Fiumi e biodiversità nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano
Prima di realizzare un servizio fotografico mi chiedo cosa devo riprendere e su quali aspetti concentrami. Cerco il carattere peculiare del soggetto e mi documento. Studio su libri, su Internet, leggo riviste specializzate e parlo con la gente, per cercare di capire più che posso del mio soggetto. Ci metto giorni, settimane, a volte persino mesi prima di essere pronto e, quando finalmente vado in campo a fotografare, ho già le idee chiare e la mia bella lista di immagini.
Ma quando mi hanno chiesto di realizzare un libro fotografico sui fiumi e la biodiversità del Parco Nazionale de Cilento e del Vallo di Diano, è stato tutto diverso; conoscevo già bene questo territorio, i suoi fiumi, le piante, gli animali e la gente che vi abita. Le immagini che avrei voluto far vedere, dovevano raccontare le familiari emozioni che vivo ogni volta che ripercorro questi luoghi.
I fiumi del parco sono l'anima stessa del suo territorio, tanto ne caratterizzano il paesaggio, la vegetazione, la fauna e persino la distribuzione dei centri urbani e delle attività dell'uomo. Nascono da diverse montagne, ricche di fenomeni carsici e sgorgano dalla roccia in acque limpide e cristalline. Da qui scorrono verso valle attraversando i numerosi paesaggi che la natura e l'uomo hanno creato nel corso del tempo.
Fotografare i fiumi del Parco ha significato ripercorrere la storia del territorio, quella naturale e quella dell'uomo, evidenziando ora aspetti scenici selvaggi, ora resti di mulini o piccoli fontanili in pietra. Così nelle immagini si susseguono scene in cui è la natura a farla da padrone, con il moto impetuoso delle acque che modellano prepotentemente la roccia, levigandola a uso del loro cammino. Altre scene, invece, rivelano il sapiente uso di queste forze da parte dell'uomo che, timidamente, ma con caparbietà, nel corso dei secoli ha inserito nel paesaggio fluviale piccoli manufatti, ora testimoni di un'antica civiltà quasi scomparsa.
Fotografare lungo i fiumi, significa arrampicarsi su pareti rocciose lisce e rese viscide dalla pellicola di alghe che vi attecchisce, oppure addentrarsi tra un fitto sottobosco spinoso, portando sulle spalle tutta l'attrezzatura e un robusto treppiede.
Così, per questo tipo di riprese, preferisco le fotocamere più leggere, come le Nikon D700, D300 e D7000, con obiettivi zoom che mi consentano di cogliere diverse inquadrature, senza trasportare un arsenale.
Preferisco la coppia Nikkor AF-S 17-35mm f/2.8 e Nikkor AF-S 70-200mm f/2.8 VR. Con questi zoom molto luminosi riesco a cogliere le atmosfere da fiaba che mi emozionano di più, facendo risaltare i forti contrasti dopo il tramonto e le foschie che precedono l'alba.
Poi mi dedico alla biodiversità, che in questi fiumi è notevole. Ci sono la lontra, regina delle acque, e diversi uccelli migratori e nidificanti, che posso cogliere dopo impegnativi appostamenti con un lungo tele come il Nikkor AF-S 500mm f/4G VR.
Tra i sassi delle rive e nel greto, si trovano una ricca flora e una fauna meno conosciute, non per questo poco importanti. Basta sollevare una pietra e osservare gli organismi minuscoli e affascinanti che si mostrano alla vista. In questi casi è pronto ad aiutarmi il Nikkor micro 105mm f/2.8 VR, che mi permette di inquadrare i dettagli più minuti. Un po' di coraggio e con una muta subacquea semi-stagna affronto l'acqua gelida e cristallina alla ricerca di piccoli pesci o larve di anfibio da fotografare con una custodia subacquea e la Nikon D300.
Raccontare i fiumi del parco e la loro biodiversità ha richiesto il solito impegno, tecnico e creativo, ma è stato un lavoro piacevole, emozionante e che ha ravvivato il mio amore per questi luoghi. La speranza è di riuscire a trasmettere a chiunque avrà la possibilità di sfogliare le mie immagini, le stesse emozioni che ho vissuto durante le riprese. È questo lo scopo del progetto “Sguardo sull'Italia - Biodiversità per il 2020”: far conoscere la biodiversità del nostro Paese e permettere che tutti siano consapevoli del grande patrimonio naturale che l'Italia custodisce.
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