Alaska, terra di frontiera per eccellenza nell'immaginario americano, regione selvaggia che ci riporta alle origini del nostro pianeta, dove gli spazi infiniti e la natura maestosa non sono ancora stati deturpati dall'invadenza umana: in questo eden incontaminato vive e prospera il più grande carnivoro del mondo: l'orso Grizzly.
Un animale di forza e stazza straordinaria, che può raggiungere i 700 kg. di peso (quasi 3 leoni maschi insieme) un altezza alla spalla di 1,5 metri e fino a 3 metri in posizione eretta!
Nonostante le dimensioni è capace di scattare e correre ad una velocità superiore ai 50 km/h!
Il grizzly ha una pessima reputazione riguardo la sua aggressività, alimentata dai frequenti attacchi all'uomo, spesso fatali, ed è dunque considerato l'animale più pericoloso del nordamerica.
Proprio un paio di settimane prima del mio arrivo, 2 persone erano state uccise e parzialmente divorate da orsi grizzly in Alaska.
Dopo aver passato un periodo in mezzo a loro, posso senz'altro dire che questa reputazione è, in gran parte, immotivata.
Gli orsi grizzly tendono generalmente ad evitare contatti con l'uomo e non attaccano se non avvicinati o disturbati, o in caso di femmine con cuccioli, o femmine incinte alla ricerca di cibo.
Purtroppo in alcune aree dove l'uomo ha sviluppato i suoi insediamenti, si innesca un meccanismo di competizione per il territorio ed il cibo, oltre alla caccia, che costringe l'animale ad una lotta per la propria sopravvivenza che lo può indurre ad essere più aggressivo, per proteggere il proprio territorio, il proprio cibo e la propria vita.
Spesso gli altri attacchi sono conseguenza di un comportamento sbagliato da parte dell'uomo: nel territorio dei grizzly occorre sapere che solo grazie alle proprie decisioni comportamentali si può realizzare un incontro sicuro con questi animali.
Il grizzly, come molti altri animali selvaggi, vive grazie al suo istinto, alle sue abitudini e gestualità, e con l'aiuto del suo straordinario fiuto ed udito prende costantemente decisioni che siano le migliori per lui.
Per questo le nostre decisioni devono necessariamente essere anche le migliori per lui.
Lo studio del loro e del proprio comportamento è dunque la base per poter avvicinare questi animali senza provocare una reazione.
Per documentare al meglio e avere l'opportunità di avvicinare il più possibile questi formidabili animali nel loro habitat, ho scelto la penisola dell'Alaska nella zona di Katmai.
Questa è l'area con la più alta concentrazione di grizzly al mondo, e, insieme alla popolazione della vicina isola di Kodiak, quelli di dimensioni maggiori in assoluto.
Qui gli insediamenti umani sono lontani centinaia se non migliaia di chilometri, è uno dei posti più remoti e selvaggi del nostro pianeta, e grazie al fatto che non esiste competizione territoriale, non vengono cacciati e c'è grande abbondanza di cibo, gli orsi tollerano la presenza dei pochi esseri umani che gli capita di incontrare.
Ciò mi ha permesso di muovermi nel loro territorio e di avvicinarmi a loro anche a distanza di pochi metri potendo documentare la loro natura a stretto contatto.
Questa è la zona dove Timothy Treadwell (per chi ha visto "Grizzly man") ha vissuto per lunghi periodi in un arco temporale di 13 anni studiando e documentando il loro comportamento e arrivando ad interagire con loro sino al momento del suo tragico incidente in cui lui e la sua compagna sono stati trovati uccisi e divorati per ragioni che nessuno ha mai potuto spiegare.
Tim era una personalità forte e complessa, con un amore smisurato per questi animali, e con un senso del limite probabilmente distorto dai lunghi mesi di solitudine in queste terre selvaggie.
Era andato troppe volte al di là delle regole, arrivando anche a toccare gli orsi, e forse quel giorno deve aver preso la decisione sbagliata al momento sbagliato con l'individuo sbagliato. Rimane comunque la sua straordinaria testimonianza e una vita dedicata alla tutela di questi magnifici animali ed al loro habitat.
La mia esperienza a Katmai è stata straordinaria: al contrario delle molte foto degli orsi che vengono realizzate al riparo sicuro di piattaforme, come accade presso le famose e inflazionate Brooks Falls, in queste zone non esistono lodge, non esistono strutture costruite ad hoc per la loro osservazione, si vive semplicemente in mezzo a loro nel loro habitat, e non esiste situazione migliore e più eccitante per osservarli così da vicino.
Quasi ogni giorno ero circondato da un gran numero di grizzly, ho provato a contarne anche 18 intorno a me, tutti intenti alle loro attività: chi pescava, chi riposava, chi brucava l'erba, chi giocava: ovunque mi girassi c'erano orsi, raramente ho provato sensazioni simili.
I grizzly non tollerano sorprese, è bene quindi rendere sempre evidente la propria presenza, e per questo motivo attraversare l'erba alta, che solitamente divide il litorale dalle praterie interne, è un momento particolarmente delicato.
Occorre parlare a voce alta annunciando continuamente la propria presenza, così facendo, spesso, la testa di un orso spunta dall'erba per controllare le vostre intenzioni, riprendendo le proprie faccende una volta stabilito che non siete una minaccia.
E' importante saper leggere la mimica ed i segnali di stress degli animali, per stabilire una distanza minima alla quale fermarsi: ogni individuo ha una sua personalità ed un suo limite invisibile di invalicabilità oltre il quale si può sentire minacciato. Lasciamo dunque che sia l'orso a decidere se avvicinarsi o meno, spesso la loro curiosità li porta molto vicini, a volte anche troppo.
In questi casi, per evitare qualsiasi contatto diretto è preferibile indietreggiare lentamente oppure, alzandosi in piedi e mantenendo la posizione, e parlando loro dolcemente, chiedere di passare un po' più in là….
Sono animali dotati di straordinaria intelligenza, con uno sguardo a volte molto dolce, e dopo essermi molte volte trovato a pochi metri, trovo veramente difficile pensare a loro come all'animale più pericoloso d'america.
Ma è sempre meglio attenersi alle regole, non cedendo alla tentazione di abbassare la guardia, noi siamo comunque dei corpi estranei in un territorio selvaggio che è la loro casa, così facendo si può godere di sensazioni straordinarie.
La giusta attitudine permette loro di sentirsi a proprio agio anche in vostra presenza: non so come ringraziare la madre che mi ha permesso di scattare la sequenza di lei che gioca con il suo cucciolo proprio di fronte a me….non potevo credere ai miei occhi.
Le femmine sono molto protettive nei confronti dei propri cuccioli, più schive e restie ad essere avvicinate, sono in assoluto le più aggressive in queste circostanze, dunque avere avuto l'onore di essere partecipe di un momento così dolce ed intimo mi ha davvero toccato.
Dopo diversi giorni, cresceva in me la sensazione di far parte di questo ambiente, che tutti gli orsi avessero accettato la mia presenza con curiosità o con indifferenza, e anche l'estrema vicinanza non mi provocava più un aumento di pulsazioni come i primi contatti.
A riportarmi alla realtà ci ha pensato un grosso maschio ferito ad una zampa e visibilmente aggressivo.
Stavo fotografando una coppia di orsi dedita alla pesca dei salmoni, ed ero semisdraiato sulla riva di un fiume, quando Tim, la mia guida e i miei occhi posteriori quando sono assorto nel mirino della reflex, mi avverte che dietro di me si sta avvicinando minaccioso questo maschio.
Mi giro lentamente e comincio a scattare: lo sguardo del maschio era fisso su di noi, e procedeva in maniera decisa: Tim avverte di non fare alcun movimento o rumore, intanto prepara l'unica arma a nostra disposizione, una bomboletta di pepe spray (la cui efficacia con questi giganti mi rimane difficile da credere).
L'animale si avvicina, io continuo a scattare a quello che in quel momento avrebbe potuto essere il mio assassino: ormai è a una distanza di 15 metri e non accenna a deviare.
Un altro secondo e quando il grosso orso è ormai a pochi metri da noi, Tim e io ci alziamo all'improvviso e gli intimiamo di girare al largo: l'adrenalina era a mille, sono frazioni di secondo che sembrano durare minuti, come vivere al rallentatore.
L'orso, fortunatamente, decide di lasciarci perdere, ci evita, e continua la sua marcia cambiando obbiettivo: inizia a correre, una volta superatici, e insegue gli altri orsi che stavo fotografando cercando di aggredirli. Tutti gli altri orsi scappano e il maschio ferito si stabilisce di fronte a noi dopo aver conquistato quest'area vicino al fiume.
Scatto ancora diverse foto, prima di lasciare la zona, il comportamento aggressivo ed imprevedibile di questo maschio ci suggerisce che è meglio non sfidare troppo la fortuna.
Probabilmente questo soggetto aveva riportato una ferita piuttosto grave durante un combattimento con un altro maschio, e la sua condizione, oltre al suo carattere, lo rendeva un animale pericoloso.
L'esperienza è veramente particolare anche per la guida, che in diversi anni passati in questo territorio non aveva mai dovuto fronteggiare un animale così aggressivo: ma anche questo caso è la dimostrazione che questi animali preferiscono evitare il contatto con l'uomo, salvo che non si sentano direttamente minacciati.
Ricordo, tra i vari incontri, un altro sguardo emblematico: nella baia di Kukak stavo riprendendo un maschio dal manto scuro che pescava salmoni alla foce di un fiume. Mi ero piazzato nell'acqua bassa in una zona centrale di questo delta, per poter riprendere le fasi di pesca ovunque si fossero svolte. L'orso, nei suoi inseguimenti ai salmoni, si fa sempre più vicino e riesce a catturare uno splendido salmone proprio di fronte a me.
A questo punto mi passa davanti con la sua preda in bocca e mi guarda con un espressione che letteralmente significava: non ti azzardare a fare un solo movimento perché questo salmone è mio!
E chi si muove…penso io, mi basta il lieve movimento del dito sull'otturatore per riprendere il suo sguardo, sono già contento così, il salmone lo mangio un'altra volta…
I grizzly sono veramente animali straordinari, che vivono in un ambiente altrettanto straordinario, fatto da fiumi limpidi gonfi di salmoni, da praterie infinite circondate da montagne maestose e ghiacciai eterni, e sono felice di aver potuto essere testimone diretto di tanta bellezza, e di aver condiviso con loro momenti di gioco, di tenerezza, di riposo e di vita.
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