Gli editoriali di moda narrano storie attraverso le immagini per catturare l’attenzione dei lettori. Devono avere un concept che si ritrovi negli scatti e sia coerente con il magazine che ha commissionato il lavoro o con le testate a cui si vorrà proporre la sua pubblicazione. Fare oggi fotografia editoriale permette di spaziare fra molti magazine online, favorendone una diffusione maggiore rispetto ai tempi della carta stampata.
La fotografia è un linguaggio che ci aiuta a esprimere la nostra visione, le nostre emozioni e anche i nostri concetti. Quando scattiamo però, se non abbiamo chiarezza su dove vogliamo dirigerci o non sappiamo esattamente cosa vogliamo dire, difficilmente riusciremo a trasmettere il nostro messaggio. Avere solo un’idea non basta, bisogna anche capire come esprimerla nel migliore dei modi. In primis occorre partire dal concetto che si vuole sviluppare così da definire un tema e capire il mood da adottare per stile fotografico, illuminazione, color editing, ricerca della location, etc…
L’importanza di una buona pianificazione
Con l’editoriale di moda Caetofobia ho voluto affrontare il tema della paura irrazionale verso i capelli. Lo shooting ha preso di conseguenza i capelli come protagonisti che sono stati il filo conduttore di tutti gli scatti. L’intenzione è stata quella di trasmettere un senso di angoscia e ansia, come per chi ne soffre. Avendo definito il punto di partenza, ho intuito subito che l’atmosfera intorno a ogni mio scatto doveva essere cupa, anche per quanto riguardava l’illuminazione, la post-produzione, la scelta della location. Lo sviluppo di ogni singola scena doveva rispecchiare inoltre un mood surreale essendo comunque una fobia che nasce dall’inconscio.
Per concretizzare le idee e iniziare a ordinarle, il metodo è stato quello di mettere nero su bianco, ideare schizzi su ciò che avevo in mente, chiedermi come avrei voluto sviluppare le scene e soprattutto se il progetto sarebbe stato fattibile dopo essermi confrontata con il team che ho coinvolto.
Il passo successivo è stato quello di trovare una location adatta. Avendo un tema particolare e volendo adottare un mood cupo, dovevo per forza trovare uno spazio che fosse vissuto, non nuovo di zecca e anche un po' angusto, ma non troppo ricco di dettagli. Volevo infatti evitare che questi potessero distogliere l’attenzione dalla mia storia.
Dopo un po' di ricerca, sono riuscita a farmi dare le chiavi di un appartamento disabitato che apparteneva alla famiglia di un conoscente. Sono andata a fare un sopralluogo per accertarmi che l’ambiente fosse idoneo e che rispecchiasse tutto quello che stavo cercando e l’ho trovato perfetto. Come luce ho deciso di utilizzare solo quella diurna che entrava dalle finestre e come obiettivo l’AF-S Nikkor 24-70mm f/2.8E ED VR che è molto versatile e va benissimo anche per i ritratti.
Le foto sono state realizzate con ISO bassi, grazie alla Nikon D850 che mi permette di fotografare perfettamente anche con poca luce.
Nell’immagine Caetofobia-05 in particolare, ho posizionato la modella nella parte opposta della fonte di luce naturale data dalla finestra sulla destra, per realizzare un mood cupo e lasciare l’attenzione sui capelli che sono i protagonisti del progetto. I capelli sono stati inseriti dentro una lampada, dove entrano composti e pettinati ed escono come se fossero delle radici pronte a insidiarsi come le paure. A sua volta è stato posizionato un faretto Led a luce calda al centro della lampada per ricreare un’atmosfera surreale e rafforzare il concetto di questa fobia irrazionale.
L’editoriale è stato pubblicato su Kaltblut Magazine, magazine tedesco con sede a Berlino noto nel settore per essere in linea con questo mood.