Manaslu, in sanscrito “Manasa” è “la montagna dello spirito”. Questa la nostra meta, questo il nostro sogno. Dal 1 settembre al 12 ottobre: 45 giorni di avventura nella catena montuosa del Mansiri Himal, nell'Himalaya centro-occidentale, in territorio nepalese.
Il Manaslu è l'ottava montagna più alta del mondo con i suoi 8.163 m. Si parte da Kathmandu, caotica e inquinata capitale del Nepal. Sempre sveglio il quartiere di Thamel, brulica di turisti in cerca di affari o di trekking avventurosi. Odori e colori riempiono l'aria.
Rimaniamo a Thamel il tempo minimo per ottenere il permesso, obbligatorio, di salita al Manaslu, e poi ci spostiamo con un pulmino più a occidente, fino a Bhubhule.
Qui inizia il trekking di avvicinamento alla montagna che dura una settimana e solca le bellissime valli nepalesi Marshyangdi e Buri Gandaki.
Scopriamo villaggi e volti di cultura induista e buddista. La natura predomina e detta i suoi ritmi. Le bandierine di preghiera sventolano sopra i tetti, spesso diroccati o malconci, dei villaggi. I volti sorridono e sfuggono davanti al nostro obiettivo.
Raggiunta quota 4.800 m siamo al Campo base del Manaslu. La tenda diventa la nostra casa e il punto di partenza per la spedizione. Siamo sulla morena del Manaslu Glacier e la nostra meta sovrasta il panorama.
Per salire su una montagna di 8.000 metri bisogna acclimatare il proprio organismo alla quota. Per questo iniziamo a salire e scendere dalle pendici del Manaslu. Sono quattro i campi intermedi tra il campo base e la vetta. A ogni tappa spostiamo tende, sacchi a pelo, fornelli e attrezzatura. Gli zaini si riempiono e pesano tanto, troppo. Più saliamo più i passi si fanno pesanti e il respiro si accorcia.
Il sole caldo del giorno lascia spazio a notti gelide e venti impetuosi. Sopra i 5.000 metri ci sono solo ghiaccio e neve. I colori si unificano sui toni del bianco.
I ramponi graffiano la neve sotto i passi lenti, le mani stringono le corde. Si sale, piano piano, passo dopo passo. L'aria diventa sottile, quella sensazione che non ne hai mai a sufficienza.
Ai campi alti rimani chiuso nella tuta in piuma, un piccolo guscio di calore, mentre attorno tutto brilla coperto dal ghiaccio. La fatica accompagna ogni gesto, anche il dormire.
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Poi alzi lo sguardo e tutto lo sforzo acquista significato, il panorama, e quel senso di “star bene” ti travolge. In altissima quota il mondo rallenta, i passi si fanno più lenti, i rumori lasciano spazio al vento e al debole colpo della piccozza nel ghiaccio. I pensieri corrono sulle creste delle montagne e la fatica incredibile diventa soddisfazione.
Un anno di preparazione per vivere questi momenti, per essere pronti a gustare la magia della natura. Una serie di scatti per tenere vivo il nostro sogno. Manaslu 8.163 m.
ATTREZZATURA UTILIZZATA:
• Nikon D3100
• AF-S Nikkor 18-55mm f/3.5-5.6G VR DX
• AF-S Nikkor 55-300mm f/4.5-5.6G ED VR DX
(utilizzata durante il trekking di avvicinamento e al campo base)
• Nikon D5200
• AF-S Nikkor 18-55mm f/3.5-5.6G VR DX
• AF-S Nikkor 55-300mm f/4.5-5.6G ED VR DX
(utilizzata durante il trekking di avvicinamento e al campo base)
• Nikon COOLPIX S9300, qualità ottima nella sua categoria
(utilizzata durante il trekking di avvicinamento e al campo base)
• Nikon COOLPIX AW100, macchina eccezionale per uso in ambiente freddo e impervio.
(utilizzata oltre i 7.000 metri di quota, a temperature inferiori a –20°C. Veramente consigliata per chi ama gli sport estremi).
Sito ufficiale spedizione: www.23gradinord.com
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