Nel 2007, l’azienda italiana Sportful, grazie al suo amore per la montagna, ha creato la linea per abbigliamento da outdoor Karpos, un insieme di capi tecnici per l’ambiente montano, che sia scalata, camminata o sci d’alpinismo. Uno dei suoi ambassador d’eccezione è il fotografo Paolo Meitre Libertini. Un sodalizio artistico che ha trovato nell’Isola d’Elba lo sfondo perfetto per la campagna Karpos. Ecco il racconto di quella esperienza, direttamente dalle parole dell’autore.
La location che ho proposto per ambientare gli shooting fotografici per i nuovi cataloghi estivi di Karpos la conosco bene. La consultazione con i responsabili marketing e con l’ufficio creativo è stata breve. È stato sufficiente il tempo di mostrare poche immagini che raccontano questa meravigliosa terra per convincere subito tutti. In meno di una settimana, mi ritrovo proiettato all’interno di una sala d’aspetto che ben conosco. Sembra quella di un aeroporto ma le grandi vetrate regalano una bella vista sul mare. Non ci sono aerei parcheggiati sulle piste di decollo ma navi ancorate al ponte da grandi funi. La giornata limpida regala un cielo terso e al di là del blu, immobile, si intravede il suo profilo, adagiato sul mar Tirreno: è l’Isola d’Elba.
Mi piace iniziare a raccontare questa esperienza, con l’ausilio dei numeri:
• 6 mega spot:
Costa dei Gabbiani, Madonna del Monte, San Bartolomeo, Capoliveri/Miniere, Monte Orello e Seccheto
• 2 fotografi
• 2 climber
• 5 biker
• 1 trial runner
1.000 km complessivi percorsi
(dalle rispettive città di provenienza)
30 km di nave
percorsi tra Piombino e Portoferraio
Il debutto, al primo giorno di scatti, non è stato troppo incoraggiante: vento forte e mare grosso.
Poco male. Le scogliere del Ginepro, lungo la Costa dei Gabbiani, sono uno splendido scenario naturale per dare inizio alle nostre sessioni: avvicinamento più climbing. Il mattino scorre via veloce tra suggestioni naturali.
Per chi è abituato a scalare le montagne immerse nel silenzio tipico delle alte quote, trovarsi qui, dove sotto di sé sente il respiro del mare, deve essere un’esperienza alquanto insolita.
Per le immagini della mountain bike è un pomeriggio d’autore tra le varianti del rosso ruggine delle Miniere dell’Innamorata a Capoliveri.
Suggestioni cromatiche che ci accompagnano sino alle ultime luci della giornata, quando il sole si inabissa all’orizzonte dietro questo ammasso di ferraglia affascinante.
Trasferimento al nord dell’Isola sui massi della Madonna del Monte. Spettacolare il Condor che, complice una visibilità straordinaria, crea un enorme contrasto con la Corsica al di là del mare.
Oggi il gruppo si separa. Manrico con i suoi ragazzi si sposta sulle scogliere di San Bartolomeo e Chiessi. Io prendo la strada per Lacona in direzione Monte Orello per pedalare fino all’ultimo raggio di luce di questo sole primaverile. Il tramonto dietro il promontorio infiamma il profilo dell’isola di Montecristo. Nell’aria si diffonde il tipico profumo della macchia mediterranea mentre rientriamo dalla fitta pineta a strapiombo sul mare del Golfo di Lacona. Questa terra è magica.
È sufficiente spostarsi di pochi chilometri per trovare scenari totalmente diversi. L’ ultimo contatto lo abbiamo con la terra rosso-ocra delle miniere di Rio dove tutto intorno a noi luccica. L’odore del ferro è nell’aria e le bussole impazziscono. L’Elba… una terra con il ferro nella spina dorsale e il mare che scorre nelle vene. Una terra di carattere dall’anima gentile, spettinata dai venti del Mediterraneo e che possiede una seducente bellezza.
Alla fine di questa esperienza, tirando le somme, sono convinto di aver fatto una scelta perfetta. L’Isola d’Elba è stato il terreno ideale per tutte le sue molteplici declinazioni del mondo outdoor.