Sono anni che le mie Nikon mi seguono per le colline del Monferrato registrando le stagioni nelle diverse condizioni atmosferiche e di luce.
Questo Nikon Life è dedicato a un’antologia di scatti fotografici che ho intitolato: “Ombre di nuvole”. Non sono “tranquilli” paesaggi didascalici, in cui tutto può esser letto distintamente, ma paesaggi con alti contrasti, con zone chiare e zone scure nelle quali, sovente, non si percepisce il dettaglio. Per questo tipo di immagini, a mio parere, è il mood a essere importante, a creare emozione in chi osserva.
E la qualità del mood che emana dalla fotografia di un qualsiasi soggetto (da uno still life a un paesaggio) è data dalla composizione e, soprattutto, dalla luce. Lo studio della luce mi ha accompagnato per tutta la vita, lavorando nel settore pubblicitario, sia in teatro di posa sia in esterno (ovviamente un reporter non potrà attendere la luce “giusta” per scattare…).
Ombre di nuvole
“Vanno, vengono, ogni tanto si fermano”, cantava De André. Non con la frequenza dei cieli di Bretagna, ma anche da noi in Piemonte
di tanto in tanto capita che ci siano cieli variegati di nuvole con altrettanti squarci di azzurro e, più raramente, cieli tempestosi che lascino filtrare raggi solari. L’importante è che non ci sia foschia, connubio di umidità e polvere che ammorbidirebbe esageratamente il contrasto, vanificando in partenza il risultato che si desidera ottenere.
Buona parte di queste immagini sono state realizzate da un punto di ripresa
elevato, con una grande e aperta visuale. La proiezione delle ombre di nuvole sul terreno, lo rende maggiormente mosso. Il susseguirsi dei vari piani di chiaroscuro conferisce maggiore profondità e, a mio parere, rende l’immagine meno banale, più viva e intrigante.
Sovente le giornate ideali sono accompagnate dal vento: non rimane che sistemarsi nel punto prescelto e, con pazienza, attendere l’evoluzione del movimento delle nuvole. Dal momento che i giochi di chiaroscuro sul terreno sono imprevedibili, gli scatti sono tanti, per aver poi la possibilità di scegliere la situazione migliore.
Un trucco vecchio come la fotografia è quello di esporre per le alte luci. Se poi la parte illuminata dal sole è, di suo, chiarissima (come una nube, una casa bianca o un cavallo grigio) il contrasto risulterà talmente alto da sembrare forzato, ma è così nella realtà: ci sono molti diaframmi di differenza tra il bianco colpito dal sole e il verde di un bosco in ombra…
In certi casi, utilizzando un filtro polarizzatore, oltre che a penetrare la foschia, si riesce a incrementare ulteriormente il divario tra chiaro e scuro.
Se poi il meteo non fosse dalla nostra parte e non vi fosse neppure l’ombra di una nuvola, per non tornare a casa con la memory card vuota, potremmo inventare dei succedanei di ombre di nuvole inquadrando, in primo piano, ombre di alberi o altro che sia.
Per restare sempre nel tema chiaroscuro, aggiungo un’ultima immagine di un campo di grano quasi in notturna, illuminato pennellando dall’alto per 20 s con luce artificiale (una “giraffa” con all’estremità un piccolo proiettore alimentato da una batteria).
In genere, per tutte le riprese e più che mai per quelle finora descritte, effettuo sopralluoghi mirati che dovrebbero mai esser considerati una perdita di tempo, ma una parte importante per la buona riuscita del risultato finale.
Ho utilizzato due Nikon D3x e, in seconda battuta, due Nikon D800E, insieme alle ottiche:
AF-S Nikkor 14-24mm f/2,8G ED
AF-S Nikkor 24-70mm f/2,8G ED
AF-S Nikkor 70-200mm f/2.8G ED VR II
AF-S Nikkor 300mm f/2,8G ED VR II