La Nikon D5300 è una fotocamera da 24 megapixel che incorpora Wi-Fi e GPS. L’abbiamo testata lungo un percorso di oltre mille chilometri, tra le Crete Senesi.
INTRODUZIONE
Senza voler cadere nell’ovvio o nel nazionalismo, l’Italia rimane indubbiamente il paese con il maggior numero di siti archeologici e artistici al mondo. Ci sono musei più visitati dei nostri, come il Louvre di Parigi, ma la maggior parte delle opere lì custodite provengono da altri paesi e altre civiltà. In Italia, la maggior parte dei musei ospita opere che realizzate in Italia, lungo un percorso storico di migliaia di anni. Anche da un punto di vista paesaggistico l’Italia è unica e fonde momenti storici molto distanti tra loro ma in grado di convivere perfettamente.
Nelle scorse settimane ho girato per oltre un migliaio di chilometri in Toscana, facendo base nella provincia di Siena. Non ho quindi visitato tutta la Toscana, ma solo una delle sue province e non sono riuscito che a vederne una minima parte.
Oggi sembra che se non si fa un check-in in aeroporto non si può dire di iniziare un viaggio, ma noi italiani abbiamo il privilegio di scoprire cose meravigliose, semplicemente infilando la chiave nel quadro del cruscotto e avviando la macchina.
LA NIKON D5300 IN SINTESI
Non è un compito facile sintetizzare la Nikon D5300 in un paragrafo, e per un approfondimento rimando alla presentazione tecnica riportata all’indirizzo: www.nikonreflex.it/d5300. Qui riferirò solo di quello che mi ha colpito personalmente.
È innanzitutto una vera e propria reflex, quindi ha un mirino ottico. È molto leggera e le sue dimensioni sono ridotte. Nonostante le migliorie apportate ai più recenti mirini elettronici, il mirino ottico resta tuttora imbattuto restituendo una visione più naturale.
In ogni caso la Nikon D5300 offre anche una inquadrature “elettronica” della scena mediante il live view dentro il monitor basculabile. Non so se tutti voi che leggete siete miei coetanei, se avete quindi 56 anni o giù di lì. Credo e spero di no. A 56 anni, comunque, tutta questa voglia di girare con un borsone o uno zaino pieno zeppo di attrezzatura fotografica ingombrante e pesante non ce l’ho più. Anni fa era la norma e passare la gran parte del tempo a fotografare e a cambiare obiettivo, non mi pesava più di tanto. Oggi invece preferisco portare con me una reflex leggera e compatta come la Nikon D5300.
Il sensore poi è privo del filtro low-pass (OLPF), assicurando una nitidezza complessiva superiore, in particolare lungo i contorni degli oggetti e sulle trame geometriche fitte. Siamo d’accordo sul fatto che ancora oggi i sensori Full Frame, come quello che equipaggia la Nikon D4so la Nikon D810, hanno una marcia in più rispetto ai sensori DX: le dimensioni del sensore, a parità di numero di pixel, incidono sulla qualità finale, ma una fotocamera come la Nikon D5300, pur dotata di sensore DX, grazie ai suoi 24 megapixel, alla soppressione del filtro OLPF, al peso e alle dimensioni contenute e naturalmente a un rapporto qualità/prezzo/prestazioni molto vantaggioso, va considerata un’ottima scelta.
Il processore Expeed 4 di ultima generazione, permette di mantenere performance elevatissime in termini di precisione e velocità del sistema autofocus, e nella risposta agli alti ISO che sulla D5300 possono essere impostati fino a 12.800, e volendo raddoppiati. Io personalmente non sono un grande “appassionato” di alti ISO: quando è necessario preferisco lavorare con il treppiedi alla sensibilità nominale, ma è un dato di fatto che oggi si voglia scattare anche in scarse condizioni di luce e senza treppiedi.
LEGGERA E COMPATTA
Vi ho riferito sulla mia età e sulla mia sopravvenuta pigrizia a girare con borsoni e zaini: il militare, nel settimo scaglione, l’ho fatto trentadue anni fa ed è capitolo chiuso. Spostarsi con lo zaino tattico e il fucile sulle spalle appartiene ormai al passato, adesso l’imperativo è “viaggiare leggeri”!. Vi confesso che il primo giorno di viaggio uno zaino ce l’avevo e che dentro avevo stivato macchina, caricabatterie e altri effetti personali, insieme a un secondo corpo, una vecchia Nikon D70, non solo priva del filtro OLPF, ma anche di quello al niobato di litio che trattiene la radiazione infrarossa, sostituito con un filtro IR. La mia Nikon D70 è una macchina che scatta e meravigliosamente bene, ma solo in infrarosso.
La svista tuttavia è durata un giorno, quando visitando il labirinto di Porsenna, a Chiusi, ho rischiato di rimanere incastrato in un cunicolo a causa dello zaino. Il secondo giorno avevo la D5300 al collo e il corpo D70 in un marsupio, fine del corredo fotografico. Ho alternato un solo obiettivo, un AF-S Nikkor 16-85mm f/3.5-5.6G ED VR sui due corpi macchina e quando mi trovavo in zona di shooting tenevo entrambe le macchine al collo, una con il tappo sulla baionetta e l’altra con l’obiettivo, alternandolo alla bisogna. Nel marsupio due batterie cariche per ciascun corpo macchina, schede di memoria di riserva e un filtro polarizzatore, l’unico filtro che per il momento non si può applicare in post-produzione. Ogni giorno percorrevo in auto, fermandomi spesso a fotografare, dai due ai trecento chilometri e a piedi non meno di dieci, quindici chilometri al giorno. Immaginare di seguire gli stessi percorsi con uno zaino e togliere e rimettere le macchine nello stesso tre/quattrocento volte al giorno, sarebbe stato impossibile. La D5300, come ho già detto, non solo è compatta, ma anche molto leggera, nonostante l'AF-S Nikkor 16-85mm f/3.5-5.6G ED VR: al collo davvero non la senti. Quando mi fermavo per un piatto di ribollita, mettevo tutti e due i corpi macchina nel marsupio, togliendo l’obiettivo, e tutto ci stava a meraviglia.
IL MODULO GPS INTEGRATO
Nikon da tempo ha a catalogo il modulo GPS GP-1, su cui ho riferito in più di una eXperience: è un modulo estremamente preciso, che una volta agganciati i satelliti non li perde più, anche quando si spegne la macchina e ci si sposta: basta riaccendere la fotocamera e quasi istantaneamente rileva la posizione. Il modulo costa però 250 €, quindi un terzo del valore della Nikon D5300 e va montato o sulla slitta porta-flash o tramite adattatore a corredo sulla cinghia della fotocamera. Questo, unito al cavo di collegamento, rende la macchina certamente non più pesante ma un poco più ingombrante. Avere il modulo GPS integrato è innanzitutto un risparmio economico e, in seconda battuta, di spazio e ingombro: oltre a inserire nei dati Exif del file longitudine, latitudine e ora UTC, memorizza anche l’altitudine, un dato che non è disponibile su tutti i moduli GPS opzionali o integrati di altre fotocamere.
Come ho detto, sulla georeferenziazione ho scritto in più di una eXperience. So che è una feature che non interessa a tutti, ma io sono convinto che incorporare in un’immagine anche la località di scatto, se magari è un dato poco influente nelle settimane successive allo shooting, aumenta di importanza e valore nei mesi e negli anni successivi. Per chi è appassionato di montagna, avere a disposizione anche l’altitudine a cui ci si trovava al momento dello scatto è certamente un dato molto prezioso. Il modulo GPS della Nikon D5300 ha una buona rapidità di “aggancio” ai satelliti. Come ogni modulo GPS è piuttosto sensibile agli “oscuramenti” dovuti, come nel caso di questo tour, alle stradine strette, medioevali, fiancheggiate da palazzi piuttosto alti che occludono quasi completamente la vista del cielo e di conseguenza dei satelliti.
Il primo giorno non avevo aggiornato i dati A-GPS e a Siena ho dovuto aspettare di arrivare sulla Piazza del Campo per agganciare il segnale. La sera, però, mi sono connesso con il portatile al sito: http://nikonimglib.com/agps2/index.html.it e ho scaricato il file più recente sulla scheda di memoria che poi ho inserito nella D5300 per aggiornare i dati A-GPS.
Da quel momento, la macchina si è connessa alla rete dei satelliti quasi sempre in tempo reale, migliorando notevolmente la velocità di aggancio e il mantenimento del segnale. Il file incorpora i dati per 30 giorni, a cominciare dal momento dell’aggiornamento, ma sulla Nikon D5300 vengono caricati i dati per i successivi 15 giorni. È possibile, scaduti i 15 giorni, effettuare un secondo aggiornamento utilizzando il file scaricato 15 giorni prima per ottenere un nuovo aggiornamento per i 15 giorni successivi, ma è raccomandabile scaricare il nuovo file disponibile ogni due settimane. I file, una volta scaricati con il software gratuito Nikon Transfer sul proprio computer, possono essere visualizzati sulla mappa – quando il computer è connesso a Internet-. È anche possibile, volendo, modificare i dati di posizione. Poiché la Nikon D70 è priva di modulo Wi-Fi e non è compatibile con il GP-1, ho settato gli orologi interni di entrambe le fotocamere sullo stesso orario e una volta scaricate le immagini delle due schede sul computer, ho unito le cartelle e in Nikon View ho ordinato i file per data, ottenendo così una serie di file contigui per ora di scatto. In questo modo è stato semplice inserire manualmente nei file scattati con la D70 i dati di georeferenziazione. Ma il modulo GPS della Nikon D5300 ha altre funzionalità in serbo.
Già da tempo, visualizzando in Nikon View immagini georeferenziate era possibile ottenere una traccia – che non era però possibile salvare - che univa tutti i punti sulla mappa dove era stata scattata un’immagine, permettendo di ottenere una visualizzazione, anche se molto sintetica, del percorso effettuato durante lo shooting. Con la Nikon D5300 invece è anche possibile registrare l’intero percorso indipendentemente dal numero di foto scattate, arrivando a una frequenza di landmark di uno ogni 15 secondi. Naturalmente l’unità GPS deve essere loggata ai satelliti. La macchina, una volta avviata la registrazione del percorso, continuerà a sommare landmark anche a fotocamera spenta. È possibile registrare un percorso fino a un arco di tempo massimo di 24 ore. L’unica precauzione è quella di tenere sotto controllo lo stato della batteria, perché questa funzione consuma molta energia. Quando la batteria è prossima a esaurirsi, sarà sufficiente mettere la registrazione del percorso in pausa, spegnere la fotocamera, sostituire la batteria e riprendere la registrazione.
La traccia, una volta ultimata, sarà registrata nella scheda SD e sarà poi possibile visualizzarla sulla mappa attraverso Nikon View.
La traccia in formato .log può anche essere riprodotta in programmi come Google Earth. Per salvare la traccia in differenti formati è possibile ricorrere al programma gratuito GPS Babel.
Wi-Fi
Se il modulo GPS e la georeferenziazione interessano un ridotto numero di utenti, il modulo Wi-Fi è indubbiamente di interesse più generale. La Nikon D5300 è innanzitutto compatibile con le memory card SD di tipo Eye-Fi, schede di memoria che incorporano un modulo Wi-Fi miniaturizzato e che permettono di connettersi a uno smartphone o a un tablet per il trasferimento delle immagini al device. Le schede Eye-Fi però sono disponibili solo in tagli limitati, fino a 32 GB, e hanno un prezzo decisamente superiore a quello di una scheda di altra marca e di pari capacità. La D5300, incorporando un modulo Wi-Fi, può connettersi direttamente a uno smartphone o tablet, usando qualsiasi tipo di scheda di memoria. Attraverso il Wi-Fi è per esempio possibile selezionare una o più immagini salvate nella scheda di memoria per caricarle successivamente sul device.
Il vantaggio è dato dal fatto che attraverso il monitor della fotocamera è possibile selezionare in modo ottimale le migliori immagini da trasferire. Lo svantaggio sta nel fatto che è possibile salvare sul device solo i file jpg e non i NEF e i video. Usando invece la App di Nikon WMU (Wireless Mobile Utility) è possibile scaricare sul device anche i file NEF e MOV, quindi i video. Oltre al trasferimento delle immagini, WMU connesso alla Nikon D5300 permette anche di “remotare” il live view della fotocamera sul display del device (smartphone o tablet), selezionare il punto di fuoco e naturalmente scattare. In questo modo si ampliano le possibilità di inquadratura già facilitate dal monitor orientabile.
EFFETTI SPECIALI E POST PRODUZIONE ON CAMERA
La Nikon D5300 dispone di uno specifico menù di effetti speciali. La fotocamera registra un singolo file in formato jpg con l’effetto speciale selezionato. È opportuno quindi, in determinate situazioni, registrare sia lo scatto con l’effetto speciale sia quello senza. Alcuni degli effetti speciali possono essere riprodotti in post-produzione con determinati programmi, ma qui il concetto è quello di ottenere direttamente in ripresa l’effetto speciale voluto per poi condividere l’immagine in Rete attraverso il Wi-Fi integrato nella fotocamera, senza accendere il computer. E condividere una foto fatta con la D5300 è ben diverso dal condividere scatti ottenuti con lo smartphone: le qualità rispettive non sono neanche confrontabili.
Come la maggior parte delle reflex Nikon, anche la D5300 permette la post-produzione on camera delle immagini scattate in formato jpg. Per quanto riguarda le immagini scattate in formato NEF è possibile “lavorare” sul file nativo della fotocamera e su diversi parametri. Certamente non sono disponibili tutti i controlli come in Nikon View, Capture NX-D o Capture NX2, ma indubbiamente è possibile reimpostare alcuni parametri di base, migliorare il file e, una volta salvato in formato jpg sulla scheda di memoria, aggiungere anche alcuni effetti, come i filtri e molto altro ancora.
CONCLUSIONI SUL CAMPO
Compatta, leggera, risoluzione elevatissima, monitor basculabile, GPS e Wi-Fi integrati: la Nikon D5300 mi ha convinto. Ho sentito la mancanza di alcune feature, a cominciare dalla livella a bolla elettronica, utilissima soprattutto quando si orienta il monitore non è facile mantenere a occhio la fotocamera orizzontale. Il consumo della batteria durante la registrazione del tracciato è notevole. Niente di male, basta saperlo e avere a disposizione una seconda batteria. Peccato che se si cambia la batteria “troppo tardi” non è più possibile mettere in pausa la registrazione ma è necessario ripartire con una seconda, ritrovandosi poi con due tracciati inerenti la medesima giornata. Il problema, come ogni problema che si rispetti, ha una soluzione: basta unire con un programma base di scrittura i due file .log ottenendo così la traccia completa dell’intera giornata. I nostalgici – come il sottoscritto - potrebbero avvertire la mancanza di una libreria in cui memorizzare obiettivi Nikon Manual Focus AI. Ma c’è un vantaggio, come già descritto in una eXperience sulla Nikon D40X: grazie all'assenza della levetta di accoppiamento diaframma, è possibile montare sulla D5300 non solo le ottiche AI ma anche le vecchie ottiche F non AI, anche se non è possibile memorizzare la focale nelle specifiche Exif.
Quello che manca è ampiamente compensato da quello che è disponibile, e per diverse funzioni, proprio e solo sulla Nikon D5300. Una macchina quindi nata consumer ma che può essere apprezzata anche dal mondo prosumer. Una macchina che a mio parere lascerà il segno nella storia di Nikon.