Quando gli angeli scendono all'inferno

A cura di: Fabrizio Malaspina

L'AQUILA, 7 APRILE. Cronaca di un pomeriggio come tanti.
di Fabrizio Malaspina ( Fabrizio - fire.hawk )

Sono un Vigile del Fuoco, ho sempre sognato di vestire l'uniforme e posso dire di essere un uomo fortunato ad essere riuscito a realizzare il mio sogno.

Pochi giorni dopo il mio ingresso nel Corpo ebbi a partire per l'Umbria, poi Sarno, le alluvioni in Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta, ed in mezzo tante cose, belle e brutte.

Fabrizio Malaspina

In tutti questi difficili momenti tutti quelli che come noi, con l'uniforme o senza, si sono prodigati sono sempre stati etichettati come Angeli, ma poche volte si è potuto vedere quanto gli Angeli debbano scendere in situazioni da incubo per poter fare ciò che devono.

Questa volta ho deciso di documentare, nelle pause degli scavi, un pomeriggio come tanti in quei drammatici giorni, pochi scatti rubati nei rari momenti in cui si poteva tirare il fiato.

Non ci saranno nomi, luoghi, solo le immagini per raccontare di coloro che hanno lottato e sofferto, uniti nella fatica.
Un omaggio a quanti ci hanno apprezzato, un saluto a quanti ci hanno aiutato, un commosso pensiero rivolto a coloro che abbiamo aiutato.

Siamo partiti per l'Aquila il mattino stesso della notizia ed il primo giorno di lavoro ci fu assegnato il recupero di una famiglia, sepolta sotto le macerie della propria casa.

Fabrizio Malaspina

Dopo pochi istanti i colleghi cui dovevamo dare il cambio, estraggono un corpo.
Il loro lavoro è finito, i volti provati e le uniformi testimoniano che non è stato facile.

Tocca a noi, una parte della squadra esamina la situazione, il lavoro fatto dai colleghi e ci si prepara a compiere il recupero.

Fabrizio MalaspinaFabrizio Malaspina

Intanto che i preparativi fervono, basta guardarsi intorno per scorgere i resti di una passata normalità.

Inizia il lavoro, scavare con le mani al momento è l'unico modo per cercare di liberare la salma.
La polvere inizia la sua aggressione, si indossano le maschere protettive.

Poco dopo, la situazione sopra i Vigili che stanno scavando come talpe diventa instabile, con l'ausilio di una grossa autogru si cerca di mettere in sicurezza l'area.

Quello che si poteva fare si è fatto, resta solo da sperare che una catena sia sufficiente ad evitare il crollo dei resti dei solai su coloro impegnati nelle operazioni di scavo.

Le mani sono nuovamente lo strumento dedicato a liberare la salma dalla sua prigione di macerie.

Fabrizio Malaspina

Ogni tanto il ferro ostacola le operazioni ed il buco dove siamo costretti a lavorare si illumina di scintille arancioni.
I responsabili delle varie squadre unite nello sforzo osservano il progredire del recupero e ci guardano le spalle.

Appena si volge lo sguardo altrove si scorgono immagini surreali, personale stanco che si concede qualche istante di pausa, uniformi sporche e sguardi provati.

Fabrizio MalaspinaFabrizio Malaspina

Altre salme vengono recuperate nei pressi, il bilancio aumenta.

Le ore passano e la luce rossa del tramonto tinge le macerie, la situazione si è rivelata molto più complessa del previsto, i poveri resti sono intrappolati in mezzo a due travi in cemento armato, lo scavo è diventato sempre più profondo, i rischi aumentano, ormai si lavora con un collega pronto a tirarci fuori al volo al minimo movimento del mucchio di macerie sopra di noi.
Si impone una pausa ed una riflessione sul da farsi.

Fabrizio Malaspina

Arriva il buio, con rinnovato slancio riprendono gli scavi. A tarda notte, il "lavoro" è terminato.
E' stata un lungo pomeriggio, simile a tanti altri in quei giorni.


SCATTI DALLA "ZONA ROSSA" - DOPO IL TERREMOTO: IMMAGINI DAL CENTRO STORICO
Tre mesi dopo, il centro storico è ancora chiuso, le opere di stabilizzazione degli edifici storici e non fervono. Il G8 è alle porte, ma le scosse non si fermano.

Scatti colti al volo durante il lavoro, visioni di una città rimasta ferma al 6 aprile, visioni di opere che permetteranno di salvare le sue ricchezze storiche, visioni...

Iniziamo questo immaginario percorso ne L'Aquila ferita con un'immagine dell'unico abitante di Piazza del Duomo...
Una troupe televisiva sta filmando l'unica area permessa al pubblico, ove gli abitanti passeggiano...
In cielo, le gru sollevano i colleghi che stanno operando alla stabilizzazione del Duomo...

Fabrizio Malaspina
Fabrizio Malaspina
Fabrizio Malaspina

Entriamo nel Duomo per una rapida visita, e le ferite appaiono subito in tutta la loro gravità e passiamo lungo i portici... vuoti...
Un cartello appeso ad un negozio ci ricorda quando il tempo si è fermato.

Proseguiamo e troviamo una squadra di colleghi al lavoro sul porticato, debbono erigere una struttura per evitare ulteriori danni in caso di nuove scosse.

Un bel vicolo attira l'attenzione, entriamo... anche lui spicca per l'assenza di vita. I danni sono visibili ovunque, gioco con le prospettive.

La vista è attirata da un lavoro splendido fatti dai colleghi di Trento su un edificio.

Fabrizio MalaspinaFabrizio Malaspina

Proseguiamo lungo il percorso, la vista si riempie con nuove immagini: strutture in legno, vere opere d'arte, stabilizzano gli edifici e consentono al contempo il passaggio a veicoli e pedoni

Fabrizio MalaspinaFabrizio Malaspina

Un cartello in una piazzetta ci ricorda che nessuno è stato lasciato indietro ... e che la popolazione ci è vicina.

Fabrizio Malaspina

Passiamo su un ponte, e le immagini della città sono di fronte a noi, un albergo ha bisogno di manutenzione...
In questo piccolo viaggio virtuale siamo arrivati alla penultima tappa, un'altra chiesa gravemente danneggiata, i lavori per la stabilizzazione fervono.

Passiamo davanti alla casa dello studente, la rimozione delle macerie ha creato una visione surreale...

Fabrizio MalaspinaFabrizio Malaspina

L'ultima tappa, il Forte Spagnolo.
All'interno ci imbattiamo nelle più imponenti opere di messa in sicurezza viste sino ad ora.
Porte, archi e volte ...

Fabrizio Malaspina

Ogni opera riporta sulle travi la firma di coloro che hanno faticato per erigerla, a futura memoria di chi sarà chiamato a perfezionare i lavori e rimuoverle una volta terminate le ristrutturazioni.

Spero che tutto ciò vi sia piaciuto, lo scopo era di far vedere L'Aquila come non si vede in TV, il nostro (e non solo nostro) lavoro per la salvaguardia del patrimonio, le immagini surreali di una città ferma nel tempo, quello che c'è dietro le quinte, immagini che presto spariranno e se tutto andrà bene un domani tutto questo splenderà nuovo e restaurato.

 

 

Fabrizio Malaspina
Fabrizio Malaspina
Fabrizio Malaspina
Fabrizio Malaspina
Fabrizio Malaspina Fabrizio Malaspina
Fabrizio Malaspina
Fabrizio Malaspina Fabrizio Malaspina Fabrizio Malaspina Fabrizio Malaspina Fabrizio Malaspina Fabrizio Malaspina Fabrizio Malaspina
Fabrizio Malaspina Fabrizio Malaspina Fabrizio Malaspina Fabrizio Malaspina Fabrizio Malaspina Fabrizio Malaspina Fabrizio Malaspina
Fabrizio Malaspina Fabrizio Malaspina Fabrizio Malaspina Fabrizio Malaspina Fabrizio Malaspina Fabrizio Malaspina Fabrizio Malaspina
Fabrizio Malaspina Fabrizio Malaspina Fabrizio Malaspina Fabrizio Malaspina Fabrizio Malaspina Fabrizio Malaspina Fabrizio Malaspina
Fabrizio Malaspina Fabrizio Malaspina Fabrizio Malaspina Fabrizio Malaspina Fabrizio Malaspina Fabrizio Malaspina Fabrizio Malaspina
Fabrizio Malaspina
//-->

Metodi di pagamento: