Ascesa al Teide

A cura di: Enzo Baradel


Tutti conoscono le Isole Canarie e Tenerife in particolare per le spiagge ed il sole che splende tutto l'anno. Arrivando però in aereo si nota subito l'imponenza del Teide, il vulcano che ha dato vita all'isola, ossia l'isola stessa è il vulcano.
Quando si arriva a Tenerife tutti passano la loro vacanza al mare, molti fanno una gita sulla Caldera del Teide (la valle all'interno della quale si trova il cono vulcanico), quasi nessuno o pochissimi fino l'ascesa totale per tutta una serie di problemi.

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Circa 100.000 anni fa Tenerife era un enorme cono vulcanico che si ergeva nell'Oceano, alto diverse migliaia di metri. All'improvviso il vulcano è sprofondato su se stesso distruggendo metà isola e provocando un immenso maremoto. Quello che ne era rimasto era l'isola spaccata in due.
Per chi ci è stato, quello che era rimasto è più o meno l'attuale Caldera del Teide che ha un' altezza che va tra i 2000 ed i 2200 mt. Con il trascorrere dei millenni, lentamente il vulcano ha ricostruito se stesso creando il cono attuale che partendo dal centro della Caldera si erge fino a quota 3718 mt.

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Molte volte ho osservato il Teide dal livello del mare desiderando poter vedere l'Oceano Atlantico da li sopra ed immaginando il panorama.
Finalmente io (Enzo ed il mio amico Giorgio) decidiamo di fare l'ascesa, ma subito ci scontriamo con una serie di problemi.
Essendo il Teide Parco Nazionale, il governo locale vuole limitare l'accesso alla vetta per ragioni ambientali e di sicurezza. Di conseguenza non è possibile raggiungere il picco per mezzo della funivia e poi proseguire a piedi in quanto la stessa apre alle 09 del mattino e il raggiungimento della vetta deve essere fatto prima di quell'ora in modo tale che l'unica ascesa possibile è a piedi.
Visto che l'ascesa a piedi parte da 2100 mt per arrivare a 3718 mt in circa 5 chilometri di percorso, risulta essere abbastanza dura. O si parte alle prime ore della notte oppure si pernotta nel rifugio a quota 3300 per poi all'alba proseguire. Optiamo per questa seconda possibilità, ma dobbiamo prenotare il posto con parecchi giorni di anticipo.
Essendo il Parco del Teide assolutamente arido e non esistendo nel rifugio nessuna possibilità di approvvigionamento acqua e viveri, tutto deve essere portato a spalla e l'acqua pesa!!! Inoltre si parte da quota 2100 con una temperatura di circa 30 gradi per poi trovare sul picco diversi gradi sotto zero.
Decidiamo di ridurre il peso al massimo portando 3 litri d'acqua caduno, barrette energetiche, indumenti invernali, la mia Nikon D100, il Nikkor 12-24 DX ed il Nikkor 10.5 DX, l'Epson P2000 per scaricare le foto, treppiede e testa Manfrotto. Volevo portare anche la testa panoramica, ma alla fine desisto perché già così lo zaino pesa oltre 20 kg e durante l'ascesa si riveleranno parecchi.
Altro problema per chi non è un vero alpinista è il notevole dislivello in brevissimo spazio e questo ci creerà affanno soprattutto dopo i 3300 mt.

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Partiamo in auto da Playa del Las Americas e verso le 12.00 siamo a Montagna Blanca a quota 2100, la base di partenza. Carichiamo tutto in spalla e dopo circa un'ora e mezza e circa 150 mt di dislivello raggiungiamo la base del cono vulcanico. Da qui ci aspettano circa 1050 mt di dislivello da percorrere in circa 3 ore e mezza anche perché dobbiamo raggiungere il rifugio che si trova a 3300 mt prima che faccia buio.
15 minuti di pausa per togliere lo zaino che mi stava rompendo la schiena e mangiare qualcosa. Ripartiamo e subito la salita diventa ripidissima ed impegnativa a causa del terreno formato da lava che è molto friabile e quindi scivoloso. In certi punti è talmente inclinato che bisogna quasi arrampicarsi. Il panorama è ovviamente incredibile in quanto a circa 2000 mt il cielo completamente coperto di nuvole spesse da cui erge il cono e noi vi siamo sopra. E' come stare sopra elevati su una tappeto di nuvole ed effettivamente i canari chiamano questo fenomeno "Mar de nubes".
A metà percorso ci fermiamo altri 10 minuti per riposare un attimo e togliere lo zaino decisamente troppo pesante e per bere, così si alleggerisce un pò. La disidratazione è molto alta a causa del clima estremamente secco e quindi bisogna bere molto. Nonostante faccia parecchio freddo ci cambiamo la maglia che sulla schiena a contatto con lo zaino è fradicia di sudore e la stendiamo in un cespuglio. In circa 10 minuti è completamente asciutta. Ne approfitto per fare anche qualche foto.
Ripartiamo per l'ultimo sforzo ed alle 17.30 raggiungiamo il rifugio a quota 3300.
Inizia a fare buio ed il freddo incomincia a farsi sentire. Il rifugio è estremamente spartano, dentro non c'è riscaldamento e la temperatura interna è di circa 7 gradi. Sicuramente non il massimo per passarci la notte.

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Riposiamo un po' e ne approfittiamo per goderci l'incredibile tramonto che inizia a colorare il cielo di varie sfumature di rosso per passare poi al viola, al blu scuro. Le stelle iniziano a fare la loro comparsa ed a questa altezza se ne vedono veramente parecchie, soprattutto perché il cielo delle Canarie è uno dei più puliti al mondo. Non per nulla gli osservatori astronomici più importanti si trovano qui ed alle Hawaii. Facciamo anche qualche foto. Il sole è ormai basso e proietta l'ombra conica del vulcano sul mare di nuvole per un centinaio di chilometri; uno spettacolo. Quassù sembra di stare sul tetto del mondo.

Cerchiamo di far passare come si può il tempo dentro al rifugio, ma fa freddo e non c'è niente da fare per passare il tempo. Cerchiamo di riposare perché il mattino seguente ci aspetterà la parte più dura. Alle 21 andiamo a dormire, le brande sembrano dei loculi con un materasso ed una specie di piumone, ma con la stanchezza che abbiamo addosso ci sembrano dei letti di lusso. A causa della bassa temperatura dormiamo vestiti, ma più che dormire è un dormiveglia.
Alle 03,50 del mattino ci alziamo, 10 minuti per preparaci ed iniziamo l'ultimo tratto ed il più duro che da 3300 ci porterà in vetta a 3718 mt.

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Usciamo dal rifugio e vediamo il cielo di un colore nero assoluto ricoperto da milioni di stelle, che spettacolo. La temperatura è sotto zero ed iniziamo la marcia. I primi metri sono duri in quanto molto ripidi e con i muscoli delle gambe ancora freddi. Camminiamo illuminandoci il cammino con delle torce fissate sulla giacca a vento, ma non è semplice, il buio è assoluto ed il terreno lavico è nero e non si vede nulla. Camminando ogni tanto guardiamo verso il basso dove si distinguono chiaramente le luci di Puerto de la Cruz sulla costa nord e di Playa de Las Americas sulla costa sud. In lontananza le luci dell' isola di Gran Canaria e de La Gomera.
Dopo un'ora di marcia ci fermiamo 10 minuti, la pendenza è elevata. Ripartiamo per fare gli ultimi 200 mt ma da qui l'inclinazione aumenta come pure la stanchezza e l'affanno. Sono i 200 mt più duri, ma alla fine
alle 6.00 del mattino raggiungiamo il sasso più alto del Teide.

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In alcune zone ci sono vapori di zolfo e soffiatine di vapore, per fortuna anche qualche zona dove il terreno è caldo. Insomma il vulcano è vivo. Mi riposo 10 minuti perché di lì a poco inizierà a sorgere il sole e dovrò essere preparato per fotografare lo spettacolo che si presenterà. Da sopra il sasso in cui mi sono appostato, facendo una rotazione di 360° su me stesso posso vedere integralmente l'isola di Tenerife e tutte le altre sette isole dell'arcipelago, ma decido di puntare la mia Nikon D100 verso est, aspettando il sole. Per preparare tutto devo togliere i guanti ed il freddo fa male alle mani ma ad un certo punto il primo raggio di luce emerge dall'orizzonte. Inizio scattare varie foto verso est, verso nord (Puerto de la Cruz) e verso sud (Playa de Las Americas). Utilizzo il 12-24 ma anche il 10.5 che a questa altezza da un effetto spettacolare alla vista panoramica. Uso anche l' SB800 come flash di schiarita per immortalarmi sulla vetta con il sole che sorge alle mie spalle.

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I colori dell'alba cambiano continuamente a seconde dell'alzarsi del sole sull'orizzonte, faccio decine di scatti e poi verso le 7.00 mi accorgo che dietro di me il sole sta proiettando l'ombra conica del vulcano sull'oceano, oltre l'isola della Gomera e quindi oltre un centinaio di chilometri... che spettacolo!!!
Verso le 8.00 del mattino oramai la luce è piena e decidiamo di iniziare la
discesa. Ci aspettano altre 4/5 ore di cammino non meno impegnativo dell'ascesa, prima di raggiungere l'auto, ma conoscere un aspetto di Tenerife che la totalità dei turisti non immagina nemmeno ne è veramente valsa la pena.

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