Bielorussia 2006

A cura di: Andrea Lapi , Giovanna Nardoni

Un'esperienza di Solidarietà
 

Devo ammettere che fino a qualche anno fa avevo sentito parlare poco della Bielorussia, salvo forse in qualche cronaca dove si faceva riferimento alla nube radioattiva di Chernobyl che, salendo a Nord, ne aveva inquinato il territorio con tutto quello che di negativo ciò poteva comportare.

Poi tramite alcuni conoscenti avevo sentito parlare di bambini bielorussi che venivano in Italia ed anche a Borgo San Lorenzo in vacanza e come cura contro gli effetti "poco benefici" della radioattività che ha invaso il loro paese.

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In seguito, desiderosa di saperne di più, ho partecipato al alcuni incontri presso il Centro Radio Soccorso di Borgo San Lorenzo dove da vari anni è assai attivo un gruppo di persone che accoglie i piccoli bielorussi durante il mese di luglio di ogni anno. Tramite i loro racconti e "navigando" grazie ai moderni sistemi di comunicazione ho appreso qualcosa di più sulle vicende di questo paese, dei loro abitanti e dei loro problemi.

Il passo successivo è stato quello di ospitare, durante lo scorso mese di luglio, Olga che ha tredici anni ed abita vicino alla città di Gomel con la sua famiglia, composta oltre che da lei dalla nonna e dai suoi quattro fratelli.

Con il suo italiano quasi inesistente (e con l'aiuto di un piccolo vocabolario) Olga ci ha parlato della sua vita nel piccolo villaggio bielorusso, vita caratterizzata dalla scuola (per fortuna) e dal lavoro domestico come aiuto prezioso per la nonna nella cura della casa, dell'orto, delle galline e soprattutto dei fratelli.

Nel mese passato insieme il legame con Olga è diventato profondo sia pure nella consapevolezza che il suo soggiorno in Italia equivaleva ad una vacanza e come tutte le vacanze era destinata a finire per tornare alla quotidianità.

Confesso che fin da subito è nato il desiderio di visitare il suo Paese ed il suo villaggio, di conoscere la sua famiglia per rafforzare il nostro legame di affetto e di amore reciproco. Ci è capitata l'occasione insieme ad alcuni amici nella prima settimana di gennaio e ne abbiamo subito approfittato con grande entusiasmo anche da parte delle nostre quattro bimbe che da subito si sono lasciate coinvolgere in questa avventura, desiderose di rivedere Olga e gli altri bambini conosciuti durante l'estate.

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Che dire di questo paese che non è meta di turismo, che non ha particolari bellezze naturali, senza montagne, senza mare, con lunghissime strade dritte, piatte e buie e tremendamente freddo?

Che dire di un paese con poche città (tra l'altro moderne e piene di luci) e moltissimi villaggi nelle campagne, silenziosi e bui già dalle quattro del pomeriggio perché non c'è l'illuminazione pubblica?

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Ci si potrebbe soffermare a lungo sulla diversità tra la vita nelle città - con i negozi, le macchine, le luci - e quella nei villaggi, molto più poveri, in alcuni casi addirittura miseri, con le piccole case di legno, dove la vita sembra scorrere lenta e silenziosa.

Non c'era vita per strada, non si sentivano le grida dei bambini che giocavano, per lo più chiusi in casa per il freddo ed il buio.

Con l'assistenza di un interprete abbiamo conosciuto varie realtà locali:

una scuola,
un centro per bambini diabetici,
un altro per bambini disabili

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le suore di Madre Teresa, dedite all'assistenza alle donne in carcere e "fornitrici" di 150/200 pasti giornalieri ai bisognosi e incontrato i bambini del progetto "Dar" appartenenti a nuclei familiari fortemente a rischio per vari motivi: mancanza di uno o di entrambi i genitori, genitori con problemi di alcolismo, con disagi psichici e famiglie molto povere.

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La prima riflessione che mi viene spontanea riguarda lo sforzo enorme che sembra fare l'intero Paese per affrontare i suoi numerosi problemi: da quelli relativi alla salute, soprattutto in alcune zone per la vicenda Chernobyl, quelli legati alla povertà ed alla mancanza di servizi, specialmente nelle campagne. Dove però, voglio sottolineare, è sempre presente la scuola a dimostrazione di quanto si investe sulle future generazioni, sulla loro formazione con la consapevolezza che la crescita del paese è nelle loro mani.

Mi ha colpito la grande dignità delle persone anziane che vivono la loro quotidiana povertà con attaccamento ai valori della famiglia e con tanta speranza.

Certo l'alcolismo è molto diffuso a conferma dei molti problemi che affliggono la società, ma abbiano conosciuto persone che ne sono uscite e che stanno lavorando per un futuro migliore per i propri figli. Mi hanno colpito gli occhi tristi di tanti bimbi, occhi e bocche che però sanno anche sorridere e lasciarsi andare alla gioia tipica della loro età. Tutto lascia ben sperare ed è questa una bella lezione per tutti noi che abbiamo molto, salvo a volte mancare di un pizzico di speranza e di serenità.

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Ricordo le parole della nonna di Olga: "Non so se queste vacanze in Italia fanno bene ai nostri bimbi perché voi fate vedere un mondo che non è il loro. Noi siamo poveri e questa è la nostra vita".

Hai ragione nonna di Olga, perché noi abitanti dei paesi cosiddetti ricchi a volte ci illudiamo di poter essere felici con la ricchezza materiale. Tu, che a 85 anni ti occupi di 5 nipoti senza genitori, ci insegni che ci sono cose molto più importanti della ricchezza e che la vita va spesa a servizio di quelli che ci sono vicini, anche a costo di grandi sacrifici.

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Sento di dover dire grazie ad Olga e a tutti i bambini che d'estate vengono a trovarci offrendoci il loro affetto ed i loro timidi sorrisi. Un grazie alle loro famiglie che ci hanno accolto offrendoci il loro cibo. Un grazie a tutti coloro, in Italia ed in Bielorussia, che hanno reso possibile questo viaggio in un paese ricco di umanità.

Sembra una frase scontata ma mi piace sottolinearla a conclusione: ci si butta in certe situazioni con la pretesa di dare ed alla fine si scopre di aver ricevuto molto di più.

Giovanna
(Dal "Filo" del Febbraio 2006)

Se siete interessati a vedere altre immagini di questo (per me) indimenticabile viaggio
www.andrealapi.it

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