Quando contano solo i numeri

A cura di: Simone Mondino


Negli ultimi mesi mi sono posto molte volte cosa sia la fotografia nel 2020 e, dopo quanto successo tra giovedì e venerdì, sto cercando ancora di più di trovare una risposta sensata e di attualizzarla il più possibile.

Voglio però raccontarvi e rendervi partecipe di quanto successo e torniamo indietro, esattamente alla giornata di giovedì 21 maggio.

Sono le sei del mattino e, come spesso accade da giorni, all'alba siamo già in piedi. Uno sguardo fuori dalla finestra, il sole riscalda l'atmosfera e colora le montagne. L'attrezzatura è pronta e sistemata nello zaino, un caffè al volo e con il solito sorriso che ci contraddistingue usciamo di casa mentre i vicini di casa ancora riposano. Il solito traffico, che man mano che passano i minuti si intensifica mentre ci lasciamo alle spalle la pianura per raggiungere il nostro habitat, la montagna. Quest'oggi aiuteremo alcuni amici a realizzare un video promozionale per un concorso e già che ci siamo sfrutteremo il tempo libero per fare un po' di scatti in quota.

Raggiungiamo in poco più di un'ora la località di Ostana, in Valle Po mentre il Monviso inizia a giocare a nascondino con le nuvole. Nonostante il periodo sempre estate.

Yoga, scrittura, teatro e la montagna. Non potremmo chiedere di meglio.

Per questo progetto diamo libero sfogo alla fantasia e creatività ed usiamo tutti e tre i corpi macchina a disposizione e le ottiche. Negli ultimi mesi siamo entrati sempre più in confidenza con la Nikon Z7 ed il 24/70mm 2.8 della serie Z perché è un kit perfetto e ci permette di giocare con le più svariate situazioni. Più utilizzo la mirrorless Z7 e più mi diverto in maniera esponenziale. La D7500 di Romina che devo ammettere, dopo un po' di dubbi iniziali, mi ha stregato. È pratica ed essenziale al tempo stesso, ti permette con il suo 18-140mm di realizzare scatti completamente diversi e poi è leggerissima. Compagna fidata e presente in tutte le uscite perché trova sempre in un posto negli zaini e ci aiuta in situazioni difficilmente perché riusciamo a soddisfare la nostra più svariata creatività. E in giornate così non poteva mancare Lei, la macchina fotografica per eccellenza nonché la nostra regina, la D5. Ne ho provate tante di macchine reflex ma con questo corpo macchina si è subito creato un feeling eccezionale e cerco sempre di averla sempre con me. Unita al 70-200mm 2.8 creano un set-up assolutamente eccezionale!

Tra risate e spensieratezza escono fuori alcuni scatti davvero interessanti e mentre il cielo si fa sempre più cupo risaliamo in auto e torniamo verso casa. Sì, siamo felici. Mettiamo a cuocere la pasta e prepariamo un bel aglio, olio e peperoncino mentre iniziamo a scaricare tutte le foto ed i video. Fuori il sole è tornato a splendere, un caffè ed un rapido sguardo all'orologio. Sono quasi le tre, Romina inizia a montare il video mentre io sistemo le foto.

Un po' di musica rilassante, un incenso acceso per rendere l'atmosfera rilassante e più creativa. Nel giro di pochi secondi, forse 5 arrivano improvvisamente 4 email da instagram e pochi secondi dopo una mail da un mittente sconosciuto. Silenzio.

Silenzio.

Un hacker è entrato nella nostra email e si è impossessato del nostro profilo di lavoro di instagram ed ora ci scrive: "Avete due ore di tempo per rispondere a questa mail o cancelleremo il vostro profilo per sempre." Ci guardiamo, non riusciamo a parlare, ad esprimere il nostro stato d'animo.

Ok, non siamo né su scherzi a parte, né può essere uno scherzo di qualche amico burlone ma dai non può essere vero. Controlliamo al volo l'app ed il vecchio profilo @simone.mondino non esiste proprio più. È tutto vero.

Uno si aspetta urla, scleri ma niente.
Nessun tipo di isterismo.
Per molti potrebbe crollare il mondo addosso ma ci rendiamo conto che prima di esser dei content creators siamo dei fotografi professionisti. Sì, dev'essere questo il motivo per cui non impazziamo.

Iniziano le telefonate ma niente da fare, i minuti scorrono e dopo un'ora ecco una nuova mail del simpaticissimo hacker che sentenzia, proprio come se fossimo in un film, "manca solamente un'ora e poi addio profilo se non rispondete a questa email." Cosa fare? Rispondiamo, non rispondiamo? Cavolo ma lì sopra ci sono anni ed anni di lavoro, progetti, investimenti ed è diventato il nostro portfolio più aggiornato per il web ed i clienti. Inizia lo sconforto.

Chiediamo ad un po' di amici del web che ci sconsigliano ciecamente di rispondere per evitare che questo, o questi si impossessino di più dati. Sono quasi le 22 quando proviamo a trovare una soluzione. Niente. È svanito tutto, in pochi centesimi di secondo. 68 mila persone in primis ma soprattutto foto, video, emozioni, messaggi. Dovete sapere che da inizio quarantena avevamo trasformato il nostro profilo in una sorta di contenitore della positività, del buon umore e cercavamo, anche con le dirette, ad aiutare la gente a trovare il lato positivo quotidiano.

Arrivederci e grazie. La positività cancellata, il nostro progetto sparito.

Iniziamo a riflettere, a pensare. Un mercato moderno basato troppo sui social, un mondo che troppe volte abbiam detto non appartenerci come filosofia di vita ma che, per motivi di lavoro, abbiam dovuto far nostro. Noi così semplici ed amanti dell'essenzialità a combattere con "apparenze" e numeri, giornate di riflessioni e dubbi ma poi, sempre quella scelta perché diciamocelo, bisogna ogni tanto scendere a dei piccoli compromessi se si vuole andare avanti.

A poche ore dalla diretta facebook sulla pagina di Nikon Italia, una di quelle tanto attese dove si parlerà dell'importanza di stampare le fotografie, di fermarle e renderle materiali.
Ecco appunto.
Fermiamoci un secondo. Tutto questo mi porta a riflettere e ritornano nella mente quelle vecchie domande, quei dubbi, quelle perplessità.

Guardo l'orologio e mi sento "ostaggio di una rete" e non libero come vorrei. Cloud, social, web… ma di cosa stiamo parlando? Proprio io, cresciuto a pane e Walter Bonatti ora fregato dall'esser sceso a compromessi. Bloccato e spaesato in un ambiente che dovrei conoscere per bene. Quel senso di libertà che mi trasmette ogni giorno la fotografia che diventa unicità quando vedi un tuo lavoro stampato, pubblicato, esposto ma che nell'ultimo periodo avevo, per ragioni di mercato, un po' abbandonato.

Mi ritrovo qui, con di fronte un monitor e le dita che scorrono veloci sulla tastiera mentre mi sento vuoto ma al tempo stesso pieno.
Vi chiederete, ma come "pieno"? Eh sì, perché cerco sempre di trovare una soluzione di fronte alle difficoltà, ai problemi e quanto appena successo mi fa capire che forse forse i nostri pensieri passati non erano poi così insensati.

Lo slogan di queste ultime settimane "distanti ma vicini" ad un tratto lo faccio mio perché è proprio come vorrei che fosse il nostro rapporto con il web.
Lavorarci ma non dipenderci.

Del resto da anni il pensiero costante è stato quello di circondarmi, circondarci di maggiore autenticità e qualità, vedere sempre più giovani realizzare i propri sogni come stiam facendo noi ma soprattutto vedere meno frenesia, meno smartphone ma bensì più lentezza, più ricerca e macchine fotografiche, stampe in poche parole: più FOTOGRAFIA e meno finzione.

Non ho idea di quello che succederà domani, di come sarà la diretta ma di una cosa sono certo non poteva arrivare in un momento migliore. Ancora più chiaro e focalizzato sull'obbiettivo e su quello che vorrei tornasse ad essere questo mondo.
Vediamo se ce la faremo, ma di sicuro ci proveremo, eccome se ci proveremo!

È arrivato, almeno per me, per noi IDUEVAGAMONDI, il tempo di cambiare, di ritornare indietro e ricominciare da zero provando a divulgare sempre più il nostro messaggio: "tutto si può realizzare se si parte dal basso, se ci si basa sull'umiltà, sulle piccole cose ed ultimo ma non per importanza: sulla qualità".

Fermiamo i ricordi con gli occhi, con la mente, con la macchina fotografica e rendiamoli veramente eterni, reali e materiali. Solo così salveremo per sempre un attimo.





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