Una tavola rotonda e due grandi storie da raccontare. La prima riguarda i Nomadi, fra i gruppi più longevi della storia musicale italiana; la seconda il ruolo che la fotocamera reflex Nikon D800 ha assunto nelle riprese del videoclip del loro ultimo singolo, Ancora ci sei, estratto dall'album Terzo Tempo. A parlare sono Beppe Carletti, leader storico del gruppo emiliano, Enzo Pirrone, che del video ha firmato la regia, e Nicola Montese, ideatore e autore dello stesso.
Un susseguirsi di spunti e considerazioni che da un lato descrivono come è cambiato il modo di fare e vivere di musica in questi ultimi cinquant'anni, dall'altro l'importanza che rivestono le nuove tecnologie video nel diffonderne emozioni e messaggi.
Prima l'idea, poi la decisione di affidare alla reflex di casa Nikon, in abbinamento a diverse ottiche Nikkor, il compito di effettuare le riprese in alta definizione, ripagata, a lavoro ultimato, dalla piena soddisfazione degli autori e dell'artista emiliano che alle stesse attribuisce parte del successo del suo nuovo brano. Molto gradevole all'ascolto e con un testo per nulla banale, “Ancora ci sei” e il suo video, raccontano bene, in fondo, la storia di tutti noi. È inoltre uno dei primi brani a essere interpretato da Cristiano Turato, cantante subentrato a Danilo Sacco e terzo nella storia del famoso gruppo musicale.
Dunque BEPPE, non posso fare a meno di chiederti come ci si sente a essere alla guida dei Nomadi da quasi 50 anni?
Ebbene sì, la fondazione del gruppo risale al lontano '63. Che dire... dal punto di vista emotivo e delle sensazioni ci si sente bene, anche perché, personalmente, ho avuto e ho ancora la fortuna di fare quello che mi piace.
Oggi inoltre posso farlo in totale libertà, senza che nessuno mi imponga nulla o mi dica come devo procedere. E, a esser sincero, sono stato una persona libera, insieme ai miei compagni d'avventura, anche quando ho lavorato con le multinazionali. Non abbiamo mai accettato le imposizioni, atteggiamento che però, in qualche occasione, non ha giocato a nostro favore.
Dal punto di vista fisico invece, non posso negare che un po' di stanchezza oggi c'è. Spesso si fanno tanti chilometri, in giro per l'Italia e all'estero, non ci sono orari, i ritmi sono sostenuti e via di seguito. Anche perché, quando si tratta di lavorare, non dico no mai a nessuno. Ma va bene così. Ne sono contento.
Oggi si ritiene sia impossibile fondare una band e tenerla in vita per così lungo tempo. Cosa mi dici a proposito?
Confermo, è impossibile! Non nasceranno più artisti o gruppi la cui carriera possa durare decenni. Il sistema è del tutto cambiato. A comandare, oggi, è la televisione, con contenitori tipo X Factor e Amici. Questi, ogni anno, sfornano giovani cantanti la cui vita artistica è destinata a finire presto. Mi capita spesso di ascoltare ragazzi e ragazze che cantano bene, ma ne buttano fuori uno dietro l'altro. Sono troppi.
E poi un tempo i cantanti si facevano le ossa nelle balere, si abituavano sin dall'inizio ad affrontare il pubblico, le platee. Dove sono oggi le balere? Dove i pianobar? Oggi si formano di fronte a una telecamera e al massimo a uno studio che contiene cinquanta persone. Insomma è un altro mondo. Lanciare un gruppo come i Nomadi oggigiorno sarebbe troppo rischioso e impegnativo. Perché? Perché non siamo belli, non siamo biondi e piacciamo poco alle donne (ride, ndg). Di Francesco Guccini, Renato Zero, Antonello Venditti o di Claudio Baglioni, non ne nasceranno più. L'aria che si respira oggi non è quella che si respirava tanti anni fa!
Dalla musica pura alla tecnologia Nikon. Come è nata, ENZO, l'idea di girare il videoclip di “Ancora ci sei” con la Nikon D800?
Dunque, non è stata questa la mia prima esperienza in assoluto. Avevo già filmato in più di un'occasione con una fotocamera reflex, una Canon a essere sinceri, la Eos 5D Mark II, ma si è sempre trattato di prove, diciamo... esperimenti tecnici.
Le riprese effettuate con la Nikon D800, per il video di “Ancora ci sei”, costituiscono invece il mio primo lavoro ufficialmente svolto tramite reflex DSLR, la mia prima esperienza su qualcosa di davvero importante. E devo dire che la qualità mostrata sul campo da questa straordinaria macchina fotografica, è stata da subito “imbarazzante”, cioè altissima.
Quanto all'idea, il primo a proporre di girare con la Nikon è stato Nicola Montese. Avendo egli contatti da più anni con la Nital di Torino e avendo goduto, insieme, di piena libertà nella scelta dell'attrezzatura, ho subito accettato la sfida. Oggi non posso che ritenermi soddisfatto.
NICOLA, hai avvertito della responsabilità nell'aver proposto la Nikon D800 come strumento di ripresa?
Un po' sì, ma non perché avessi dubbi sulla qualità delle immagini. Anzi, con la D800 avremmo avuto anche la possibilità di cambiare le ottiche e quindi di dare spazio a tutta la nostra creatività. Sapevo però che le riprese sarebbero durate un po' di più. Se consideri che abbiamo girato nel mese di agosto, con oltre 40°C di temperatura...
E tu BEPPE come l'hai presa quando hai saputo che una reflex avrebbe sostituito la videocamera convenzionale?
Bene, senza alcuna remora. Sapevamo dell'ottimo rapporto esistente fra Nicola e la Nital e che quella proposta era ragionata e consapevole. Abbiamo quindi accettato con entusiasmo. Oggi siamo ampiamente soddisfatti di ciò abbiamo ottenuto.
NICOLA, al di là del tuo legame con il brand Nikon, ci sono state altre motivazioni che hanno indirizzato la tua scelta?
Sì, avevo innanzitutto voglia di caratterizzare fortemente il video. Poi ero consapevole delle possibilità di andare oltre e di esplorare terreni sconosciuti alle telecamere. Se osservi bene il videoclip, sembra girato in pellicola.
Quale aspetto tecnico, ENZO, ti ha colpito di più?
Senza dubbio la possibilità di cambiare le ottiche in formato 24x36 FX. Quando sei abituato a lavorare con una normale videocamera, a cui non puoi sostituire l'obiettivo, e all'improvviso ti ritrovi con una scelta di ottiche full frame ampia come quella che la Nital ha messo a nostra disposizione, ti cambia il mondo che hai davanti. Davvero. Avendo lavorato con obiettivi a focale fissa, ho dovuto però filmare in modo un po' diverso, cambiando spesso posizione. Un compromesso che accetti di buon grado non appena rivedi il girato e ne apprezzi la qualità. Quando ho ripreso con la focale più lunga e ho osservato la nitidezza del soggetto fortemente valorizzato sullo sfondo sfuocato, ho avvertito davvero la sensazione di utilizzare apparecchiature di livello superiore.
E in merito alla praticità d'uso cosa mi dici?
Direi che è il massimo. Hai bisogno di mettere nello zaino il corpo macchina e tre ottiche, una corta, una media e una lunga, e sei praticamente a posto. Nel caso di “Ancora ci sei” abbiamo utilizzato l'AF-S Nikkor 35mm F/1.4G, l'AF-S Nikkor 50 mm F/1.4G e l'AF-S Nikkor 85mm F/1.8G con risultati straordinari. E ti dirò di più: quando abbiamo avuto bisogno di focali più lunghe, per evitare di cambiare obiettivo, abbiamo attivato la sola porzione DX del sensore di immagine, incrementando del fattore 1,5 le varie lunghezze focali. Il tutto senza perdere minimamente in qualità.
Così, puoi girare tutto quello che ti pare, spostandoti da un posto all'altro senza avvertire l'ingombro e il peso delle apparecchiature tradizionali.
La Nikon D800 è talmente luminosa che non ha bisogno di operare in abbinamento a luci aggiuntive, riflettori e quant'altro. Che si riprenda in interni o in esterni, la macchina si comporta sempre in modo egregio.
Con quanti corpi macchina avete girato?
Ne avevamo a disposizione due, ma ne abbiamo utilizzato quasi sempre uno, in modo cinematografico, riprendendo cioè campo e poi controcampo. La realizzazione di un videoclip è un po' meno delicata di quella che riguarda un film o una fiction dove è quasi sempre necessario filmare in contemporanea con più corpi e da punti di vista differenti. Il secondo corpo lo abbiamo lasciato per il backstage o per le cosiddette “immagini rubate”.
Dove pensi che ci si possa spingere con le riprese effettuate tramite fotocamera? Credi che le nuove reflex possano soppiantare le tradizionali videocamere?
Il mercato è in continua evoluzione e talvolta avanza più velocemente di quanto occorra. Se non si ha il tempo per leggere e informarsi sulle ultime novità, si rischia davvero di rimanere indietro. In ogni caso la tecnologia avanza e tenderà sempre di più alla perfezione. Personalmente ritengo che se in un futuro prossimo i due più importanti produttori di fotocamere digitali, ossia Nikon e Canon, dovessero presentare una reflex in grado di registrare filmati con risoluzione di 4K (4.096x2.160 pixel), come avviene per esempio con la macchina da presa cinematografica Red One Video HD, allora potrebbero davvero creare grattacapi alle videocamere più blasonate e costose.
Come hai gestito la ristretta profondità di campo legata all'uso di un sensore FX Full Frame (24x36mm)?
Un po' di difficoltà c'è stata, lo ammetto, anche perché abbiamo filmato a spalla e non con la macchina fissata a un cavalletto. Con quella ridotta profondità di campo, il punto di fuoco oscilla tra il naso e gli occhi del soggetto. Ricordo di una scena in particolare, girata con l'AF-S Nikkor 85mm F/1.8G, in interno e con pochissima luce, solo con delle candele, in cui la gestione della messa a fuoco non è stata semplicissima. Il rimedio è in questi casi chiudere un po' il diaframma per accrescere la profondità di campo.
Torniamo, BEPPE, alla musica. Come è cambiato nel tempo il modo di promuovere il proprio lavoro?
È cambiato molto e non sempre in meglio. Punto 1. Esistono al giorno d'oggi cliché ben definiti e se da questi sei distante, sei tagliato fuori. Mi riferisco ad alcuni network che diffondono tramite TV o tramite radio. A dare ancora importanza ai gruppi storici ci sono soltanto la Rai che, bene o male, cerca di dare spazio a tutti, e le radio territoriali, come quelle emiliane, che personalmente ritento molto importanti. Punto 2. Le grandi radio percepiscono contributi statali perché considerate alla stregua degli editori di giornali. Bene, anzi male: il 90% dei brani trasmessi è in lingua inglese e non rappresenta affatto la musica italiana. Prova ad ascoltare la radio in altri paesi europei, in Francia per esempio, e poi dimmi se hai ascoltato solo musica non francese. Perché la musica italiana, fatta eccezione per alcune radio, finisce così in secondo piano? Hai mai sentito un politico fare questo genere di considerazione? Perché lo stato italiano elargisce fondi ad editori radiofonici se poi gli stessi snobbano del tutto o quasi la musica italiana? Vorrei risposte a tal proposito.
NICOLA, tu sei l'autore del video. Mi piacerebbe sapere come hai concepito la storia? Hai ascoltato il brano e di conseguenza hai formulato la trama?
Sicuramente ho ascoltato il brano diverse volte ma ho sentito l'esigenza di andare oltre, al di là, di andare a cercare indietro nel tempo, nella storia dei Nomadi, per avere un'idea ben precisa di ciò che avrei dovuto rappresentare. Anche perché il mio contributo è arrivato in un momento particolare: la pubblicazione dell'album “Terzo Tempo” e il passaggio al loro terzo cantante, Cristiano Turato.
Ho così basato la mia storia su tre punti: i Nomadi che dopo quasi cinquant'anni di storia ci sono, sempre e comunque; il rapporto che gli stessi hanno con un pubblico eterogeneo e in grado di abbracciare diverse generazioni, da tradurre seguendo gli input della canzone; la storia d'amore, infine, che inizia, finisce, ma in realtà non finisce mai e che rappresenta il rapporto che i Nomadi hanno con i loro fans. Questi i tre punti su cui poi ho costruito la storia che si snoda attraverso le scene.
Vedi, per me sarebbe facile dirti, con Beppe davanti, che mi riconosco nel passato e nello stile dei Nomadi. In realtà ho sposato da subito l'idea di offrire il mio contributo perché mi è piaciuto il brano e mi piaceva il contesto storico in cui questo doveva essere rappresentato.
Come si trova, BEPPE, l'ispirazione a comporre nei momenti meno facili e come si evita di essere ripetitivi?
È importante non avere la pretesa di fare tutto da soli. Dopo tanti anni di lavoro, sarebbe fin troppo facile finire nella routine e proporre brani simili fra loro. Do e diamo molta importanza ai lavori e alle canzoni che autori poco noti o del tutto sconosciuti sottopongono alla nostra attenzione. Siamo come dei sarti: prendiamo la stoffa che ci offrono gli altri e la cuciamo secondo la nostra visione di valorizzazione. Capita spesso di ascoltare brani interessanti ma che richiedono interventi di modifica o miglioramenti. È così che ci piace lavorare. Uno dei nostri più grandi successi, “Io voglio vivere”, è nato proprio in questo modo.
Lavoriamo in gruppo e tutti offrono il proprio supporto. Nessuno prevale sull'altro. L'ispirazione, quando manca, si trova poi in tanti modi: viaggiando, incontrando gente, pensando al passato, agli amici. Ci sono canzoni che nascono altrove, altre che nascono in noi. I nomi di chi ci offre gli spunti, sono tutti riportati sulle copertine dei nostri CD.
Visto che qui si parla di Nikon, ti chiedo che rapporto hai con la fotografia? E se ti piace fotografare...
Devo dirti la verità? Non faccio una fotografia da una vita! Non so perché, o forse perché di foto me ne fanno già tante e quindi non ho stimoli a prendere la macchina e a scattare. Ti farà anche sorridere ma negli ultimi anni, di fotocamere, me ne hanno rubate addirittura due...
Sia chiaro, per me la fotografia e il concetto che le sta dietro hanno un valore enorme. Come spesso affermo è “il segno del tempo che passa!”. Provo molte emozioni nel rivedere le immagini che ci ritraggono come eravamo tanti anni fa... Quasi preferisco una bella fotografia a un bel video, lo ammetto. Se può farti piacere, mia figlia fotografa molto ed ha una macchina a cui cambia spesso obiettivo.
Quanto è importante un video per promuovere un brano (e un album)?
Credo che sia importantissimo e se il video riesce a dare ulteriore valore alla canzone o all'album, allora vale anche di più. Per esempio, “Ancora ci sei”, se da sola vale cento, con il video realizzato da Enzo e Nicola, vale duecento. Trovo che sia toccante, mi viene la pelle d'oca a guardarlo. E so di gente, soprattutto di donne, che si sono commosse quando l'hanno visto.
Le nuove tecnologie, cioè la possibilità di cercare un video, guardarlo e riguardarlo su YouTube, danno poi una grossa mano. Ovvio che il videoclip, per avere effetto, deve essere fatto bene, con criterio, quindi adeguato al cantante o al gruppo che rappresenta.
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Se può farti piacere, NICOLA, mi sono riconosciuto nel primo ragazzo che...
Certo, mi fa molto piacere ciò che dici. Vuol dire che ho centrato l'obiettivo, cioè di indurre lo spettatore a immedesimarsi nel personaggio, fra tutti quelli che ho creato in video, a lui più vicino, quindi a calarsi nella storia.
Per concludere, ENZO, cosa miglioreresti della Nikon D800?
Nulla, senza retorica alcuna ti dico che non appena potrò ne comprerò una tutta per me. L'ho fatta già comprare a un mio amico fotografo e quindi, quando posso, la utilizzo con soddisfazione, provando a filmare con tutte le ottiche della sua collezione.
E tu, BEPPE, ora che il vostro ultimo album è una bella realtà, cosa ti aspetti da “Terzo Tempo”?
Mi aspetto che la gente capisca che i Nomadi sono rimasti quelli di sempre, ma che al tempo stesso hanno la forza e la volontà di cambiare musicalmente. Sarebbe molto bello se tutti noi avessimo la voglia e la forza di cambiare. Il cambiamento deve essere però naturale, non forzato.