Cosa spinge un uomo d'affari ad appuntarsi in agenda questa data: 8 maggio 2011 arriva il Papa al Parco di San Giuliano a Mestre?
Cosa spinge una madre di famiglia a rinunciare alla gita domenicale fuori porta per portare i figli alla Messa delle 11.00 al parco di San Giuliano?
Cosa spinge un giovane in divisa scout ad aderire al servizio d'ordine per l'arrivo del Papa al Parco di San Giuliano?
Cosa spinge una coppia di sudamericani, di giapponesi, di croati, di tedeschi, a prenotare il volo con largo anticipo per l'Italia, sapendo che il Papa sarebbe stato a Venezia l'8 maggio 2011?
Cosa spinge un bambino delle scuole elementari a partecipare ad una Messa all'aria aperta, con i suoi compagni di classe e le sue maestre di religione, durante un'insolita domenica mattina di maggio?
Cosa spinge un nonno ad alzarsi all'alba e passeggiare fino al Parco di San Giuliano?
Od una coppia di fidanzati a pregare insieme, davanti al Papa in persona?
Anche se lo si vede piccolo piccolo, in lontananza, arrivare nella sua tranquillità, seguito da un esercito buono e bianco.
Ne vale la pena.
Vale la pena fermarsi e mettersi in silenzio. Anche solo a pensare a domani, a ieri. Al futuro o alla propria famiglia. Al proprio lavoro, ai propri figli e a chi non c'è più.
Vale la pena zittirsi davanti alla mondialità di una persona. Calmarsi e prendersi del tempo.
Non serve pregare. Basta essere curiosi e camminare. Alzare lo sguardo all'altare, schiudere le orecchie al tocco delle campane. Aprire la gola al canto. Un unico canto senza differenze di colore, di etnie, di cultura.
Un canto per tutti.
Non serve esultare, basta l'umiltà del proprio ruolo. Ognuno ne ha uno agli occhi di qualcun altro.
Ognuno porta una divisa: rossa, verde, blu o bianca. Ognuno porta una bandiera e con il vento che la muove arrivano le speranze, aggrappate.
La speranza. Cos'è la speranza se non una preghiera nel fondo del cuore?
A chi dice di non credere, prega sperando. Nel lavoro che non ha più o nell'amore che ha trovato.
In quella sensazione calda che rasserena il cuore e ti fa alzare le ciglia al cielo.
Chissà…
Davanti al Papa, l'8 maggio 2011, c'erano più di 300 mila chissà. Di tutte le lingue, di tutti i colori, profumi e divise.
Non c'era paura dello straniero, di stringere la mano in segno di pace ad un nero, disabile o slavo. Non c'era fretta e i cellulari finalmente potevano restare spenti.
C'erano sorrisi complici, di quelli che vedi spesso in montagna, quando camminando su sentieri di bosco, verso la vetta, ci si incontra con altri appassionati.
Davanti al Papa si era tutti verso la vetta. In cammino anche se seduti. Un movimento statico, un movimento di respiri. Un movimento di fratellanza.
Eventi come l'8 maggio 2011, sebbene non siano esenti da critiche, rendono l'uomo umano. E l'uomo si riscopre tale quasi in punta di piedi.
Sono davvero io? Quello sudato al sole, in ginocchio davanti ad un mare di gente? Con mio figlio sulle spalle, supportando anche il suo avvenire?
Io ci ho creduto? Ci ho creduto davvero che la vita può essere migliore se solo smettessi di correre?
Ci credo davvero che la completezza, la felicità, non la vendono nessuno ma si hanno solo se si incontra l'Altro?
ATTREZZATURA UTILIZZATA
Corpo macchina Nikon D700 • Corpo macchina Nikon D80 • Obiettivo Nikkor 50 mm •
Obiettivo Nikkor 80-200 mm • Obiettivo Nikkor 70-300 mm
|