Kathmandu, crocevia di religioni e culture

A cura di: Stefano Cocozza

Una leggenda buddista narra che dove oggi sorge Kathmandu, capitale del Nepal, un tempo c'era un lago ma Manjusri, Buddha della Consapevolezza, fece con la sua spada un taglio nella terra. Le acque così defluirono permettendo alle popolazioni di abitare il luogo.
 

Kathmandu, la più grande città della valle e del Nepal. La capitale, anticamente chiamata Kantipur e fondata nel 723 d.C. dal re Guna Kamadeva, conta oggi un milione di abitanti circa (stima del 2007), due milioni se si include la popolazione dell'intera valle.

Appena scesi dall’aereo e catapultati nelle strade cittadine, le prime due cose che ci colpiscono sono il traffico e l’incredibile rumore dei clacson di auto e moto che suonano all’impazzata!
 

Primo giorno e approccio alla nuova realtà molto leggero, con una passeggiata alla scoperta del luogo. Scatto pochissimo cercando più che altro di osservare tutto, capire la città, le persone e le loro abitudini.

Ciò che attira subito la mia attenzione, passeggiando per la città, è il modo che qui hanno di sentire la religione. Nella nostra cultura il pensiero e le pratiche religiose sono per lo più appartenenti alla domenica. I credenti si recano in chiesa in quello specifico giorno e tendono a “scordarsi” di praticare per il resto della settimana, presi dal frenetico ritmo della vita quotidiana.

A Kathmandu è diverso. In ogni angolo e via della città si incontrano luoghi di culto, dove il passante in ogni momento rivolge il suo pensiero, il suo saluto o la sua sua preghiera alla divinità raffigurata.

In questo viaggio siamo stati anche travolti dall’allegria e dai colori della festa dell’Holi, una festa induista che celebra la primavera come festival di colori.
In strada, al grido di “Happy Holi”, ti bagnano con acqua, anche colorata, o ti accarezzano la faccia con le mani piene di colori. Anche in questo giorno di goliardia generale non mancano comunque manifestazioni religiose nelle piazze.

Visitiamo due luoghi di culto buddista, lo Stupa più grande d’Asia, il Boudhanath, e lo Stupa Swayambhunath, anche detto Monkey Temple per via delle numerosissime scimmie che lo abitano, situato sopra a una collina che domina Kathmandu.

Sia all’alba, sia al tramonto, questi luoghi sono pieni di fedeli che svolgono a qualsiasi ora le loro funzioni religiose.

Sul fiume sacro Bagmati, nel tempio di Pashupatinath, abbiamo la possibilità di assistere alla cerimonia della cremazione. Un momento veramente toccante, religiosamente profondo e che mi sembra un po’ di profanare mentre sono lì con la mia attrezzatura fotografica a cercare di immortalare quello che posso.

Per alleggerire lo stato d’animo un po’ turbato dalle cerimonie di cremazione del giorno precedente, ritorniamo per le vie di Kathmandu, dove ci attendono mercati e vicoli strettissimi che portano nei cortili interni dei palazzi dove si trovano bambini sempre sorridenti e disponibili a farsi fotografare.
Torno in Italia con tanti pensieri, dubbi sul nostro modo di vivere pieno di cose futili e consapevole delle fortune che la vita ci ha riservato. Namasté.


Attrezzatura utilizzata:

• Nikon D800E
• Nikon AF-S 35mm F1.4G
• Nikon AF-S 14-24mm F2.8G ED
• Nikon AF-S 24-70mm F2.8G ED
• Nikon AF-S 70-200mm F2.8G ED VRII


Rivolgo un ringraziamento agli amici di Fotografia e Viaggi per l’impeccabile organizzazione del viaggio e uno speciale grazie al master Jordi Ferrando i Arrufat per aver accresciuto la mia cultura fotografica.

Metodi di pagamento: