Anche nell'era del digitale, i filtri tradizionali, possono essere un valido aiuto per migliorare la qualità delle immagini e ampliare le possibilità creative della propria fotocamera, anche quando non si utilizza una Reflex DSLR.
Può sembrare strano parlare di filtri analogici in piena era digitale, ma ci sono ancora alcune situazioni in cui l’evoluzione tecnologica non è riuscita a sostituirsi al classico filtro ottico, in vetro. Un filtro qualsiasi infatti non fa altro che modificare la luce, o meglio i raggi luminosi provenienti dal soggetto, prima che vengano deviati dalle proprietà delle lenti che costituiscono l’ottica e catturati dal sensore. I moderni programmi di grafica ci hanno abituato a poter sfruttare filtri “digitali” per apportare modifiche alle foto e oggi può sembrare totalmente naturale utilizzare uno di questi filtri, invece che un filtro vero e proprio da anteporre all’obiettivo prima della ripresa. Addirittura i filtri “digitali” si possono selezionare direttamente dalla macchina fotografica. I Picture Control ad esempio, possono fungere da filtri per la conversione in bianco e nero filtrato nei diversi colori (Giallo, Arancio, Rosso, Verde) anche in alcune fotocamere compatte come la COOLPIX P7700 e non solo nel sistema Nikon 1 o in quello Reflex DSLR, per modificare i rapporti tonali delle gradazioni di grigio in modo da ottenere il risultato cercato direttamente durante lo scatto e senza l’uso di filtri ottici dedicati.
Le Nikon COOLPIX, inoltre, sono anche dotate di una vasta serie di filtri aggiuntivi che permettono di migliorare l’aspetto della fotografia. Sembrerebbe quindi che l’utilizzo di un filtro classico, in vetro, da anteporre all’obiettivo, sia del tutto inutile e anacronistico. Non è proprio del tutto vero. Ci sono alcuni casi in cui un filtro digitale non riesce perfettamente o addirittura non può sostituire una soluzione “fisica”.
I filtri polarizzatori si presentano con un vetro leggermente scuro, senza particolari dominanti di colore.
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Lo schema illustra il principio di funzionamento del filtro polarizzatore.
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Quando il fisico è meglio del virtuale
Uno dei filtri difficili da replicare in formato digitale è il polarizzatore. Un ottimo approfondimento sulle caratteristiche e sulle funzionalità di questo filtro si possono trovare in questa eXperience dedicata e quindi non ci dilunghiamo oltre nello spiegarne il funzionamento. Basti però ricordare che l’effetto più marcato che riesce ad offrire riguarda la possibilità di scurire il cielo, rendendolo di un profondo blu intenso se lo si fotografa nelle corrette condizioni, ovvero rivolgendo l'obiettivo a 90° rispetto alla direzione di provenienza della luce e con il Sole a circa 45° sopra l'orizzonte.
Questo effetto non si può ottenere con un filtro digitale, inoltre, le proprietà del filtro polarizzatore si estendono anche sulla gestione dei riflessi, eliminandoli in gran parte. Questa altra caratteristica permette soluzioni creative senza pari.
Ad esempio si possono contenere i riflessi quando si fotografa qualcosa attraverso una superficie di vetro (vetrine, parabrezza, ecc.) oppure eliminare l’abbacinante riflesso di luce sull’acqua quando la luce del Sole si riflette sulla superficie. Il polarizzatore non modifica la temperatura di colore, quindi le cromie rimangono pressoché inalterate, tuttavia, proprio le possibilità di scurire e saturare il blu del cielo e l’eliminazione dei riflessi, porta ad immagini particolarmente ricche di colori e dalla saturazione elevata. Per rendere meglio l'idea di come agisce il polarizzatore, ecco due scatti che mostrano l'effetto senza e con filtro polarizzatore:
Senza filtro polarizzatore il cielo fa poco contrasto con le candide nuvole.
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Con il filtro polarizzatore si scurisce il cielo, ma non si varia la luminosità del resto dell'immagine.
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Vediamo ora quattro aspetti in cui l'utilizzo di un filtro polarizzatore, che ricordiamo non è possibile replicare perfettamente semplicemente con un software, può tornare utile:
Il successivo filtro difficile, anzi impossibile, da replicare via software, sono le lenti addizionali denominate Close-Up. Avevamo già trattato il tema nell’eXperience Tele Macro Close-Up che dettagliava ogni aspetto correlato comprese le favorevoli implicazioni che permettono di utilizzare meglio il flash integrato nelle compatte. Ma visto anche su temi Reflex utilizzando lenti Close-Up del Kit Nital Reflex Macro.
La distanza minima di messa a fuoco è un limite fisico delle fotocamere che non consente di fotografare soggetti a distanza ravvicinata, ovvero di realizzare vere macrofotografia. Fortunatamente tutte le compatte Nikon COOLPIX offrono questa possibilità, sebbene il maggior ingrandimento spesso sia disponibile con l’obiettivo impostato alla focale minima, ovvero grandangolare. Se per questioni di inquadratura e per sfruttare la capacità di staccare il soggetto dallo sfondo si vuole utilizzare lo zoom in posizione tele, ecco che serve un escamotage per riuscire ad abbassare la distanza di messa a fuoco minima anche a questa focale.
L’utilizzo di una semplice lente addizionale è la soluzione più immediata per risolvere un problema che altrimenti non avrebbe soluzioni valide derivante dall'applicazione di sistemi via “software”.
Le lenti addizionali possono essere utilizzate anche accoppiate per aumentare il rapporto di ingrandimento.
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Utilizzando le lenti addizionali è possibile fare macrofotografia con qualsiasi fotocamera.
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Anche soggetti diffidenti, come questa farfalla, non vengono disturbati se fotografati alla massima focale dello zoom sfruttando la capacità di ingrandimento di una lente addizionale.
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Uno dei vantaggi che offre l'utilizzo delle lenti addizionali sta nella facilità d'uso tale che consente di improvvisarsi macrofotografi appena capita l'occasione per una ripresa interessante.
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Infine, c’è un’altra situazione classica in cui l’applicazione di un filtro reale di fronte all’obiettivo si rivela essere l’unica strada percorribile per ottenere un determinato risultato: utilizzare tempi di scatto piuttosto lunghi anche in presenza di una buona illuminazione. È il classico caso in cui si vuole lisciare il movimento dell’acqua, con tempi di scatto più lunghi di ¼ di secondo. I sensori moderni, sempre più sensibili e meno rumorosi, diventano quasi di intralcio quando si vogliono utilizzare tempi di scatto lunghi. Avere, ad esempio una sensibilità minima pari a 200 ISO e un diaframma che, tutto chiuso, raggiunge f/11, non consente di utilizzare tempi molto lunghi di giorno, con il Sole alto sull’orizzonte. Un filtro neutro, denominato ND (neutral density), permette di ridurre la quantità di luce che raggiunge il sensore, e poter così utilizzare tempi di scatto più lunghi. I filtri ND si possono utilizzare anche uno davanti all'altro per aumentare la riduzione di luce che entra nell'obiettivo. Alcune compatte di fascia alta, come ad esempio la COOLPIX P7700 incorporano tale filtro, ma è limitato a una riduzione di soli 3 stop, sufficiente per la maggior parte delle situazioni, ma non quando si cercano effetti particolari e creativi.
Un classico effetto del filtro ND e dei relativi tempi lunghi utilizzati per la posa si nota sull'acqua in movimento, che risulta particolarmente setosa e priva di increspature.
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Anche in una giornata assolata come può essere un pomeriggio di agosto, è possibile scattare con tempi di posa sufficientemente lunghi per nascondere la gente in movimento. Si notano solo le poche persone che per i 6 secondi complessivi di posa sono rimasti pressoché immobili.
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Con un filtro ND è possibile eliminare completamente le increspature dell'acqua grazie alla posa lunga e ottenere un mare perfettamente calmo.
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Per sfruttare al meglio il filtro ND è preferibile operare in giornate poco ventose, altrimenti anche le foglie degli alberi risulterebbero poco nitide a causa del mosso.
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Abbiamo visto quali sono i vantaggi nell'utilizzare un filtro tradizionale. Normalmente ciò è possibile per le Reflex DSLR, dotate di obiettivi con una filettatura nella parte frontale atta a consentire di avvitare i filtri durante le riprese. Le compatte, invece, hanno obiettivi senza tale filettatura, e per di più hanno l'ottica rientrante nel corpo macchina per contenere gli ingombri, rendendo impossibile, almeno fino ad ora, l'impiego di filtri fisici. Nital propone FilterFix, un economico quanto valido accessorio che risolve il problema e offre a tutti i possessori di compatte di avvantaggiarsi nell'uso di filtri durante la ripresa.