente possono incrociarsi. Lo sguardo si sofferma inevitabilmente sui calanchi, speroni di tufo alti anche 40-50 metri.
Alla fine dell'800, nel Dizionario Corografico d'Italia di Emanuele Repetti, Toiano era descritto come «un villaggio con castellare e chiesa plebana, dedicata a San Giovanni Battista, a circa miglia tre a scirocco di Palaia. Siede su alcuni poggi di tufo arenario e la sua parrocchia ha quattro filiali e 521 anime».
Oggi il borgo di Toiano è praticamente disabitato. Non ha un bar, non ha alberghi né negozi, banche, uffici, alimentari, non c’è acqua né luce, solo una Chiesa sconsacrata e un piccolo cimitero, posto all'ingresso del paese, silenzioso, tranquillo e un po' rovinato, come tutto il resto.
I boschi di Toiano, nei dintorni di Palaia, furono testimoni di un fatto di sangue che fece epoca: il delitto del Corpus Domini, il 5 giugno 1947. L'opinione pubblica del dopoguerra rimase sconvolta e morbosamente attratta dal terribile assassinio della "bella Elvira". Elvira Orlandini, una splendida ragazza di ventidue anni, venne trovata senza vita in un bosco vicino a casa, dove era andata ad attingere acqua a una sorgente. Il volto sorridente della bella contadina oggi è visibile sul ceppo di marmo, che la ricorda lungo la strada tra Palaia e Toiano. Se chiedete in giro, tra i vecchi dei paesi vicini, ancora oggi, molti si prestano ben volentieri a parlare della "bella Elvira".
Percorrendo l’unica via del paese viene spontaneo immaginare la vita dei suoi vecchi abitanti, senza la frenesia delle nostre città, ma con ritmi scanditi dalla bella e vigorosa natura che ancora oggi ci accoglie a Toiano.
Probabilmente i veri motivi del progressivo abbandono del borgo, vanno ricercati nella difficoltà degli spostamenti verso i centri lavorativi più vicini, dove gli abitanti dovevano recarsi quotidianamente, e nella mancata ristrutturazione edilizia, opera oggi necessaria per far rivivere questo gioiello incontaminato della campagna toscana.
Perciò il borgo merita sicuramente una visita, sia per assaporare vecchi profumi e perché no, per innamorarsene e ristrutturare una vecchia casetta, quindi vivere immersi nella natura.
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