L'isola di Mauritius, minuscola nazione nell'oceano indiano, è spesso nota come meta vacanziera, ma è altrettanto interessante dal punto di vista naturalistico: sono ben 1200 le specie animali e vegetali che si trovano sull'isola, di cui alcune endemiche. Nei 60 chilometri di lunghezza dell'isola (e circa 45 di larghezza) troviamo una grande varietà di ambienti: si va dalla foresta tropicale a zone montagnose; spiagge coralline e zone di boscaglia, oltre ad ampie aree pianeggianti ormai destinate in buona parte all'agricoltura.
Mark Twain, nel suo viaggio attorno al mondo a fine 800, scrisse di Mauritius: "Si ha l'impressione che sia stata creata prima Mauritius e poi il paradiso, e che il paradiso sia stato copiato da Mauritius". Purtroppo, da allora molto è cambiato: buona parte dell'isola è stata rasa al suolo per far spazio alle coltivazioni di canna da zucchero; quelle che erano un tempo coste selvagge sono ora un susseguirsi di resort di lusso e ville. La popolazione è più che triplicata nell'arco di settant'anni, col risultato che ora Mauritius è uno degli stati con la maggiore densità abitativa: è al nono posto al mondo con 657 abitanti/km2; per dare l'idea l'italia ha 195 abitanti/km2. Questo fa capire come rimanga ben poco del "paradiso" che vide Twain: tuttavia, seppur profondamente cambiata, l'isola offre ancora spunti interessanti, tra cui alcune coloratissime specie di geco a cui ho dedicato molte esplorazioni.
Appena si mette piede fuori dall'aeroporto ci si può già imbattere in un uccello tipico dell'isola: il tessitore testanera (Ploceus cucullatus), dal vivace color giallo, crea colonie di nidi appesi "a grappolo" agli alberi, e una di questa è visibile anche nel parcheggio dell'aeroporto. Oltre a iniziare già a scattare, ammirando le acrobazie di questi uccelletti e la loro abilità nel tessere il nido, in aeroporto possiamo anche noleggiare l'auto, di gran lunga il modo migliore per muoversi sull'isola. Il costo per un'utilitaria di piccole dimensioni è attorno ai 30 euro al giorno; la guida è a sinistra e la patente italiana è accettata, senza bisogno di patente internazionale. Serve un po' di tempo per abituarsi, ma tutto sommato non ho avuto grandi difficoltà; l'unica cosa a cui prestare molta attenzione sono i profondi canaletti di scolo a lato delle strade (necessari per le fortissime piogge): alcune strade sono strette, e se vi fate troppo dal parte nell'incrociare un'altra auto e per disgrazia mettete una ruota nel canaletto, il danno è sicuro.
Presa l'auto, potete iniziare l'esplorazione guidando una mezz'ora verso ovest, fino a raggiungere le
rinfrescanti
Rochester Falls: una bella cascata circondata dal verde della vegetazione e da colonne di roccia di
origine
vulcanica, dalla caratteristica forma a esagono.
Alcuni alberi crescono in mezzo all'acqua, creando
una bella
ambientazione: qui ho colto l'occasione per mettere alla prova la Nikon Z30 e il nuovo
Z 12-28, un corredo
ultraleggero e compatto che si è dimostrato eccellente nelle foto paesaggistiche. Potete anche tuffarvi
nell'acqua
delle cascate, fresca e limpida, un ottimo modo per sfuggire al calore delle ore centrali.
Proseguendo ancora verso ovest, stavolta più verso l'entroterra, troveremo il più grande e famoso parco naturale dell'isola: il Black River Gorges National Park. Si tratta di una delle rare zone di foresta ancora intatte ed è possibile esplorarlo tramite una buona rete di sentieri. Qui non ho avuto fortuna: ho avvistato pochissime specie; è possibile che molti animali siano nascosti nel folto della vegetazione, ma tutto sommato non è un posto che consiglierei ai fotografi, mentre proseguendo ancora per qualche chilometro si arriva a una meta ben più pittoresca: la meravigliosa cascata di Chamarel e la terra dai sette colori.
Alta quasi 100 metri e circondata dal verde della vegetazione, la cascata offre sia un'ottima opportunità paesaggistica che spunti per fauna e avifauna: al tramonto il cielo si riempie di volpi volanti delle Mauritius (Pteropus niger), un pipistrello endemico dell'isola e di dimensioni abbastanza grandi. Il musetto ricorda quello di una volpe, da cui prende il nome: un soggetto davvero fotogenico, anche se richiede qualche sforzo in fase di scatto dato che lo si osserva quando la luce è ormai molto poca e ci troveremo quindi a scattare con diaframmi aperti e alte sensibilità. Con la Nikon Z8, corredata dallo splendido Z 400 F4.5, non ho esitato a scattare a 6400 o anche 12800 ISO: il sensore fullframe mantiene una buona qualità anche a ISO estremi, e i moderni software di riduzione rumore tramite AI (io utilizzo l'Adobe Denoise AI incluso in Camera RAW) fanno veramente miracoli nel ripulire le foto scattate ad alte sensibilità.
A poche centinaia di metri dalla cascata troviamo la "terra dai sette colori": una zona argillosa, priva di vegetazione, dove la terra prende sfumature dal marrone al rossiccio. Forse parlare addirittura di sette colori è un po' eccessivo, ma comunque vale la pena di scattare qualche foto, e per gli amanti dell'avifauna è possibile osservare numerose specie: Bul bul dalle orecchie rosse, Tessitore fiammante, Pigliamosche del paradiso, Maina e altre ancora. Rispetto ad altre zone, gli uccelli sono abbastanza abituati alla presenza dell'uomo ed è possibile fotografarli anche con focali relativamente corte.
Risalendo l'isola verso nord, troveremo alcune delle spiagge più famose: Le Morne, Tamarin, Flic en
Flac. Cambiamo
ancora una volta ambiente: ora ci troviamo su una sabbia chiara, in buona parte di origine corallina, e
cammineremo
spesso in mezzo a distese di corallo staccatosi dal reef e portato a riva dalle onde. Se non avrete
lasciato a casa
la fotocamera scambiandola con ombrellone e sdraio, qui potrete mettere alla prova la vostra vista e le
ottiche
macro per fotografare alcune piccole creature che vivono sul bagnasciuga, tra cui l'elusivo granchio
fantasma
(Ocypode pallidula), eccezionale esempio di mimetismo.
Nel mio caso, non avendo un macro a portata
di mano, ho
fotografato con Z 400 F4.5 + moltiplicatore 2X: questa combinazione permette di
arrivare a un rapporto macro 0.36x e
l'enorme distanza di lavoro (2.5 metri) aiuta a fotografare animali particolarmente sfuggenti.
Su queste spiagge ho anche fotografato splendidi tramonti - il clima di Mauritius porta spesso ad avere
pittoresche
nuvole all'alba e al tramonto - e ho scattato alcune foto ai pipistrelli appesi alle palme. Un'altra
spiaggia di cui
consiglio la visita è Pointe aux Piments: qui ho sfidato le onde per fotografare il tramonto con
Z30 e 12-28, in
precario equilibrio sugli scogli. Inoltre, nella boscaglia dietro la spiaggia si può trovare il piccolo
e vivace
Occhialino grigio-bianco (Zosterops mauritianus), oltre al Calote variopinto, una lucertola nota per
l'estrema
variabilità della sua livrea, che può andare dal marroncino chiaro al nero fino ad arrivare a una
sfavillante
tonalità rossa.
Parlando di rettili, l'isola ospita numerose specie di geco, tra cui tre specie diurne veramente meravigliose: il Geco gigante del Madagascar (Phelsuma grandis), dal colore verde intenso con alcune macchie rosse, il Bluetail Day Gecko (Phelsuma cepediana) e Ornate Day Gecko (Phelsuma ornata). Il primo ha dimensioni simili a un nostro ramarro ed è molto comune: lo si può osservare un po' ovunque nell'isola, e si presta bene alle foto, con un po' di attenzione è possibile fotografarlo anche con un 70-200mm, anche se ovviamente un supertele è l'ideale per avere la massima separazione tra soggetto e sfondo. Per tutte le foto ai gechi ho utilizzato il 400 F4.5 abbinato a 1.4X e 2X, sia per avere più ingrandimento che maggiore distanza di lavoro; l'autofocus eye-detection della Z8, con la possibilità di rilevare l'occhio (anche per animali) è stato di grande aiuto, anche se in qualche caso ho dovuto sfruttare il full time manual focus per "aiutare" l'AF, dato che in alcune situazioni mi trovavo in luce scarsissima nel sottobosco della foresta, e non bisogna dimenticare che col 2X l'obiettivo diventa pur sempre un f/9.
Le altre due specie di geco, Bluetail e Ornate, hanno colori più variegati, uno splendore di tonalità che vanno dall'azzurro al verde, talvolta quasi iridescenti, e resi ancora più pittoreschi da macchie rosso intenso, in certi esemplari così saturo da essere difficile da riprodurre in foto. Questi due gechi sono più piccoli e sfuggenti, spesso scappano anche quando ci si trova ancora a diversi metri di distanza: serve grande cautela nell'avvicinarsi. Il Bras D'Eau National Park, piccola zona protetta, è il posto con la massima concentrazione di queste specie, una meta da non perdere, a patto di esser disposti a sopportare le punture di centinaia di zanzare (per fortuna non ci troviamo in una zona malarica).
Forse vi sorprenderà sapere che sull'isola in origine non esisteva nessuna specie di mammiferi, ad eccezione dei pipistrelli: tutti i mammiferi attualmente presenti sono stati introdotti dall'uomo negli ultimi due secoli, con grandi danni per la fauna nativa. L'esempio più iconico e conosciuto è il Dodo: un grosso uccello alto un metro e pesante fino a 15-20kg, incapace di volare. La caccia da parte dell'uomo e dei mammiferi introdotti lo portò rapidamente all'estinzione, stessa sorte toccata a tante altre specie meno note e appariscenti. Il randagismo è un serio problema sull'isola, dato che i cani vengono spesso tenuti nell'incuria come animali da guardia, o spesso abbandonati: è frequentissimo incontrare cani randagi, anche se la maggior parte sono abbastanza mansueti.
Una specie che ho fotografato ampiamente è il macaco: ho avuto la fortuna di vederne un branco a La Nicoliere Reservoir e sfruttando il 400 F4.5 a tutta apertura, abbinato ad alte sensibilità, ho potuto scattate molto foto a queste scimmie mentre si arrampicano tra gli alberi, o addirittura qualche ritratto agli esemplari più confidenti.
Infine, per concludere il nostro giro naturalistico, esplorando l'isola potremo vedere varie specie di farfalle, tra cui la meravigliosa Junonia rhadama dall'intenso colore blu; una specie di camaleonte introdotto dal madagascar (Furcifer pardalis), e per chi si dedica alla fotografia subacquea il reef offre infinite opportunità, mentre avventurandosi in mare aperto a bordo di piccole imbarcazioni si possono fotografare balene e stenelle.
A distanza di un'ora d'aereo troviamo la vicina isola di Reunion, ancora più varia in termini di ecosistemi e meno antropizzata, mentre il Madagascar - un vero tesoro naturalistico - dista circa tre ore.
L'isola di Mauritius mi ha lasciato sentimenti contrastanti: da una parte è stato un piacere fotografarne i coloratissimi animali, gli splendidi tramonti, le spiagge da sogno con palme e coralli, cascate e foresta. Dall'altra, spiace vedere come del "paradiso" originale rimanga ormai poco, e come sovrappopolazione, sfruttamento intensivo del territorio e introduzione di specie non native abbiano distrutto buona parte dell'ecosistema.
Dal punto di vista fotografico, in questo viaggio ho scattato con Nikon Z30 + 12-28mm e Z 24mm F1.7 DX (per paesaggi e reportage) e Nikon Z8 + Z 400 F4.5 e relativi moltiplicatori di focale; questa scelta mi ha permesso di passare rapidamente da fotografia paesaggistica a wildlife ottimizzando ogni corredo con impostazioni su misura per il genere a cui mi volevo dedicare. Della Z30 ho apprezzato tantissimo la leggerezza e portabilità, e il 12-28, come tutte le ottiche Nikon Z DX è un obiettivo che offre un rapporto qualità/prezzo eccezionale, con una nitidezza impeccabile da angolo ad angolo. Passando agli animali, la combo Z8 + 400 F4.5 permette di avere un supertele professionale a un peso che in passato era inimmaginabile (solo 1.2kg per un 400mm!); la qualità d'immagine è ai massimi livelli e rimane tale anche col moltiplicatore 1.4X; col 2X c'è una leggera perdita ma comunque anche a 800mm f/9 l'obiettivo è ancora sorprendentemente nitido, anche sui 45 megapixel della Z8. La costruzione solida e tropicalizzata mi ha permesso di scattare senza preoccupazioni anche sotto la pioggia dei tropici, sapendo di avere sempre in mano uno strumento affidabile su cui poter contare per documentare la natura dell'isola.
Cosa c'è nella Borsa di Juza
Nikon Z 30 | Nikon Z
8
Nikkor 12-28mm | NIKKOR Z DX 24mm f/1.7 | NIKKOR Z 400mm f/4.5