Islanda: emozioni dal grande Nord

A cura di: Elisabetta Rosso

Parola d'ordine: emozionarsi. Impensabile fotografare questa terra selvaggia e difficile, fredda e piovosa, senza farsi attrarre e rapire dalla sua natura. Il coinvolgimento e la sopraffazione che le sue terre esercitano, fanno largo, oltre alla tecnica, all'emozione.

 

Ogni scatto, in Islanda, è condito di sentimento. Dal verde quasi irlandese delle sue distese agli scabri scenari dei deserti di lava interni; dai muri d'acqua delle sue cascate, tali da far impallidire la dimensione umana, alla simpatia dei puffin che incuranti di pioggia e vento si tuffano a pescare nel mare ghiacciato. Dall'esplosione dei geyser e dal ribollire di una terra che senti viva sotto i piedi, alla lentezza delle sculture di ghiaccio che si staccano dai ghiacciai per buttarsi in mare e perdersi per sempre.

Questa è l'Islanda e questo il ricordo che ne ho: fotografie, istantanee di emozioni prima ancora che di luoghi. E così la cascata di Skógafoss immortalata con la mia Nikon D700 e l'immancabile AF-S Nikkor 24-70mm f/2.8G ED diventa emblema della piccolezza umana di fronte alla natura. Un uccello in volo sui ghiacci rappresenta la libertà e lo stupore di fronte a una natura che, nonostante tutto, sembra ed è ancora in grado di soverchiare la nostra dimensione.
Tante emozioni quindi, ma come sempre dietro a ogni scatto c'è un piccolo progetto: l'inquadratura, le scelte tecniche e l'attrezzatura che deve sempre essere all'altezza. Grazie quindi al corpo tropicalizzato della D700, indispensabile nelle umide e fredde opportunità fotografiche islandesi!

Un viaggio, quello del 2011, di esplorazione fotografica, tecnica e organizzativa, al fine di preparare il Nikon School Travel in Islanda del 2013. Un viaggio che mi ha permesso di individuare i "luoghi must" e di testare le attrezzature, quindi di capire cosa sia indispensabile avere con sé. In 4x4, on the road, si ragiona per conciliare leggerezza del bagaglio e completezza dell'attrezzatura. Terra di ghiaccio ma anche di luce: ad accogliermi, la notte dell'8 agosto 2011, il bagliore del cielo notturno con le sue striature colorate. Il giorno successivo, nella capitale Rejkyavik, voglio intrappolare quell'atmosfera di rara bellezza che accompagna il calare della luce del Nord. La Sun Voyager, famosa scultura di Jón Gunnar Árnason (1931-1989), è la giusta protagonista. Monto il cavalletto e attendo. Un punto di ripresa forse un po' più insolito ma voglio che la prua (di quella che si presume sia stata una nave vichinga) si scagli verso quel cielo così suggestivo. Forse una visione personale di quello che inizierà domattina. Che continuerà, domattina, in Islanda.
 

Le correnti e l'alta pressione, hanno lasciato spazio a un cielo azzurro e a temperature più miti, per i primi due giorni di viaggio. I panorami che si osservano sui fiordi occidentali "profumano" di Irlanda e di scogliere.

In viaggio, sempre in 4x4, arrivo, qualche panorama dopo, nella cittadina portuale di Húsavík. È mattina presto, ancora una splendida giornata.  

Seleziono parte dell'attrezzatura: il cavalletto non servirà, così decido anche di fare a meno di un grandangolo. Punto tutto su un'ottica medio/lunga (l'AF-S Nikkor 70-200mm f/2.8G ED VR II). Il cielo rapidamente si incupisce e la temperatura cala di diversi gradi sotto lo zero. Si alza il vento, con lui le onde. Da questo scenario cinematografico, all'improvviso, emerge il primo cetaceo.

 

L'Islanda trasmette la sensazione di essere un terra viva, in subbuglio e dopo il mare voglio vivere questa sensazione appieno, così mi sposto all'interno verso la caldera di Askja formatasi con un'enorme eruzione neanche 140 anni fa. È un viaggio in solitudine, lungo più di 3 ore in una infinita distesa di lava, tra guadi e rocce. Un percorso tra silenzio e immensità, in un deserto tagliente. Una volta arrivata mi trovo nel mezzo di una onirica nebbia. Il sentiero invisibile è scandito da paletti gialli, fino all'arrivo ai bordi di un enorme cratere. La meraviglia non entra tutta negli occhi. La caldera non è solo un posto fisico, è un'esperienza che da sola vale l'intero viaggio! 
Quei giorni di azzurro e caldo sono ormai un lontano ricordo. Fotograficamente è meglio così: le suggestioni meteorologiche accompagnano la mia giornata a Mývatn. Sono stata diverse volte a fotografare il parco nazionale di Yellowstone e, preparandomi per l'Islanda, avevo letto di questa area geotermica che per alcuni aspetti ricorda il famoso parco statunitense.

La sensazione che trasmettono questi luoghi è quasi aliena: un pianeta il cui suolo ribolle.
 

 

Mi attende lungo il percorso una delle immagini "da cartolina" della terra dei ghiacci: la laguna di Jökulsárlón, in inverno uno dei posti più suggestivi per ammirare le aurore boreali, in estate luogo ideale per attendere che la luce, tra le nuvole, regali gli splendidi panorami di ghiaccio che tanto ho aspettato. La ricerca delle simpatiche foche che nuotano in acqua, tra gli iceberg, non distoglie l'attenzione dal cielo e dai numerosi uccelli che regalano, tra nuvole e ghiaccio, grandi soddisfazioni fotografiche.
 

 
     
 

È ora di andare a caccia fotografica di puffin, particolari uccelli dal becco arancio! Finalmente faccio "sfogare" un po' le ottiche più lunghe e intorno alla zona di Vik, paradiso ornitologico, (foto Vik) m'innamoro di questi buffi pennuti, tanto goffi sulla terraferma, ma inaspettatamente aggraziati in volo, vicini alla scogliera in mezzo a venti fortissimi. Le ore passate a osservarli dimostrano che esiste una organizzazione e una sorta di struttura sociale interessantissima nel gruppo. Si alzano in volo in un ordine preciso, si tuffano verso il mare a caccia di sardine e tornano alla scogliera con atterraggi imbarazzanti. Monopiede o cavalletto sono indispensabili. E quando la luce è scarsa la possibilità di alzare gli ISO per accorciare i tempi è fondamentale.

Che l'Islanda sia ricca di cascate e salti d'acqua è cosa nota. Forme, dimensioni e spesso colori diversi: qui è terra di bianco e di azzurro ghiaccio, del verde della vegetazione e del nero del suolo. Ma è avvicinandomi alle cascate che l'acqua e il sole islandese sanno condensare in intensi arcobaleni tutti i colori dello spettro visibile, tanto che anche i turisti ne sembrano contagiati!

Ma è nella cascata di Skógafoss che ho trovato la sintesi perfetta dell'Islanda: la sua potenza è tale da evidenziare, qualora ce ne fosse bisogno, il grande disequilibrio che c'è tra noi e la natura.

La strada mi riconduce a Reykjavik dove faccio tappa per il famoso circolo d'oro. I tempi della fotografia si sa sono diversi da quelli dei turisti ed è per questo che sfrutto il mattino presto per partire alla scoperta dell'area geotermica di Geyser e avere tutto il tempo per cercare inquadrature e luci in un faccia a faccia quasi intimo con questi "mostri" .

 Torno in Italia con le idee più chiare e con l'emozione e l'entusiasmo necessari a pianificare con Nital (Grazie a Marco Rovere e Roberto Bachis) il Nikon School Travel in Islanda del 2013.


sjá þig fljótlega Íslandi, arrivederci Islanda
Elisabetta Rosso Photography
www.elisabettarosso.com
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Per informazioni sui miei Nikon School Travel in Islanda:
http://www.nikonschool.it/travel/islanda.php
Per la stagione 2013, il tour con partenza in luglio, vista l'alta affluenza, verrà riproposto anche nel mese di agosto.

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