Festival del Film di Roma 2009

A cura di: Massimo Valicchia

di Massimo Valicchia

La Giuria presieduta dal regista Milos Forman assegna il Marc'Aurelio d'oro, per la quarta edizione del Festival Internazionale del Film di Roma 2009, all'opera del regista italo-danese Brotherhood: una storia d'amore gay tra due militanti neonazisti.
Esce vincitore anche L'uomo che verrà di Giorgio Diritti che racconta la triste vicenda di Marzabotto, una delle pagine più crude della seconda guerra mondiale.
Il film si aggiudica il Gran premio della giuria e anche il premio del pubblico. Bene anche Sergio Castellitto che porta a casa il premio come miglior attore per Alza la Testa. L'attrice giudicata migliore è Helen Mirren protagonista in The Last Station.
Così fra i flash dell'ultimo photocall con i premiati, per l'occasione fuori sul red carpet, e con i giochi pirotecnici nella Cavea dell'Auditorium finisce la quarta edizione del Festival di Roma.

Massimo Valicchia

Per il fotografo l'attività del festival occupa più o meno dodici ore della sua giornata.
Così, sveglia presto, colazione e subito all'Auditorium.
Un lavoro scandito da una precisa tempistica. La tabella di marcia con gli orari degli appuntamenti dedicati ai fotografi è pubblicata la sera prima, di solito verso le 19:00.
La mattinata è tutta appannaggio dei photocall, ovvero le fotografie degli artisti con dietro il cartellone ufficiale della manifestazione.

Massimo Valicchia

È questo il momento di sudare per accaparrarsi il posto migliore fra quelli non assegnati, spesso viene identificato dalla maggioranza dei fotografi con quello centrale. Personalmente quando posso tento di aggiudicarmi un posto laterale in basso che regala spesso immagini più dinamiche.
Più o meno un photocall ogni ora e così giorno dopo giorno passano davanti al manifesto del Festival Richard Gere, George Clooney, Terry Gilliam, gli attori di Oggi Sposi, il cast di Viola di mare, Valeria Solarino e Isabella Ragonese regalano al pubblico dei fotografi anche un sensuale bacio saffico, e tutti gli altri.
La mattinata finisce e inizia la serie dei Red Carpet.

Massimo Valicchia

È il momento che da più spazio alla creatività. Lo spazio per i fotografi è alla fine del tappeto rosso.
Tre adesivi attaccati in terra, tre stop, identificano altrettanti momenti di posa. È da questi tre puntini di colore bianco che passano le star “ufficiali” e tutta una pletora di personaggi più o meno famosi, che colgono l'occasione di essere immortalati da più di 50 macchine fotografiche insieme nella speranza che qualcuno si accorga di loro.

In questi momenti è fondamentale non perdere un colpo, avere una macchina che ti permetta di avere una serie di scatti continui alti, quelli che vengono chiamati raffica, e ti dia la possibilità la sera, con luci artificiali, di lavorare anche senza flash sfruttando la potenzialità degli iso alti, tutto questo è fondamentale per la riuscita di un buon lavoro. Con me ho la mia Nikon D700 e due obbiettivi: un Nikon 24-70 a 2.8 e un 70 300 VR.

Massimo Valicchia

Per i Red Carpet pomeridiani utilizzo sempre un flash sb600 di schiarita per colmare le ombre che nelle prime ore del pomeriggio rischiano di coprire di nero il volto del personaggio da immortalare.
Qualche minuto prima della passeggiata ufficiale si inizia a calibrare la macchina fotografica. Un fotografo fa da “modello” e con scatti di prova e con l'aiuto di un cartoncino grigio neutro, c'è sempre qualche anima pia che lo porta nella sua borsa, si calibra la temperatura colore.
Sono operazioni che permetto di lavorare il minimo possibile in fase di importazione sul computer. I file una volta importati devono essere inviati in agenzia il più velocemente possibile. Ricalibrare decine di immagini sarebbe solo una perdita di tempo.

Inizia il Red Carpet: l'artista scende dalla vettura dell'organizzazione, attraversa il cancello, si intrattiene con i fan. Chi ha un potete obbiettivo tele inizia con i primi scatti. Come si avvicina agli stop iniziano i click delle macchine fotografiche, i flash, le grida dei fotografi che cercano di attirare l'attenzione sul proprio obbiettivo.
È questo il momento dove adrenalina, concentrazione e fantasia creano alcuni scatti che poi restano nel tempo nella mente delle persone. Primi e primissimi piani.

Massimo Valicchia

Per togliere monotonia alle inquadrature mi capita di allontanarmi dal parterre dei fotografi e salire sulle scalinate della cavea dell'Auditorium. Da qui si riesce ad avere un angolazione di più ampio respiro che permette di giocare in maniera disinvolta con le geometrie.
I dati ufficiali parlano di una percentuale di visitatori in crescita rispetto allo scorso anno: 600.00 visitatori, 102.000 biglietti emessi per un totale di incassi pari a € 380.000. 85 film nelle selezioni ufficiali, 43 nazioni e 560 proiezioni in 25 schermi. 1

Di questo Festival restano alcuni film importanti e l'immagine insolita di qualche star. Penso all'innato fascino di Richard Gere che si lancia in un duetto simpatico con il cane protagonista del film Hatchiko; ma anche all'orchestra del film russo The Concert che scende sul Red Carpet suonando ritmi gitani e regalando un Carpet insolito; o a Terry Gilliam atteso da decine di fan mascherate da Doctor Parnassus.

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La penultima giornata è stata la giornata di Twilight e della Streep. I vampiri sono stati attesi sotto l'acqua da centinaia di ragazzine urlanti. Molte di loro con in mano l'ultimo libro della saga pronto per essere autografato dai loro idoli.
Ma è la Streep a stupire, invitata per il Marc'Aurelio alla carriera e per presentare il suo ultimo film Julie&Julia, conferma di essere non solo un'attrice fantastica ma anche una persona molto disponibile. Nessuna economia di sorrisi, di pose, di interviste, di autografi. Nessun atteggiamento da superstar. Questa è la sua firma al festival di Roma. Complimenti veramente.

Massimo Valicchia

Il Festival è anche il luogo di lavoro di decine di persone che ruotano intorno alla manifestazione: camerieri, promoter, cine operatori, forze dell'ordine, infermieri, ecc... È per questo che nella fotogallery trovate una manciata di scatti dedicati a loro. Fotografie scattate nei miei momenti di pausa girovagando fra gli stand allestiti nel Parco della Musica.

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Il Festival finisce lasciandosi dietro anche lo sciopero di noi fotografi durante il primo photocall. Sciopero indetto per porre l'attenzione dell'organizzazione del Festival sull'angusto spazio lasciato a noi per questo appuntamento giornaliero.
Uno spazio troppo piccolo: una scala stretta e alta che non mette in condizioni di lavorare in maniera adeguata. La domanda è: nel grande auditorium romano manca spazio tanto da giustificare una collocazione così rimediata? Noi crediamo di no. Speriamo che l'aver messo i tappi sull'obbiettivo per un'ora sia servito a qualche cosa. Vedremo il prossimo anno.

*1) Fonti ufficiali Fondazione Cinema per Roma.
 

 

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