Il viaggio che racconto in questo Nikon Life esula dai percorsi turistici abituali, almeno per noi italiani. Siamo in Serbia, nella parte occidentale del paese, zona frequentata per lo più da turisti sloveni, tedeschi, russi e serbi, mossi dall'interesse per la montagna, dalla voglia di tranquillità, di aria pulita e buona cucina. Capita tuttavia di incontrare escursionisti italiani che, in virtù di un paesaggio variegato e mai ostile, considerano questa parte di Serbia terreno ideale per il trekking e il ciclo-turismo.
Fra i luoghi che la Serbia Occidentale offre, i più noti sono l'Altipiano di Zlatibor, con l'omonimo centro cittadino, il paesino di Mokra Gora che ospita una delle ferrovie più antiche al mondo (la cosiddetta Šarganska Osmica) e Drvengrad, villaggio etnico voluto dal regista serbo Emir Kusturica, infine il Parco Nazionale di Tara, polmone verde che un po' più a nord-ovest, delimita il confine con la Bosna-Erzegovina.
Fra una tappa e l'altra, si incontrano punti di interesse assai particolari, come la casa di Mitar Tarabić, antico profeta di Kremna, autore su dettatura dell'affascinante Kremansko Proročanstvo e l'etno-villaggio di recente allestimento Jokino Vrelo, concepito per lo svago e la ristorazione dei viandanti.
È evidente come la visita della zona, anche se non molto estesa (circa 300 km2), non possa esaurirsi in un paio di giorni, regalando al viaggiatore, tra le altre cose, panorami e paesaggi suggestivi in cui aria, terra e acqua sembrano fondersi in un unico elemento.
Le fotografie che accompagnano il testo sono state scattate con una Nikon COOLPIX AW100 (con la quale è stato realizzato anche il panorama in modalità easy) e una reflex Nikon D3000. L'aspetto un po' rétro è stato ottenuto intervenendo con il software Nikon Capture NX2.
L’Altipiano di Zlatibor è un massiccio montuoso situato a circa 230 km da Belgrado, capitale della Serbia. Il nome, composto dai termini serbi “zlati” (d’oro) e “bor” (pino), significa “Pino dorato”. L’area è coperta infatti da magnifici alberi di pino, molti dei quali appartenenti a una specie autoctona in via d’estinzione: il Pinus Silvestris Variegata Zlatiborica. A questa si affiancano altre 200 specie di piante, in buona parte conifere, che, insieme a piccoli laghi e ruscelli, danno vita a un paesaggio incantevole e incontaminato. I monti Čigota (1.422 m s.l.m.) e Tornik (1.496 m s.l.m.) sono i più alti della regione, non impossibili da raggiungere a piedi se si è in buona forma fisica.
L'omonima cittadina (circa 1.000 m s.l.m.), detta anche Kraljeve Vode (in italiano “Acque del Re”) è bella da vedere in ogni periodo dell’anno, ma le opportunità di relax, divertimento, sport e shopping, la rendono indicata nelle stagioni estiva e invernale. La vita ruota intorno alla piazzetta, ai ristoranti, ai locali e alle pekare (i nostri fast food), quindi al laghetto percorribile a piedi per tutto il suo perimetro. Qui si fa il bagno e si va in pedalò.
A Zlatibor l'auto non serve. In pochi minuti ci si sposta infatti dalla piazza centrale ai percorsi allestiti dentro il bosco, di lunghezza e durata prestabilita.
Dopo, quando si è stanchi, ci si rifocilla con un burek farcito alla carne o al formaggio, con l'immancabile vasetto di yogurt, con una gibanica (caratteristica torta salata serba) o con la più sostanziosa pljeskavica (hamburger serbo). Il tutto senza dimenticare di sorseggiare l'acquavite di prugne, la famosa šljvovica, prodotta anche nelle varianti alla mela cotogna (dunjevača) o con bacche di ginepro (klekovača).
Famosa per le caratteristiche case in legno, Drvengrad, conosciuta anche con il nome di Küstendorf, è sia un museo a cielo aperto, sia un villaggio turistico-hotel (di categoria 4 stelle) in stile etnico, aperto tutto l’anno. Sorge in cima alla collina di Mečavnik.
L’idea di Emir Kusturica – fondatore della città e autore di film come Underground, La Vita è un Miracolo, Gatto Bianco Gatto Nero -, era quella di costruire una città a misura d’uomo, in cui i turisti potessero godere di un luogo rilassante e originale: una piscina coperta, un cinema (intitolato a Stanley Kubrick), una sauna, una palestra, un campo da basket/calcetto, una sala biliardo e altre attrazioni si incontrano passeggiando fra i suoi vicoli. Vi si incontra anche un bellissimo e caratteristico bar (Caffe Club Prokleta Avlija), un lussuoso ristorante (New Restaurant) e a una sala da tè (Cake Shop Kod Ćorkana).
Le vie della città sono intitolate a personaggi famosi, particolarmente stimati da Kusturica: Nikola Tesla, Ernesto “Che” Guevara, Diego Maradona, Federico Fellini, Ingmar Bergman, Joe Strummer, Novak Djoković e Ivo Andrić, a cui è dedicata la via principale.
Dal 2008, il villaggio ospita ogni anno l’evento Küstendorf Film and Music Festival, durante il quale competono film e musica provenienti da tutto il mondo. Il Festival è noto per l’assenza di un red carpet e dei fasti tipici del mondo cinematografico.
Percorrendo a piedi circa 200 metri, dopo aver lasciato il villaggio di Kusturica, ci si imbatte nella stazione ferroviaria turistica di Mokra Gora. Qui si sale a bordo di un treno, chiamato Ćira o treno di Šargan, che regala emozioni del tutto inedite. Un breve tratto della antica ferrovia che un tempo collegava Belgrado a Sarajevo, quindi la Serbia alla Bosnia-Erzegovina, è oggi riservato ai turisti, per un autentico ritorno al passato, mettendo in comunicazione la stazione di Mokra Gora a quella di Šargan-Vitasi (poco più a nord-est).
Inaugurato nel 1925, il lungo percorso ferroviario fu dismesso nel 1974 perché considerato obsoleto e poco economico. Nel 2000, parte dello stesso, cioè quello destinato al giro turistico, è stato rinnovato e rimesso in funzione dando vita alla Šarganska Osmica, una delle poche ferrovie a scartamento ridotto ancora in funzione (soltanto 76 cm).
I vagoni, in stile rétro, con interni in legno, riproducono quelli che ai primi anni del secolo univano le due grandi città. Per superare un dislivello di oltre 300 metri, gli ingegneri dell'epoca progettarono un percorso ferroviario unico nel suo genere, articolato in un complesso sistema di tunnel (22 in tutto), ponti e viadotti e in grado addirittura di intersecarsi fino a descrivere il numero otto. L’espressione Šarganska Osmica significa appunto “Otto di Šargan”.
Il tragitto turistico (da Mokra Gora a Šargan-Vitasi) è di circa 13,5 km, cinque dei quali da percorrere dentro i tunnel. Alla stazione di Mokra Gora, così come sia in corrispondenze delle altre intermedie (Golubici e Jatare), si trovano bar, ristoranti e negozi di souvenir.
La casa del profeta Mitar Tarabić, contadino povero e analfabeta vissuto nel XIX secolo (1829-1899), si trova invece a Kremna, lungo la strada che da Mokra Gora conduce in direzione nord-ovest, verso il Parco Nazionale di Tara. Molte delle sue (pre)visioni, annotate dal prete ortodosso Zaharije Zaharić (1834-1918) in un quaderno passato poi alla storia come Kremansko Proročanstvo (Le Profezie di Kremna), si sono rivelate esatte, esaltandone la fama e rendendo di fatto il semplice contadino, ben rappresentato insieme al sacerdote nella statua lignea posta dinanzi alla casa, il Nostradamus dei Balcani.
Ultima tappa del nostro viaggio è il rilassante Parco Nazionale di Tara che si incunea, seguendo il corso del fiume Drina, fino a disegnare il confine tra Serbia e Bosnia-Erzegovina. È una zona ricca di verde e di acqua: molti affluenti della Drina nascono infatti dalle sue alture. Gli stessi, portandosi a valle, originano bellissime cascate. Le fitte foreste e le profonde gole scavate qua e là dai corsi d'acqua, hanno favorito la conservazione di diverse specie animali, come la capra di montagna, la lince, il gallo cedrone, le aquile reali e l'orso bruno, simbolo incontrastato di Tara. Ci si può fermare presso i due grandi hotel “Omorica” e “Beli Bor”, se si vuole passeggiare all'ombra di grandi pini, oppure presso il Lago di Perućac dove si pesca e si mangia dell'ottimo pesce di acqua dolce.