Difficile non pensarci, ma appena ho visto questo obiettivo mi è venuto in mente il celebre Nikkor AF-S 18-200mm f/3.5-5.6G IF-ED DX VR II già approfonditamente analizzato in questa eXperience. Qui siamo di fronte a un'altra ottica molto particolare e che farà parlare molto di sé nei prossimi mesi. Se il 18-200mm attirava subito l'attenzione per l'escursione focale decisamente inconsueta pari a circa 11x, il nuovo 16-85mm è molto più discreto, meno appariscente, ma offre una versatilità forse più a misura di fotografo “generalista”. Certo avere un'ottica che arriva a 200mm significa, sulle reflex formato DX, avere un angolo di campo da vero teleobiettivo: solo 8° coperti sulla diagonale; qui invece ci si ferma a poco meno di 19°, un valore da medio tele. Dall'altro lato dello zoom invece le focali differenziano solo di 2mm, da 18mm a 16mm e pochi ma attenti fotografi riescono però a intuire che in questa minima differenza, si cela nella realtà una discrepanza di angolo coperto che passa da 76° a circa 84°! Ovvero come il caro vecchio 24mm per chi è abituato a confrontarsi ancora con la pellicola 24x36mm o con il formato FX della Nikon D3!
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A sinistra il Nikkor 18-200mm affiancato al nuovo 16-85mm. Il nuovo zoom è sia più corto che più stretto rispetto
al cugino in grado di raggiungere i 200mm di focale. |
Il nuovo NIKKOR AF-S DX 16-85 mm f/3.5-5.6G ED VR fa quello che nessun altro zoom “normale” consentiva fino a oggi di fare: fotografare con una focale realmente grandangolare; tutte le ottiche standard infatti scendevano al massimo a 18mm, come i vari 18-55mm, 18-70mm, 18-135mm e il 18-200mm e ciò poteva essere visto come limite da molti fotografi; ora non più.
La focale variabile compresa tra 16 e 85mm copre l'angolo di campo di un 24-120mm circa, ovvero un angolo di campo compreso tra i 84° e i 18°50'. Ancora una volta Nikon ha prodotto un obiettivo cucito su misura per il fotografo, un obiettivo di quelli che va a finire che non lo si toglie più dalla reflex. Se il 18-200mm strizza l'occhio ai fotografi amanti delle lunghe focali, il nuovo 16-85mm sembra invece forgiato per servire i fotografi amanti dei grandi spazi, dai fotografi di matrimonio ai fotoreporter; senza dimenticare la possibilità di fotografare al limite della macrofotografia grazie alla messa a fuoco minima di 38cm a tutte le focali che permette un rapporto d'ingrandimento massimo, alla focale di 85mm, pari a 1:4,6, del tutto in linea con quanto concesso anche dall'altro zoom tuttofare, il Nikkor AF-S 18-200mm f/3.5-5.6G IF-ED DX VR II.
I comandi presenti sul barilotto dell'obiettivo sono i classici che sono soliti apparire sulle ottiche
di fascia medio alta, in particolare quelle ottiche dotate di sistema di stabilizzazione ottica VR di seconda generazione.
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A tutto questo non bisogna poi dimenticare la presenza del sistema di riduzione delle vibrazioni VR di seconda generazione “II” che porta, secondo il metodo di misurazione utilizzato da Nikon, a 4 stop il guadagno sul limite di scatto con tempi lenti utilizzabili senza il pericolo del mosso (invece dei 3 stop delle versioni precedenti). Come già avvenuto con il 18-55mm VR, anche questo obiettivo adotta il logo del “Vibration Reduction” di color oro invece che rosso, come appariva sugli obiettivi precedenti.
Il progetto di quest'ottica è stato ottimizzato ovviamente per l'impiego con le recenti reflex digitali, lo testimonia il logo DX che appare sul barilotto a fianco della finestrella delle distanze di messa a fuoco. Non è quindi utilizzabile sui corpi a pellicola anche se potrebbe risultare meccanicamente compatibile. Il cono di luce generato dalle ottiche DX è infatti limitato alla copertura del formato dei sensori DX, e procurerebbe delle vistose vignettature se utilizzato su formati più grandi. Tuttavia se lo si monta su un corpo della gamma D3, con sensore in formato FX, questo riconoscerà l'obiettivo e permetterà di utilizzarlo con la sola parte centrale del sensore, in pratica, un crop in formato DX del 24x36 FX.
Abbiamo appena accennato ad alcuni aspetti che lo renderebbero un obiettivo estremamente interessante, ma quest'ottica non finisce certo di stupirci, perché il bello deve ancora venire. Lo schema ottico è composto da 17 lenti in 11 gruppi. Due lenti sono in vetro ED per minimizzare l'aberrazione cromatica, soprattutto nelle focali più lunghe e altre tre mostrano una lavorazione asferica per correggere le imperfezioni visibili a bordo del fotogramma alle aperture maggiori (coma, astigmatismo, ecc..) e tenere sotto controllo la distorsione al variare della focale. Tutte le 17 lenti di questo obiettivo sono state trattate con il sofisticato trattamento antiriflesso multistrato SIC. I più attenti avranno certamente notato la maggior complessità di questo zoom anche a confronto del 18-200mm che mostra uno schema ottico con una lente in meno; ciò è dovuta alla complessità di mantenere elevatissime le prestazioni su tutto il range di focali, anche quelle più grandangolari; spicca anche la presenza di ben tre lenti in vetro speciale ED, di norma utilizzate per i teleobiettivi, ma che in questa complessa ottica, aiutano a mantenere pulita e dettagliata l'immagine.
La messa a fuoco, di tipo interna IF, è gestita da un silenzioso motore ad ultrasuoni SWM ma può essere corretta a mano in qualsiasi momento grazie al dispositivo M/A. Come in tutti gli obiettivi della serie AF-S, la ghiera di messa a fuoco manuale non ruota quando è in azione il motore AF e anche la lente frontale rimane fissa sia durante le operazioni di focheggiatura che di zoomata. Ciò facilità quindi l'impiego di filtri polarizzatori. L'obiettivo utilizza filtri da 67mm.
L'innesto è in metallo, non c'è la ghiera dei diaframmi poiché si tratta di un'ottica tipo G ed è presente una guarnizione in gomma sulla battuta della flangia che preserva l'ingresso di polvere all'interno del bocchettone di innesto ottiche, un particolare di norma riservato solo agli obiettivi professionali. |
Il diaframma, pur composto da sette lamelle, grazie alla particolare forma arcuata delle stesse, mantiene una rotondità quasi perfetta anche ai valori di diaframma più alti (chiusi), migliorando sensibilmente la piacevolezza dello sfocato, da sempre un elemento delicato per le ottiche zoom. Il paraluce di serie è ottimizzato per la focale più corta dello zoom, ma grazie alla forma a tulipano consente un valido aiuto al contenimento dei riflessi e delle luci parassite anche alle focali più lunghe.
Ecco alcune delle possibilità offerte dal corredo Nikon come obiettivo standard. Da sinistra: 18-55mm f/3.5-5.6G AF-S VR DX Zoom-Nikkor, 16-85mm f/3.5-5.6G ED VR AF-S DX Nikkor, 18-70mm f3.5-4.5G ED-IF AF-S DX Zoom Nikkor,
18-135mm f/3.5-5.6 ED-IF AF-S DX Zoom-Nikkor e 18-200mm f/3.5-5.6G IF-ED AF-S VR DX Zoom-Nikkor
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Per fugare immediatamente qualunque dubbio, dico subito che peso e dimensioni sono da vero obiettivo da viaggio; non 2 Kg di ottica e dimensioni pazzesche, ma tutto quello che abbiamo appena letto è racchiuso in un barilotto di soli 72mm x 85mm, per un peso complessivo inferiore al mezzo chilo, per l'esattezza 485g.
Tecnologie raffinate
Lo Zoom Nikkor AF-S DX 16-85mm f/3.5-5.6G ED VR incorpora le tecnologie più sofisticate sviluppate da Nikon negli ultimi anni. È un obiettivo che racchiude il meglio di quanto il produttore giapponese può offrire al momento al fotoamatore evoluto e al professionista. Di seguito una breve rassegna dei punti che rendono unico questo obiettivo e concorrono alla creazione di un'ottica veramente performante.
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SIC (Super Integrated Coating) |
Nikon utilizza un esclusivo trattamento antiriflesso multistrato sulle lenti per aiutare a ridurre le immagini fantasma e i flare ad un livello trascurabile.
Il trattamento SIC opera su un range di lunghezze d'onda più ampio rispetto ai trattamenti standard, migliorando sensibilmente il bilanciamento cromatico. Questo sistema offre i migliori risultati con gli obiettivi dotati di un numero rilevante di lenti, come appunto le 17 lenti dello zoom Nikkor AF-S 16-85mm f/3.5-5.6G ED DX VR. Lo speciale trattamento inoltre è calcolato per offrire le massime prestazioni con il tipo di lente e di vetro utilizzato, affinché l'insieme del gruppo ottico mostri il classico bilanciamento cromatico tipico delle ottiche Nikkor.
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ED (Extra Low Dispersion) |
Nikon ha sviluppato lenti ED per progettare obiettivi con una nitidezza superiore e una migliore correzione cromatica, minimizzando le aberrazioni cromatiche che affliggono gli obiettivi di lunga focale. L'aberrazione cromatica si presenta come una dispersione di colore che avviene quando i raggi di luce di varie lunghezze d'onda attraversano un vetro ottico. Si tratta di un problema fisiologico degli obiettivi a lenti. In passato la correzione di questo problema richiedeva l'utilizzo di sistemi ottici speciali basati anche su cristalli a dispersione anomala come quelli alla fluorite di calcio che, tuttavia, è sensibile ai cambiamenti di temperatura, è igroscopica e tende a scheggiarsi facilmente. La soluzione sviluppata da Nikon si basa invece sui vetri ED che offrono i benefici dei cristalli alla fluorite di calcio, ma senza i limiti che la contraddistinguono. Dall'introduzione dei primi vetri ED, Nikon oggi ha la possibilità di utilizzarne diversi modelli, sviluppati con caratteristiche ottiche diverse tra loro, per meglio adattarsi ai molteplici schemi ottici degli obiettivi |
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ASP (Aspherical Lens Element) |
Nikon ha introdotto il primo elemento ottico asferico già nel lontano 1968. L'utilizzo di lenti con superficie asferica consente di ridurre, fino ad eliminare, alcuni problemi di ottica come il coma o altre aberrazioni visibili ai bordi dell'immagine soprattutto ai diaframmi più aperti. Inoltre le lenti asferiche sono particolarmente indicate per ridurre la distorsioni nelle ottiche grandangolari oltre a semplificarne il progetto ottico, consentendo in questo modo la progettazione di ottiche più piccole, leggere e con schema ottico semplificato, ma di elevata qualità ottica. Attualmente Nikon impiega tre distinte tipologie di lenti asferiche, costruite con procedimenti diversi in base all'obiettivo a cui verrà abbinata. |
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IF (Internal Focusing) |
La messa a fuoco avviene spostando le lenti dell'obiettivo verso l'esterno man mano che si vuole mettere a fuoco un oggetto posto più vicino dell'infinito. La soluzione utilizzata da Nikon prevede invece il solo spostamento di un gruppo di lenti interne all'obiettivo. Ciò permette di non modificare il bilanciamento dell'ottica durante le fasi di focheggiatura e rendere quest'ultima anche molto più veloce sia in manuale che tramite l'autofocus della fotocamera. |
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D (Distance Information) |
Gli obiettivi "D" informano la fotocamera della reale distanza soggetto/fotocamera ricavata dal sistema AF per permettere di utilizzare alcune funzioni evolute come il sistema esposimetrico Color Matrix 3D e l'utilizzo del flash in modalità Multi-Sensor Balanced Fill-Flash. |
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G (Type G) |
Come gli obiettivi "D", anche i modelli G informano la fotocamera della reale distanza soggetto/fotocamera ricavata dal sistema AF ma si distinguono da questi ultimi per l'assenza della ghiera meccanica del diaframma in prossimità dell'innesto a baionetta. Gli obiettivi G possono essere utilizzati dalle fotocamere che consentono il controllo elettrico del diaframma (tutte le DSLR e le più recenti reflex a pellicola, ricordo però che il 16-85mm VR, non è compatibile con le fotocamere a pellicola). |
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SWM (Silent Wave Motor) |
Questa sigla identifica gli obiettivi dotati di sistema di messa a fuoco basata su speciali motori incorporati nell'ottica che permettono di muovere in maniera silenziosa, precisa, veloce e con limitata inerzia il gruppo ottico dedicato alla focheggiatura. Gli obiettivi dotati di questo sistema si identificano anche per la presenza della sigla AF-S incisa in oro sul barilotto. |
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M/A (M/A Mode) |
Tutti gli obiettivi AF-S possono essere utilizzati nella modalità di messa a fuoco M/A, che permette di passare istantaneamente dalla modalità autofocus a quella manuale senza ritardi, anche durante le operazioni di messa a fuoco automatica e senza curarsi della modalità di messa a fuoco automatica prescelta sulla fotocamera. |
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VR (Vibration Reduction) |
Questo innovativo sistema di riduzione delle vibrazioni minimizza l'effetto del mosso causato da involontari movimenti impressi dal fotografo alla fotocamera durante lo scatto decentrando, in senso opposto al movimento, un gruppo di lenti apposite. I primi sistemi proposti da Nikon garantivano un guadagno di circa tre stop. La seconda generazione, montata per la prima volta sul Nikon 18-200mm f/3.5-5.6G IF-ED AF-S VR DX porta il guadagno a circa 4 stop. Entrambe le versioni riconoscono automaticamente l'inizio di una foto scattata in panning –dove il movimento di spostamento lineare impresso alla fotocamera è volontario- e disabilitano la correzione sull'asse interessato. Le più recenti versioni VR II non cambiano il logo identificativo che resta indicato sul barilotto con la dicitura VR anche se su quest'ottica la colorazione del logo è dorata, e non più di color rosso. |
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DX |
La sigla DX identifica tutti gli obiettivi Nikkor sviluppati appositamente per coprire l'area del sensore nel formato DX delle reflex digitali. Lo sviluppo dedicato al formato più piccolo ha permesso di ridurre peso e dimensioni, a parità di focale, luminosità e contemporaneamente ottimizzare lo schema ottico per le massime prestazioni con i sensori digitali. Sebbene siano meccanicamente compatibili, Nikon sconsiglia l'utilizzo delle ottiche DX sui corpi a pellicola 35mm perché il più ristretto cerchio di copertura procurerebbe una conseguente ed inevitabile mancata copertura dei bordi. |