Libri

Photoshow

Fare mostre

 

Studiare la storia della fotografia attraverso le grandi mostre. In un libro - Photoshow (20 x 26,5 cm, pp. 272, euro 45) - ideato e curato da Alessandra Mauro, per Contrasto, in italiano e inglese, con il contributo e coinvolgimento di curatori e studiosi internazionali (tra cui Gerry Badger, Quentin Bajac, Paul-Louis Roubert, David Spencer, Charles Traub, Lélia Wanick Salgado). Per tracciare un percorso storico delle pratiche espositive legate alla fotografia attraverso alcuni momenti, undici in particolare, che hanno segnato altrettanti punti di svolta e corrispondono ai diversi capitoli del volume. I casi affrontati non intendono esaurire il panorama ma sicuramente rappresentano snodi cruciali per come si è saputo e voluto riempire uno spazio fisico d’immagini fotografiche, rendendole accessibili a una fruizione collettiva e trasformando quello stesso spazio in un luogo diverso, speciale, dove la fotografia potesse raccontare una storia, sostenere una tesi, affermare uno sguardo.
 


Veduta dell'allestimento di here is new york, Prince street, New York, 2001.

Prima ancora del suo atto di nascita ufficiale (agosto 1839), prima ancora di essere raccolta e stampata in un libro, la fotografia è stata esposta in una serie di mostre e presentata al pubblico perché tutti potessero conoscerla e apprezzarla. Come un lungo e avvincente racconto, i capitoli di questo volume, illustrati dalle immagini d’epoca e dagli allestimenti originali, ripercorrono i momenti salienti, i protagonisti, le opere di una storia ancora in evoluzione. Dalla prima mostra fotografica, a Parigi nell’agosto 1839, alla Great Exhibition di Londra del 1851, alla tedesca Film und Foto del 1929, alle grandi mostre del MoMA di New York – prima fra tutte, The Family of Man – per arrivare a quelle del nuovo millennio, come here is new york per cui, all’epoca dei social network e delle piattaforme di condivisione delle immagini, curare mostre di fotografia significa affrontare le sfide di una società “visiva” come la nostra.
 


Wayne Miller, Edward Steichen with the maquette for The Family of Man. © Wayne Miller/Magnum Photos.

Di seguito, riproduciamo la premessa al volume della sua curatrice Alessandra Mauro, direttrice editoriale di Contrasto e direttrice artistica della Fondazione Forma per la Fotografia: «Questo libro nasce da un’esperienza. L’esperienza di un lavoro complesso, affascinante e a volte poco considerato: allestire e presentare mostre fotografiche come percorsi visivi all’interno di uno spazio. Da questa esperienza, vissuta in anni, luoghi e situazioni diverse, è nato il desiderio di capire, osservando quanto fatto nel passato, quali potessero essere le ragioni e le caratteristiche di un simile lavoro. Se, in sostanza, esista una specificità propria di questo mestiere, all’interno della pratica dominante espositiva, con dinamiche e questioni legate al mezzo fotografico e alla sua duttile natura. Provare, insomma, a circoscrivere un ambito, riconoscere un’appartenenza e rintracciare, se non una storia, almeno una consuetudine cui riferirsi per considerarla e poi, magari, superarla.
 


L'interno del Crystal Palace durante la Great Exhibition del 1851.

Così è nata l’idea di lanciarsi nel tentativo di tracciare un percorso storico delle pratiche espositive legate alla fotografia attraverso alcuni momenti, 11 in particolare, che hanno segnato altrettanti punti di svolta.
Certo, i casi qui affrontati non esauriscono il panorama, né danno conto necessariamente delle esposizioni più importanti della storia della fotografia - i grandi nomi, i grandi interpreti - ma sicuramente rappresentano snodi cruciali per come si è saputo e voluto riempire uno spazio fisico d’immagini fotografiche, redendole accessibili a una fruizione collettiva e trasformando quello stesso spazio in un luogo diverso, speciale, dove la fotografia potesse raccontare una storia, sostenere una tesi, affermare uno sguardo. Se è vero che, come diceva Édouard Manet, preparare una mostra significa cercare alleati per una battaglia, tante sono state quelle condotte dalla fotografia. Tutte, o quasi, per affermare un’identità linguistica, ribadire una presenza e un ruolo cruciale, se non a volte addirittura centrale, nella percezione e rappresentazione della realtà.
 


Mostra La main de l'homme: 5 ans de reportages sur l'homme au travail, presso il Centre National de la Photographie, 30 aprile – 19 giugno 1193.

Gli undici capitoli sono allora il racconto di altrettante battaglie, condotte in nome di una consapevolezza da conquistare. Otto sono dedicati a eventi espositivi diventanti in breve altrettanti spartiacque ed esempi di una nuova modalità percettiva ed espositiva. Un capitolo è dedicato a quattro mostre proposte da un’unica istituzione, il Museum of Modern Art di New York, che ha a lungo rappresentato il paradigma fotografico imprescindibile cui riferirsi. Due capitoli, infine, sono dedicati non tanto a singoli eventi ma a personalità che hanno impresso un forte cambiamento nel panorama espositivo fotografico: Alfred Stieglitz e la sua pionieristica galleria di New York, 291, e Robert Delpire e la sua esperienza alla direzione del Centre National de la Photographie, l’emanazione diretta da parte di un’istituzione governativa, lo stato francese, di un impegno preciso a divulgare e valorizzare per il grande pubblico la fotografia come espressione della contemporaneità e patrimonio generale.
 


La mostra here is new york, Prince street, New York, 2001.

I casi di cui si parla in questo libro hanno in comune una vocazione pubblica e, anche quando il luogo espositivo sembrerebbe suggerire il contrario (la 291 di Stieglitz era una galleria commerciale; lo spazio che ospitò la prima presentazione di here is new york era un negozio privato), il valore dell’esperienza rivela l’intenzione e il desiderio di dialogare con un pubblico potenzialmente immenso, quello di un’intera città, se non di un paese o addirittura di una comunità internazionale. Il percorso proposto, cronologico con salti temporali più o meno vistosi, va dal 1839 al 2001, fermandosi a qualche anno da oggi per mantenere una necessaria distanza e rintracciare magari, proprio negli esempi di inizio di millennio, le forme e i modi che oggi testimoniano le nuove valenze della fotografia nel mondo contemporaneo».
 


Franco Vaccari, Esposizione in tempo reale n. 4 Lascia una traccia fotografica del tuo passaggio. Courtesy of Franco Vaccai.

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