Se incontraste fate e gnomi lungo le sponde del fiumi Isonzo, So?a in sloveno, non vi meravigliereste. Perché lo scenario che si apre superando la città di Nova Gorica, e seguendo il “fiume di smeraldo”, lungo il Collio Goriziano, inoltrandosi in Val Trenta e poi su sino alle pendici del Monte Triglav, sembra rubata ad un libro fantastico.
Dalle colline cinte di vigneti (da cui si producono i vini più importanti della Slovenia), che da Brda discendono sino alla città di Plave, la Natura ha un'armonia quasi surreale e i paesi lungo la valle un ordine perfetto.
Dal ponte di Plave la strada inizia a salire e la valle si fa più stretta. Dalla dolcezza delle colline si passa alla maestà delle montagne, e il fiume Isonzo da semplicemente verde, si fa smeraldo. Sulle sponde sono i “pescatori con la mosca” che si avventurano alla ricerca di uno degli endemismi più preziosi della valle; la trota marmorata. La specie un tempo a rischio di estinzione, oggi è tornata ad abitare la corrente del fiume, grazie ad un efficace piano di recupero, ed è una preda ambitissima. Arrivati a Tolmin, sono gli sport dell'aria a farla da padrone. Dalla montagna che sovrasta la cittadina, si gettano con il parapendio sportivi provenienti da tutta Europa, appassionati del volo a vela tedeschi, italiani, inglesi, dei paesi dell'est e persino dagli Stati Uniti, si radunano, quando la stagione è propizia, in questo luogo a formare una comunità cosmopolita dell'aria. Lasciata Tolmin ci si dirige verso Kobarid, a noi più tristemente nota come Caporetto, e qui, è la storia a venirci incontro. Sul monte Gradi?, che sovrasta la cittadina, è stato costruito l'Ossario italiano, in memoria dei caduti della Grande Guerra, che si erge sulla valle con la sua struttura ad arcate concentriche che racchiudono la chiesa di S. Antonio. Vi si può accedere salendo per una strada che presenta ai margini le stazioni monumentali della via crucis. In basso nel centro del paese invece il museo della Guerra. Il museo rappresenta gli eventi accaduti sul fronte isontino in particolare la dodicesima battaglia, nota proprio come la battaglia di Caporetto, che fu uno dei più imponenti scontri armati della storia. La storia ricostruita nei luoghi della memoria slovena, in cui il fiume è sempre al centro, è una storia imparziale, che vuole rammentare la devastazioni, di cui per fortuna oggi la valle non porta più gravi tracce. Per averne un'esperienza più suggestiva è possibile effettuare delle escursioni di trekking andando a visitare ciò che rimane delle trincee e dei fortini, lungo le tre linee del fronte. Continuando a salire alla ricerca delle sorgenti dell'Isonzo si arriva a Bovec, alla confluenza tra la valle del Trenta e la valle del Coritenza, al centro del Parco Nazionale del Triglav. In quest'area le Alpi Giulie si fanno aspre e raggiungono vette importanti. Questo è il paradiso degli sport invernali. Sul Monte Kanin si superano i duemila metri e i suoi impianti di risalita sono aperti sino al mese di aprile, e quando si arriva in vetta nelle giornate serene si arriva a sciare potendo scorgere il riflesso del mar Adriatico in lontananza. Il nostro viaggio incantato finisce sulle pendici del Triglav a circa mille metri d'altitudine, dove il So?a si fa sempre più piccolo e dall'andamento sempre più rapido. Salendo lungo un breve sentiero si arriva proprio alla sorgente, dove l'acqua zampilla dal terreno a formare una minuscola pozza e da qui a ritroso lungo il percorso che abbiamo fatto ridiscende sino al mare. |
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