Romania, la Pasqua ortodossa nel Maramureș

A cura di: Valerio Dondi

Fotografie di:
Luigi Montanari, Domenico Bressan, Bruno Barbieri, Maurizio Iazeolla, Medardo Alberghini, Liliana Rapuano, Alberto Pellegrini, Gabriel Motica, Catalina Filip, Mirko Torresani, Alessia Capozzi, Anna Vilardi e Valerio Dondi


Spiritualità e momenti di festa di un popolo che ha conservato intatta nel tempo la propria genuinità.



Un viaggio nella regione del Maramureș, nel nord della Romania, è anche un viaggio a ritroso nel tempo. Arriviamo da Cluj, capoluogo dell'omonimo distretto e vecchia capitale della Transilvania. Qui abbiamo subito la sensazione che occorra lasciarsi alle spalle il fardello dell'agiata quotidianità occidentale per cogliere l'anima antica, ricca e genuina di questa terra e della sua gente.
Il paesaggio scorre, dal fuoristrada di Gabriel, con una bellezza struggente e proseguendo verso nord cogliamo sempre più i segni di un'economia agricola di sussistenza che pensavamo relegata ai racconti quasi dimenticati dei nostri nonni.
Catalina e Gabriel, organizzatori del viaggio fotografico, hanno scelto la settimana della Pasqua ortodossa nella quale le liturgie che coinvolgono la profonda fede della gente del Maramureș si fondono con i momenti festosi di una realtà sociale semplice e genuina.
La ritualità della settimana di Pasqua inizia con la preghiera e con il ricordo dei defunti. La preghiera è un momento di profonda spiritualità e di raccoglimento anche fisico. Nemmeno la presenza delle nostre fotocamere distoglie i fedeli dall'intensità del momento. Siamo accettati, così come è accettata con serenità ogni espressione della socialità.



Assistendo al ricordo e alla visita ai defunti, ci colpisce la sobrietà dei camposanti: le semplici lapidi non hanno attinenza con lo stato sociale del defunto. Tutti sono uguali e raccolti attorno alla loro chiesa come quando erano in vita. C'è un giardino dove rinnovare con serenità il ricordo di chi è partito prima di noi.


Semplicità che ritroviamo entrando nella chiesa: "Le nostre chiese devono essere come le nostre case. Entrando ciascuno deve sentirsi come a casa propria", ci dice il prete. E forse è anche questo che mantiene forte quel legame profondo tra la gente.



Le celebrazioni della Resurrezione iniziano la sera del sabato e proseguono per tutta la notte, fino al mattino di Pasqua. La liturgia è complessa e articolata, con un susseguirsi di sensazioni intense che coinvolgono profondamente anche noi. Siamo qui per documentare con le nostre fotografie e poi, al termine delle celebrazioni, invitati all'offerta simbolica del pane imbevuto nel vino.



La benedizione del pranzo di Pasqua conclude il rituale del mattino. Fuori dalla chiesa ci sono le donne del paese con i loro cesti sui quali accendono le candele. Ciascuna offre un pane alla chiesa, pane che sarà poi distribuito nel pomeriggio durante l'incontro tra il prete e la gente del paese. I fedeli prendono simbolicamente possesso della chiesa e sono autorizzati per l'occasione a suonare le campane.



Le giornate successive vedono la sacralità della Pasqua sfumare per unirsi a una ritualità più antica che affonda le sue radici nella rinascita della natura dopo i mesi invernali. Feste di speranza per una rinnovata prosperità agricola e sociale si arricchiscono di musica, balli e gare di abilità, in un trionfo di genuina allegria e di colori nei vestiti tradizionali della stupenda gente del Maramureș.


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