È una delle mete caraibiche più gettonate. La Repubblica Dominicana offre un po' di tutto: spiagge di sabbia bianca, mare cristallino, buona cucina, rum e musica latina. I tramonti, indimenticabili, sono tutti da fotografare...
Fa parte delle Isole Antille, arcipelago dell'America Centrale che a forma d'arco, e per oltre 4.000 km, si snoda fra la regione messicana dello Yucatan e le coste del Venezuela. La Repubblica Dominicana, spesso ed erroneamente chiamata Santo Domingo, nome che invece ne indica la capitale (oltre 2 milioni e 800 mila abitanti), occupa la parte est dell'isola che Cristoforo Colombo, il 5 dicembre 1492, chiamò Hispaniola.
Della stessa, la parte a ovest coincide invece con Haiti. A sud, la nazione è bagnata dal Mar dei Caraibi, culla di innumerevoli miti e leggende, mentre le coste del nord sono lambite dall'Oceano Atlantico.
Siamo quindi ai Caraibi dove più o meno tutti, almeno una volta nella vita, hanno sognato di trascorrere le proprie vacanze. Mare cristallino, sole, spiagge di sabbia più o meno bianca, palme da cocco, ritmo latino (merengue e bachata si odono ovunque) e rum (sul posto lo chiamano “ron”), fanno da sfondo a ogni giornata. A conclusione di ognuna di queste, c'è sempre un tramonto, uno spettacolo gratuito a cui conviene non rinunciare.
Mare e sole non devono però distogliere l'attenzione dalle aree più interne, quindi dalle foreste di mangrovie, dalle distese di erbe aromatiche, dalle piantagioni di canna da zucchero (ingrediente base del ron), di caffè, cacao, zenzero, vaniglia e via dicendo. Terre che però mettono a nudo il divario sociale esistente fra chi conduce una vita molto agiata (fra questi diversi stranieri che in Repubblica Dominicana hanno investito e fatto fortuna) e chi invece ogni giorno deve lottare per andare avanti.
Quanto alla mia esperienza, ho preferito vivere il luogo non come viaggiatore, non come esploratore degli angoli di natura più nascosti e selvaggi, ma bensì come vacanziere.
Ho scelto un villaggio, uno dei resort storici della Repubblica Dominicana, uno di quegli all inclusive dove puoi mangiare e bere (anche alcolici) per tutta la giornata.
Situata lungo la costa di sud-est, quindi sul Mar dei Caraibi, a pochissimi chilometri da Bayahibe, piccolo centro di pescatori, la struttura che mi ha ospitato è vicina all'aeroporto internazionale di La Romana (40 minuti circa di autobus), dove siamo atterrati e da dove, purtroppo, dopo due settimane, abbiamo dovuto lasciare l'Isola per far ritorno in Italia. Qui, retorica a parte, il tempo (e non solo) sembra essersi fermato.
Eppure, nonostante tutto all'interno del resort sembrasse fuori dalla realtà (quasi ovattato), l'essenza dei dominicani, le loro abitudini, la loro naturale predisposizione al buon umore, le ho avvertite tutte. E le avverto ancora adesso, anzi di più, visto che il ritorno alla mia realtà, sicuramente più frenetica e meno distesa, è stato traumatico al di là di ogni previsione.
Nelle terra del rum (assaggiate se potete il famoso Brugal o il Ron Barceló) ci sono stato a stagione umida già iniziata, quindi tra fine maggio e inizio giugno, un periodo che non viene di solito considerato fra i migliori. Essere d'altronde ai Caraibi e non poter andare al mare per via della pioggia non è effettivamente ciò che si spera, e che speravo, prima di arrivare.
E invece le nuvole che spesso e volentieri coprivano il cielo, sono state di grande aiuto: quando questo è terso, specie nelle ore centrali della giornata, picchia davvero forte e, per chi è poco abituato, può rappresentare anche un problema. Per fortuna le piogge si sono concentrate nelle ore notturne, lasciandomi la possibilità di vivere appieno quelle diurne. Va comunque sottolineato che oltre i mesi di luglio e agosto, e fino a novembre, il meteo può davvero fare i capricci e mettere i turisti a dura prova.
Le immagini incluse in questo Nikon Life, sono state riprese con una Nikon COOLPIX P300, una delle fotocamere compatte Nikon di mio maggiore gradimento per qualità delle immagini e luminosità dell'obiettivo (f/1.8). Un paio sono ottenute utilizzando la funzione HDR (High Dynamic Range) integrata nella macchina.
Ritraggono in parte il resort, in parte il piccolo porto di Bayahibe, in parte la spiaggia di una delle isole a questo più vicine e meta costante di escursioni: l'isola Saona.
Distante da Bayahibe meno di due ore di navigazione, procedendo a velocità media a bordo di un catamarano, la piccola isola vive principalmente di pesca e di vendita di souvenir ai turisti e oggi, purtroppo, conserva i segni lasciati da uno degli ultimi uragani che hanno interessato la regione, l'Uragano Sandy (ottobre 2012). Al di là di questo, vanta spiagge incantevoli e un mare di colore verde intenso. Fu chiamata Saona, in onore della città ligure di Savona, sempre da Cristoforo Colombo che la scoprì durante il secondo viaggio al Nuovo Mondo.
Concludo dicendo che insieme al rum, la Repubblica Dominicana produce un altro alcolico: la Mama Juana, eccellente mix di rum, miele, vino rosso e radici aromatiche. Buono da gustare e più leggero del suo ingrediente base, ha proprietà terapeutiche ed afrodisiache. Almeno così dicono!