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"Inverno freddo questo", ci accoglie con questa frase la nostra guida; beh, siamo in febbraio nel cuore della Lapponia finlandese, qualcosa del genere ci aspettavamo. Ho una sorta di specializzazione ormai in spedizioni fotografiche tra i ghiacci ma in effetti "così" freddo… credo non mi fosse ancora capitato: -40° ma a queste temperature, ci spiegano, i termometri non sono mai molto precisi. La cosa non ci consola più di tanto, potrebbero esserci -38 o -42°… comunque non si scherza. La spedizione vera e propria inizia una volta in sella alle nostre motoslitte, ci attendono giorni e chilometri a nord del circolo polare artico tra paesaggi candidi e mozzafiato. Un altro phototravel premiato dal sole che ci accompagna per tutta la durata del viaggio regalandoci luci radenti ed ombre lunghe sugli alberi innevati che diventano sculture ghiacciate. Centinaia di chilometri tra boschi bianchi senza incrociare anima viva, soste per fotografare e pause pranzo nelle tipiche capanne con al centro il fuoco, sembra strano raccontare queste esperienze, ma mangiare carne di renna direttamente dal bastone appuntito appena preso dal centro del falò è veramente difficile da descrivere. A sera poi, cottage nascosti ed inaspettati ci regalavano un sospiro di sollievo per aver raggiunto la meta del giorno. Che non è così scontato.
"Ma", mi chiede qualcuno, "il bilanciamento del bianco?" scoppiamo a ridere, a meno di non guardare il cielo, sempre blu cobalto, il bianco ci avvolge accecante. Ancora sera, ancora cottage da fiaba incantata. Abbiamo un appuntamento con l'aurora boreale che tarda a presentarsi, non se ne vede una da mesi ci dice la cuoca di un posto che so indicare solo grazie al Gps-gp1 montato sulla mia Nikon, è scettica ma …"may be, may be" ci incoraggia con un sorriso scrutando in alto.
May be! E dopo qualche ora il nero del cielo comincia ad illuminarsi con brevi sfavillii man mano sempre più ampi, è una danza di luci che ammanta tutta la volta celeste, figure astratte disegnate di luce, archi e forme impazzite che ci coinvolgono lasciandoci letteralmente a bocca aperte in un'eccitazione che ci fa scordare la temperatura, è un susseguirsi di scatti per la maggior parte dei miei "allievi" si trattava della prima aurora boreale: "Piero che diaframma imposto?" "ma tu che tempi stai usando?", "ma a quanti iso?" "guarda che bella di là"….. sembra che possa finire questo spettacolo della natura in un attimo ed invece siamo deliziati per più di un'ora: saette verdi, onde rossastre, scintillii giallastri e perfino bianchi… Ho avuto la fortuna di assistere e fotografare questo fenomeno naturale diverse volte ed in diversi paesi artici ma mai così per durata ed estensione. Un'emozione indescrivibile.
E sto già preparando "Groenlandia 2012".
Un'annotazione tecnica: nonostante le rigidissime temperature tutte le macchine hanno funzionato perfettamente e senza il minimo rallentamento, avevamo corpi macchina dalla D3100 alla D3 nelle sue diverse versioni, X ed S, passando dalle D90 alla D7000 e D300. Le batterie, tallone d'Achille del funzionamento delle digitali a quelle latitudini, non hanno dato nessun segno di cedimento anche se alloggiate nel vano porta batterie della macchina anziché custodite al caldo delle tute polari. Fondamentale l'utilizzo del Gps-gp1 trattandosi di un viaggio nel… nulla del deserto artico.
Un ringraziamento sincero a Marco Rovere e Paolo Amendolara di Nital per il consueto supporto ai miei Phototravel Experience.
Per informazioni sui prossimi workshop in partnership con Nikon School:
Piero D'orto
piero@fotoefoto.com | www.fotoefoto.com
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