Talking about London

A cura di: A. Battista , E. Melchiorre , Alessandro Battista

Londra  è una di quelle città del mondo che ho sempre desiderato visitare.

Questa estate sono riuscito a coronare il mio desiderio e finalmente il due agosto partiamo dall'aeroporto di Pescara per raggiungere la capitale inglese.

Atterrati all'aeroporto di Stanstead raggiungiamo in treno Londra, che dista una sessantina di chilometri. Dalla stazione di Liverpool Street Station, dove si ferma il treno, arriviamo al nostro albergo in City road, nel cuore della City di Londra.

Dieci giorni non bastano minimamente per toccare con mano tutto quello che un luogo splendido come Londra può regalare ai suoi visitatori, ma sono sicuramente sufficienti per poter assaporare il suo fascino, frutto di tanti contrasti che, dando vita a forme inedite, si sposano alla perfezione fino a generare suggestioni uniche: sono proprio queste che ho cercato di raccontare con i miei scatti.

Nei primi due giorni di soggiorno ci spostiamo utilizzando la metropolitana, The tube, il mezzo di trasporto preferito dai londinesi e la prima ad essere costruita (1863), oltre che la più grande al mondo, ma mi accorgo subito che qualcosa non va: non riesco a fotografare, a entrare in simbiosi con la città, sono disorientato.
L'entrare e uscire dai vagoni, l'alternare continuamente le luci delle superfici con la penombra e il buio delle piattaforme sotterranee, mi impediscono di abituarmi agli spazi, di acquisire come mio il ritmo dei movimenti, insomma, di sentirmi a mio agio e di muovermi spontaneamente nel tessuto e nelle dinamiche della città.

Alessandro Battista

Comincio, allora, a capire che la mia afasia fotografica è dovuta alla mia ignoranza dei codici di comunicazione di quel luogo, alla mancanza di familiarità e confidenza con quelle architetture, i colori, i suoni e i rumori così diversi da quelli a cui sono abituato.

Londra è scenario variegato e composito di popoli, tradizioni e culture, cuore pulsante della Gran Bretagna, e non solo, e ho solo bisogno di tempo per imparare a guardare quel mondo e i suoi attori, e quindi riuscire a immortalarne gesti, icone, simboli, abitudini.

Alessandro Battista

Decidiamo quindi di percorrere la città a piedi. La mia scelta infatti è quella di evitare quella tipologia di foto-cartolina di monumenti e luoghi visti e ritratti sui libri e le riviste di tutto il mondo e cercare di cogliere la quotidianità della metropoli, la vita di tutti i giorni che scorre per le sue strade, i suoi vicoli, i suoi edifici, i volti e gli atteggiamenti tipici di quel British style che ha reso questo popolo famoso in tutto il mondo.

Alessandro BattistaAlessandro Battista

Muovendoci fra le vie del distretto della City (o Square Mile – Miglio Quadrato), centro finanziario della capitale, ci troviamo immersi in strade pullulanti di giovani manager e professionisti dinamici ed eleganti, dalle origini multietniche, che solcano rapidi e decisi le modernissime strade del terzo mercato finanziario al mondo, tra i più importanti snodi delle operazioni economiche dell'intero pianeta.

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Uno degli aspetti che subito colpisce la nostra attenzione è un'incredibile e inaspettata armonia di contrasti che può essere considerata paradigmatica dell'anima più autentica della città.

Basti pensare alla convivenza ordinata dei palazzi secenteschi, sopravvissuti al famoso incendio del 1666, e quelli di età vittoriana,  accanto ai modernissimi grattacieli quali il recente 30 St Mary Axe, soprannominato dagli inglesi anche come “il Cetriolo” (Sexual Gherkin)o ancora i famosi Lloyd's building e Willis building, che sembrano fronteggiarsi come due giganti nel centro della città.

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Anche la cattedrale di St. Paul, sede e vessillo delle tradizioni religiose anglicane, e di fronte, la Tate Gallery, baluardo dell'anticonformismo e delle avanguardie artistiche contemporanee, che sembrano sfidarsi a duello per bellezza e imponenza, convivono invece armonicamente, collegate dal metallico e avveniristico Millennium Bridge.

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Continuando il nostro tour nei giorni successivi, ci ritroviamo inaspettatamente di fronte a nuovi scenari: da un lato, i vicoli grigi e old style di Baker street, sfondo misterioso e affascinante delle appassionanti avventure di Sherlock Holmes e meta di pellegrinaggio dei più affezionati lettori di Conan Doyle, dall'altro gli spazi verdi e puliti dei grandi parchi Reali, tanto cari agli inglesi, antiche riserve di caccia successivamente aperte al pubblico (Green Park, St. James Park, Hyde Park, Kensington Garden, Regent's Park ecc.), luogo ameno di passatempi spensierati, passeggiate e giochi all'aria aperta di giovani, giovanissimi e anziani, nonché di scoiattoli, cigni, papere e gabbiani che si coccolano nelle acque dei laghetti interni, curati e rispettati da tutti i cittadini.

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Un vivaio di colori, tradizioni, usi e costumi, che permettono che in una medesima città coesistano tutte le religioni, le etnie più disparate e le più diverse visioni del mondo, tanto che a pochi minuti di distanza si passa dal coloratissimo e “alternativo” microcosmo di Camdem town, alle strade piene di confusione e vivacità dei mercatini dell'antiquariato di Portobello Road, fino ai quartieri più eleganti e residenziali di Nottingh Hill.

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E se la zona della Tower of London ha il sapore delle tradizioni più antiche del popolo inglese (che si perdono nel lontano Medioevo, quando ne fu ordinata la costruzione per proteggere la città dalle invasioni dei popoli nemici), riuscendo a rendere piacevole e avvincente il “viaggio  nel passato”, senza dimenticare i bisogni del presente (numerosissimi sono i caffè, i punti di ristoro, gli intrattenimenti intorno alla fortezza, per soddisfare esigenze di visitatori di tutti i tipi e di tutte le età), veramente magico e incantevole è lo spettacolo del Tamigi, lungo entrambe le sponde, da cui, immersi in un tramonto che fa da sfondo a innumerevoli espressioni e testimonianze di arte, cultura, amore e storia, è possibile contemplare il panorama di tutta la città, dal Big Ben al London Eye, dal Palazzo di Westmister ai Musei più famosi, collegati fra loro da cinque ponti, che con gli stili più diversi, dal coloratissimo London Bridge, al neogotico Tower Bridge, raccontano le storie e i misteri più affascinanti della capitale.

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Visitare Londra è stata una bellissima esperienza, umana e culturale. Come afferma Samuel Johnson “Non troverai nessuno, soprattutto un intellettuale, che voglia lasciare Londra… quando un uomo è stanco di Londra è stanco della vita; a Londra c'è tutto ciò che questa vita possa offrire.

Ho utilizzato un'attrezzatura leggera e versatile, ossia una Nikon D300 con Nikkor 18/70 AFS 3,5-4,5 ed un Nikkor 50mm AFD f1,4 e un pratico e compatto zaino monospalla Tamrac Velocity 8.
 


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