La processione notturna In Sardegna in un ricco panorama di eventi legati alla Settimana Santa non si può non ricordare il Lunissanti (Lunedì santo) di Castelsardo. In questo paese del nord Sardegna di circa 5500 abitanti edificato intorno alla vecchia fortificazione dei Doria nel suo caratteristico borgo medievale, si svolge, grazie ad una cultura legata alle tradizioni, uno dei più caratteristici riti di pietas popolare in Italia. In questo mio contributo porrò l'accento sulla processione notturna, in quanto il lunissanti nel vero senso della parola inizia la mattina alle sette e prosegue con altri cerimoniali per tutta la giornata fino a raggiungere il suo culmine e compimento nella processione notturna. Il lunissanti si inserisce in un rituale che risale ai secoli passati, quando l'esigenza del credente, di vivere la propria devozione popolare si incarnava in una forma di teatralità, che vuole far rivivere i misteri della passione e risurrezione di Gesù. Riti che si sviluppano nei sec XVI fino al sec. XVIII in concomitanza con la colonizzazione aragonese ma restano vivi fino ai giorni nostri, quasi come fuori dal tempo, grazie ad una vivissima ed orante tradizione culturale.
Questo rivivere la passione di Cristo a Castelsardo, non può essere scissa dalla antica Confraternita di Santa Croce, citata in documenti storici della metà del 1600 ed in altre pubblicazioni del 1800. Confraternita tuttora presente e viva nel quotidiano del paese durante tutto l'anno, officia in molti riti parrocchiali e in tutte le ricorrenze.
La processione è strutturata con l'uscita del primo coro il “miserere” a seguire sei misteri (il calice, il guanto, la fune e catena, la colonna, i flagelli e la corona di spine) di seguito il secondo coro lo “stabat” seguito anch'esso da quattro misteri (la croce, la scala, il martello e la tenaglia, la lancia e la spugna) chiude il tutto l'ultimo coro lo “Jesus”.
Il rito procede nel lento camminare per tre ore circa, alternato da una ventina di fermate dove i cantori oramai esausti per la lunga giornata si esibiscono. Il lunissanti è ricercatissimo sia da chi vuole rivivere in profondità l'inizio della Settimana Santa, sia dagli amanti del canto etnografico nonché dai tantissimi fotografi che nei vicoli oscurati dalla notte, sono chiamati a cimentarsi con i propri limiti e con quelli della propria macchina fotografica.
Io attendo impazientemente l'evento, che seguo fotograficamente da qualche anno ed ho imparato, a mie spese, i trucchi del mestiere... non porto tripod o monopiede che risultano da intralcio sia per me che per gli altri fotografi e figuranti. Cerco di muovermi leggero cercando di cogliere l'atmosfera presente e di vivere anch'io il mistero a cui partecipo.
Le strade del borgo sono intrise così da una luce tenue, da canti solenni e vesti bianche che si stagliano nel buio ... ed io con la mia d300 cerco di vivere ed immortalare un evento unico che sarà presentato ai posteri non solo grazie alla tradizione orale ma anche grazie alla fotografia.
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