Dopo il viaggio in Canada di marzo, è arrivato maggio e ormai da un po' di anni per il mio lavoro maggio è sinonimo di Giro d'Italia.
Anche quest'anno ho seguito tutte le tappe della corsa Rosa ad eccezione però della "Grande Partenza" ad Israele perché per motivi lavorativi non sono potuto andare.
Per chi non segue tanto il ciclismo, il Giro d'Italia quest'anno è partito da Israele, si avete capito bene Israele, ma questa è un'altra storia…
La corsa mi ha portato tre settimane intere a girare per l'Italia, siamo partiti dalla Sicilia, correndo sull'isola tre tappe, per poi risalire dalla Calabria piano piano verso Nord fino alla penultima tappa con arrivo a Cervinia per poi riscendere per il gran finale a Roma.
Oltre alla passione per il ciclismo che mi lega, amo fotografare il Giro d'Italia perché ci sono tanti spunti da raccontare.
Ogni giorno passi in posti diversi, vivi città diverse, sapori, culture ecc. ma quello che mi piace di più è riuscire a mimetizzarmi tra la gente e captare le emozioni che questa grande manifestazione riesce a trasmettere. Tutto si colora di rosa, strade, rotonde, viali, case, persone, tutto prende vita per una mega festa e condivisione.
Anche quest’anno ho cercato di raccontare tutte queste emozioni attraverso scatti inediti e ricercati.
Lavorare al Giro non è semplice, si va oltre il concetto di fotografia sportiva. Devi conoscere bene i tempi, devi essere veloce, pronto a cogliere l'attimo. A volte devi essere bravo a partire 5 minuti prima della gara in modo da riuscire a fare dei tagli sul percorso e poi di corsa all'arrivo per fotografare i corridori sulla linea dell'arrivo.
Spesso anche qui mi sono divertito a trovare punti diversi in modo da far vedere l'arrivo da un'altra prospettiva. Per fare questo, spesso mi sono trovato ospite in casa di persone che conoscevo in loco e che gentilmente mi aprivano la loro porta di casa dopo avergli raccontato il mio progetto. Devo dire che da Sud a Nord ho trovato sempre la massima ospitalità.
Per realizzare tutto questo mi studio mesi prima il percorso in modo da arrivare sul posto preparato.
Ma non finisce qui! Dopo aver fotografato l'arrivo di corsa si va verso il podio in modo da immortalare gli atleti festeggianti e la vestizione delle maglie.
Finito tutto questo spesso mi ritrovavo in sala stampa a scaricare le immagini e a post produrre le varie immagini per le aziende per cui lavoravo.
Capitava che dovendomi trasferire ogni sera sulla località della partenza del giorno successivo, interrompevo il lavoro, dopo aver inviato le immagini con maggiore priorità, e viaggiare verso l’hotel. Una volta arrivato a destinazione, magari per staccare un po’ la spina andavo a cena ma appena finito di mangiare tornavo al lavoro in modo da concludere tutto il lavoro, visto che il giorno successivo si ripartiva e quindi le memorie venivano formattate.
Spesso in base all’importanza della tappa e magari ai chilometri di trasferimento il lavoro si prolungava nelle ore notturne.
Diciamo che fotografare il Giro d’Italia non è proprio una passeggiata, gli atleti hanno percorso 3.562,9 Km in 21 tappe ma anche io ne ho percorse quasi il doppio calcolando tutti i trasferimenti.
Se con questo articolo vi ho messo un po' di curiosità vi invito a vedere alcune immagini che raccontano un po' la carovana Rosa e se volete mi trovate sui social con la @6stili.
Buona visione e grazie per avermi dedicato del tempo.