Tra sport e leggenda, il Calcio Storico Fiorentino affonda le proprie radici in tempi molto antichi. Cinquanta minuti di partita, un campo rettangolare ricoperto di sabbia e ventisette “calcianti” per squadra: sono questi gli elementi alla base di uno sport che, secondo alcuni, è l'antenato del calcio moderno.
Il gioco del Calcio Fiorentino ha origini antiche. Le prime notizie di un’attività ludica esercitata con una palla si hanno nei poemi omerici. I Greci praticavano un gioco chiamato “Sferomachia”, che con il susseguirsi degli anni fu adottato dai legionari Romani trasformandosi in metodo d’allenamento per guerrieri, l'Harpastum, letteralmente “strappare a forza”.
Veniva giocato probabilmente con un pallone ripieno di stracci o di pelle, da due squadre di ugual numero di giocatori su terreni sabbiosi, il cui solo obiettivo era quello di portare la palla oltre il campo dell’avversario, con qualsiasi mezzo. La competizione era una lotta serrata, tra continui corpo a corpo e testa a testa per il possesso della palla. Ebbe un grande successo tra i legionari che lo diffusero nelle varie zone dell’Impero Romano.
È certo che nella seconda metà del Quattrocento, il calcio si era talmente diffuso tra i giovani fiorentini, che questi lo praticavano frequentemente in ogni strada o piazza della città.
Era talmente popolare che nel gennaio del 1490, trovandosi l’Arno completamente ghiacciato, fu su di esso delimitato un campo e giocate alcune partite.
Una successiva riorganizzazione del gioco, durante il dominio della dinastia medicea, portò i fiorentini a cimentarsi in vere e proprie sfide. Le squadre vantavano nelle loro compagini nomi altisonanti di nobili, illustri personaggi della vita pubblica cittadina e delle casate più importanti di Firenze. Le partite venivano organizzate solitamente nel periodo del Carnevale.
l gioco del Calcio Fiorentino è oggi una sfida tra i quattro quartieri della città. La ripresa avvenuta nel 1930 ha decretato la storicità della manifestazione. Le partite si svolgono con i costumi del XVI secolo a ricordo e rievocazione di un momento particolare della storia cittadina. Il 17 febbraio 1530 la piazza di Santa Croce a Firenze divenne teatro di una delle più importanti sfide lanciate dalla Repubblica fiorentina all’imperatore Carlo V, quando la popolazione assediata da molti mesi dalle truppe imperiali, si cimentò in una partita di Calcio, dando l’impressione di non considerare l’esercito dell’Impero degno di attenzione. Ogni anno è quindi organizzato un torneo che coinvolge i quattro quartieri storici della città: i "Bianchi" di Santo Spirito, gli "Azzurri" di Santa Croce, i "Rossi" di Santa Maria Novella e i "Verdi" di San Giovanni. Essi diventano i protagonisti di dure ed esaltanti sfide. Il premio in palio è una vitella bianca di razza Chianina. Il Torneo di San Giovanni del Calcio Storico Fiorentino si svolge, di norma, nel mese di giugno di ogni anno: la finale viene disputata nel pomeriggio del 24 di giugno, giorno del patrono della città.
Anche tutta la parata del Corteo Storico della Repubblica Fiorentina, composta per l’occasione da 530 figuranti, vestiti di rigorosi costumi militari di epoca rinascimentale, fa riferimento allo stesso periodo storico, rievocando le gesta e le Armi della Repubblica, quando Firenze era governata dal popolo. È una vera e propria tradizione, molto radicata nel tessuto sociale cittadino.
Il Calcio Storico Fiorentino è un gioco duro, violento, che fonde assieme tre discipline sportive diverse: rugby, pugilato e lotta greco-romana. Le partite hanno una durata di cinquanta minuti e si disputano su di un campo rettangolare ricoperto di rena; una linea bianca divide il campo in due quadrati identici e sui due lati del fondo viene montata una rete sovrastante la palizzata che circonda l'intero perimetro di gioco.
Su questo terreno si affrontano due squadre composte da ventisette calcianti per parte. Al centro della rete di fondo viene montata la tenda del Capitano e dell'Alfiere che hanno il compito di intervenire nelle risse per pacificare gli animi dei propri calcianti. L'incontro viene diretto dal Giudice Arbitro, coadiuvato da sei Segnalinee e dal Giudice Commissario che risiede però fuori campo. Al di sopra di tutti c'è il Maestro di Campo che sorveglia lo svolgersi regolare della partita e interviene per ristabilire l'ordine e mantenere la disciplina in caso di zuffe sul terreno di gioco.
La partita ha inizio con il lancio del pallone da parte del Pallaio sulla linea centrale e la seguente "sparata" delle colubrine che salutano l'apertura delle ostilità. Da questo momento in poi i calcianti delle due squadre cercheranno (con qualunque mezzo) di portare il pallone fino al fondo del campo avversario e depositarlo nella rete segnando così la "caccia" (goal).
Il calcio in costume è sempre stato caratterizzato da un forte agonismo e mostra un lato fortemente sentito, popolare e autentico della città famosa per essere stata la culla del Rinascimento. Nel 2012 questa manifestazione è stata oggetto di un interessante documentario curato da VICE Italia che ben racconta la vera identità di questo gioco. Il documentario è visibile a questo link: www.vice.com.
ATTREZZATURA UTILIZZATA:
• Nikon D3s
• Nikon D700
• AF-S Nikkor 24-70 mm f/2.8G ED
• AF-S Nikkor 70-200 mm f/2.8G ED VR II