di Salvatore Libertino | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il Myanmar, meglio conosciuto come Birmania, è il paese dalle mille pagode e viene chiamato anche " terra dell'oro" perché spesso queste sono decorate con lamine di oro. Per anni è stato isolato dal resto del mondo e chiuso alle influenze esterne e ha conservato un'innocenza difficilmente riscontrabile in altri paesi asiatici. Il soggiorno nel Myamar per me è stato quasi un viaggio indietro nel tempo, i cellulari non sono attivi e fare una telefonata il più delle volte è impossibile, l'elettricità scarseggia e le vie delle città alla sera sono buie. Tutto questo però ti fa incontrare ritmi di vita ormai dimenticati nel mondo occidentale, ti fa trovare un popolo ospitale, che vive secondo i ritmi secolari di una civiltà contadina, legati a una religiosità profonda senza ombre di fanatismo che permette loro di sopravvivere alle difficoltà, conserva tradizioni antiche, vive dignitosamente e ti sorride anche quando sta lavorando sotto il sole. Per un appassionato di fotografia come me è stato entusiasmante: affascinanti i piccoli centri e le pagode nella campagna dove tutto è rarefatto, dove si avverte la profonda religiosità di questo popolo che ha sentito sempre la necessità di erigere un tempio o uno stupa o una pagoda nei pressi della propria abitazione. In assoluto, forse il luogo che più mi è piaciuto è il lago Inle, mistico, magico e pittoresco e i suoi abitanti, gli Intha, che popolano le sue sponde e la sua superficie. Questa popolazione si è perfettamente adattata all'ambiente lacustre: case di legno costruite su palafitte, tutte con vasi di fiori alle finestre, alcune volte unite l'un l'altra da passerelle in modo da formare dei piccoli rioni. E gli uccelli volano e si tuffano mentre persone di tutte le età con estrema abilità si spostano nei canali a bordo di piccole canoe.
Bagan è indescrivibile: una pianura piena di pagode di ogni tipo e dimensione, immerse nella natura: dall'alto un panorama mozzafiato. Concludendo è stato un viaggio molto bello e faccio mio il nome dato al tour: "Myanmar un paese da amare".
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