Se mi è possibile vivere da vicino le situazioni e di queste trasmettere le emozioni con delle immagini, posso ritenermi soddisfatto del mio lavoro...
Immortalare emozioni e sensazioni: è questa l'idea che mi assilla dal giorno in cui ho preso in mano la mia prima macchina fotografica. Da subito mi sono appassionato alla fotografia sportiva, forse perché sono cresciuto tra le Dolomiti, o forse perché io stesso pratico diversi sport. La fotografia outdoor è rimasta negli anni la mia passione, ma da un po' di tempo cerco di esprimere il mio punto di vista sul mondo con uno stile più vicino al reportage. Documentare eventi o tentare di interpretare gli edifici – le idee e i significati che gli architetti racchiudono nelle loro costruzioni – è ciò che faccio con le mie fotografie.
Ciò che più conta per me, prima di ogni shooting, è capire cosa provano gli atleti e quel che vogliono trasmettere. Se mi è possibile vivere da vicino le situazioni e di queste trasmettere le emozioni con delle immagini, posso ritenermi soddisfatto del mio lavoro.
Alcuni anni fa, dopo un infortunio subito scalando un versante, fu proprio uno shooting fotografico a riportarmi tra i monti. Un mio caro amico e slackliner, Armin Holzer, mi chiese di fotografarlo alle prese con il suo progetto: tendere una slackline a ogni vetta delle Tre Cime di Lavaredo.
Inizialmente fui scettico. I ricordi dell'incidente erano ancora vivi, ma riuscì a convincermi. Mi assicurò che mi sarebbe stato accanto e che mi avrebbe condotto in cima a ogni vetta. Mi sentii sicuro, tanto da potermi concentrare solo sul servizio fotografico.
Le immagini iniziarono a prendere forma prima nella mia testa. Fu una sensazione di beatitudine indimenticabile!
Anche quest'anno mi sono ritrovato davanti a una sfida, quando ho ricevuto una email dalla principale di uno dei più grandi uffici di event-management. Mi è stato offerto di fotografare il Salomon 4 Trails, gara podistica che parte da Garmisch, in Germania, e si conclude a Samnaun, in Svizzera. La preparazione sarebbe stata la parte più difficile. Volevo infatti correre alcune parti delle tappe e l'equipment doveva essere adattato.
Ho deciso di portare con me la Nikon D4 e di utilizzare, a seconda dei casi, diversi obiettivi a focale fissa: l'AF-S Nikkor 35 mm F/1.4G, l'AF-S Nikkor 50 mm F/1.8, il fish-eye e lo zoom AF-S Nikkor 70-200mm F/2.8G VR. Sui miei bastoncini da trekking ho montato due piastre da stativo flash, per essere pronto a ogni situazione e imprevisto. In questo modo avevo due piccoli stativi, ma allo stesso tempo due bastoncini per le corse in discesa. Quest'idea si è rivelata molto utile...
Ho fotografato le varie tappe in diversi modi: la partenza oppure il traguardo. Per cogliere i momenti e le panoramiche migliore, ho deciso di correre insieme ai corridori. Vivevo così le loro sensazioni e vedevo come arrivavano ai loro limiti. A tappa conclusa, la giornata non era ancora finita dovendo fare una preselezione quindi preparare le foto del giorno.
All'inizio del lavoro, non avrei mai creduto che mettere in carica le batterie sarebbe stato uno dei compiti più difficili. Non riuscivo infatti a posare la macchina fotografica.
La passione per la fotografia di luci astratte, mi trascinò sera dopo sera anche fuori dalla stanza. Volevo immortalare gli effetti della luce in combinazione con i paesaggi.
Sono inoltre affascinato dalla possibilità di rendere la frenesia della vita quotidiana e, allo stesso tempo, creare tranquillità grazie alla natura.
Così facendo, accade che non mi accorgo del tempo che passa. Quando è in gioco la mia passione, dimentico tutto intorno a me, e tempo e stanchezza perdono importanza.